Ci sono giornate in cui uscire di casa è particolarmente difficile. Anche solo uscire dal letto, in realtà, ma lì è meno complicato: tendo l’orecchio, mi assicuro che non ci siano rumori in cucina, sciabordio in bagno, passi in corridoio e vado a prepararmi il pranzo o a bere o a pisciare, per poi rintanarmi in camera come un’ombra prima che qualche incontro ravvicinato con un coinquilino mi costringa a socializzare.
Per uscire di casa invece devo levarmi l’orribile camicia di jeans e la felpa di quando avevo tredici anni, che ormai è talmente consumata che i polsini stanno cadendo a pezzi. Devo togliermi il pigiama e mettermi le mutande e le calze. E i jeans: Cristo, quanto sono belli gli skinny ma quanto sono faticosi da indossare. E scegliere la camicia e il maglioncino da mettere sopra – non prendiamoci in giro, la camicia sarà sempre la stessa finché non sarà imperativo infilarla in lavatrice, nonostante l’armadio che straripa di vestiti. E la giacca? Farà caldo e la porterò a peso morto? Farà freddo ed è meglio mettere anche la sciarpa? Beh, fortuna che almeno fa abbastanza fresco da mettere il cappello e nascondere il casino che ho in testa finché non mi decido a chiamare il parrucchiere e fissare una data per sistemare il taglio. La barba, poi, non nominiamola nemmeno.
Fortuna che il richiamo del gelato è più forte di quello del letto: c’è ancora il gusto del mese scorso (il cioccolato del vizioso, ovvero mousse di cioccolato al latte con granella di nocciole caramellate e scaglie di cioccolato bianco) da abbinare con questo mese (meringata alla vaniglia con amarene candite), la fragola e panna montata. Meglio approfittarne finché dura, così almeno ho una scusa per portare il sedere fuori di casa e non sprofondare nell’apatia più completa.
Perché il problema è che, in queste ultime settimane, le giornate in cui me ne starei tutto il tempo a vegetare a letto sono molte.
Fanculo, chiamo il parrucchiere, fisso un appuntamento per domani e, con i capelli in ordine, vado a vedermi Civil War. L’ultima volta che mi sono sentito così per giorni, andare a vedere Deadpool è stato catartico. Magari Cap e Iron Man che si pestano a morte mi risolleverà l’umore.
Fortuna che il richiamo del gelato è più forte di quello del letto: c’è ancora il gusto del mese scorso (il cioccolato del vizioso, ovvero mousse di cioccolato al latte con granella di nocciole caramellate e scaglie di cioccolato bianco) da abbinare con questo mese (meringata alla vaniglia con amarene candite), la fragola e panna montata. Meglio approfittarne finché dura, così almeno ho una scusa per portare il sedere fuori di casa e non sprofondare nell’apatia più completa.
Perché il problema è che, in queste ultime settimane, le giornate in cui me ne starei tutto il tempo a vegetare a letto sono molte.
Fanculo, chiamo il parrucchiere, fisso un appuntamento per domani e, con i capelli in ordine, vado a vedermi Civil War. L’ultima volta che mi sono sentito così per giorni, andare a vedere Deadpool è stato catartico. Magari Cap e Iron Man che si pestano a morte mi risolleverà l’umore.
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