Thursday 12 December 2013

Fra grilli e forconi

Così, mentre il nord-ovest dell’Italia è sconquassato dai Forconi, a Nichelino si lanciano bombe carta, a Ventimiglia si blocca mezza città dalla parte della frontiera e si minacciano le donne alla guida, Milano è mezza occupata dai trattori e a Savona si bruciano libri, qui a nessuno frega nulla di niente e io e Linda siamo andati indisturbati dal parrucchiere e poi a prendere il tè delle cinque e a fare shopping. E già che c’ero mi sono preso anche un gelato.

Ammetto che me la sto sogghignando amabilmente a fare il borghesuccio che guarda con scetticismo quei poveri bifolchi che vanno in giro a fare la voce grossa mentre continua a vivere tranquillo la sua vita priva di veri valori. Del resto, come prendere sul serio un movimento con un nome così bucolico?
Parlando un po’ più seriamente, mi avvilisce constatare come gli Italiani siano totalmente incapaci di fare seriamente qualsiasi cosa, inclusa la rivoluzione. Del resto, come dimenticare i precedenti storici, tipo la sommossa di Garibaldi a Genova del 1834 durante la quale gli altri l’hanno bidonato ed è stato costretto ad imbarcarsi alla chetichella con i quattro gatti che erano venuti? O Pio IX che, all’ultimo, bidonò la coalizione richiamando le truppe (che già erano volontari armati alla ben e meglio)? Per non parlare del fatto che gli Italiani si lasciano sempre guidare da questo genere di personaggi loschi e demagoghi dal passato tutt’altro che trasparente.

Ebbene, siamo punto e accapo. Sì, molto bella l’idea di mobilitare i ceti più umili per tentare di smuovere una situazione che sta oggettivamente diventando insostenibile, ma le cose vanno fatte per bene, non dandosi la zappa – o il forcone – sui piedi né ricorrendo a metodi di stampo fascista per ottenere i propri obiettivi.
Non puoi aspettarti che un dipendente che a malapena sbanca il lunario ti venga appresso se non gli dai garanzie: cosa fa con lo stipendio che perde quel giorno? E se lo licenziano, che fai, gli paghi tu le bollette? Idem dicasi dei commercianti: se a qualcuno una giornata di chiusura pesa nel bilancio, non puoi costringerlo ad abassare la serranda con le minacce se non puoi garantirgli un minimo di risarcimento. E i dipendenti che devono viaggiare per raggiungere il posto di lavoro, o la gente che deve raggiungere i parenti? Che fai, paralizzi l’intera rete ferroviaria e stradale solo perché lo hai deciso?
Fra l’altro, non si può imporre un’idea a tutti. Questo vale per Grillo e la sua impermeabilità a qualsiasi idea non provenga dal suo partito – non puoi aspettare di essere l’unico partito al governo per smettere di fare ostruzionismo e far muovere i tuoi parlamentari, si chiama dittatura – così come per questi squadristi che pretendono che la gente li segua a suon di minacce e che auspica un governo “delle forze dell’ordine” prima delle prossime elezioni dopo aver fatto piazza pulita dell’attuale classe politica. Manca giusto l’olio di ricino, e scommetto che non l’hanno comprato solo perché c’è crisi e costa troppo.
Come sempre, si fanno le cose senza pensare, e la minaccia alla libreria di Savona è solo la ciliegina sulla torta che dimostra con chi abbiamo a che fare: una manica di cialtroni ignoranti che non sa neanche da che parte sta girata. Del resto, cosa aspettarsi da gente che posta qualunquismi in full caps lock e con punteggiatura approssimativa su Facebook, che si beve la demagogia del Papa che parla di ridistribuzione del reddito dall’alto di una chiesa che non paga le tasse, e che quella stessa demagogia la serve di continuo a suon di urla? Per carità, quando Lenin diceva che anche la massaia doveva essere messa in condizioni di governare, intendeva che le si doveva dare un’istruzione adeguata, non che bastava che uscisse dalla cucina e salisse direttamente al governo. Con le campagne e i pascoli funziona allo stesso modo.

Insomma, fantastico. Viviamo in un paese la cui classe dirigente è composta da maiali incompetenti, e i loro oppositori sono capre ignoranti. Ma la cosa più allucinante è la gente che abbocca sempre e comunque. Possibile che non ci sia qualcosa di meglio, che fine ha fatto la classe intellettuale?
Ah già, è emigrata all’estero, che domanda idiota.

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