Tuesday 20 September 2011

Il dramma di Henrietta

Era certa di non aver ascoltato, di non aver prestato attenzione a ciò che la modella le diceva, eppure la consapevolezza di quanto meschina e spregevole fosse Doris era penetrata nella sua mente e aveva inconsapevolmente influenzato le sue mani.

Mi rivedo disperatamente nel dramma, abilmente descritto da Agatha Christie, della scultrice Henrietta Savernake che, basando la sua Nausicaa su una ragazza incontrata per strada, si è ritrovata ad aver inavvertitamente catturato nella sua scultura, oltre all’espressione vacua e i lineamenti che le interessavano, anche tutta la grettezza di Doris Sanders, una ragazza insulsa e volgarmente ciarliera che, mentre posava, ammorbava la povera artista con raccontini dei suoi inutili problemi con la moglie dell’uomo che le regalava costosi braccialetti (anche se no, non avevano fatto nulla di sconveniente e la signora era solo paranoica).
Questo discorso è spaventosamente vero anche per me. Riesco a fotografare le persone solo se voglio loro bene e le stimo, oppure se non le conosco affatto. Una volta che le conosco e scopro che sono sgradevoli, vuote, sciocche ed inutili, non riescono più a dare altro alla mia arte. L’idea di fotografarle diventa tutt’altro che attraente, e le eventuali foto escono fuori vuote, prive di sentimento, artificiose e banali.
(A questo proposito, mi sento autorizzato a considerare una prova della mia professionalità il fatto che ben pochi sembrano accorgersi di ciò: in un caso in cui ciò è capitato, la risposta dei fan, ed anche di parte della critica, è stata incredibilmente entusiastica. O sono ciechi loro, o davvero bravo io).

Pensiero random ispirato da Poirot e la Salma, l’ultimo libro che ho comprato e che sto attualmente leggendo.

2 comments:

  1. c'è aria di mistero, sarà Agatha Christie.

    Circa le foto è un deficit che devi superare. Tu hai un concetto della fotografia meraviglioso; è arte, un mezzo che incamera bellezza e la tesse in ogni dettaglio  e tutto ciò che fa parte della bellezza interiore di una persona lo fai salire a galla intrecciandolo all'estetica. Anche perchè una luce dolce nello sguardo, un'espessione fatalmente bella nel trasmettere tutta la magia della serenità e del solo piacere di osservarla non si può modificare... non si può manipolare con nessun programma e se accade non è ciò che tu volevi si vedesse. Sta a te riuscire a cogliere il bello in chiunque ti si presenti davanti perchè potrà capitare che in un futuro faccia la differenza scegliere o non scegliere una persona ripugnante e tu dovrai tirarci fuori il meglio... esercitati perchè il mare è bello anche se dentro ci nuotano gli scorfani.

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  2. In realtà, mentre leggevo pensavo a una persona particolare che è totalmente vuota. Sul serio, se non sono io a impegnarmi e metterci dentro qualcosa, non ha nulla da offrire. A volte capita e non ci si può far niente: in quel caso, smettere di volerci vedere qualcosa di fotografabile è la fine del rapporto artistico.

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