Tuesday, 16 October 2018

Piccole vittorie – parte 2

Ci sono due fattori in gioco.

Il primo è la difficoltà a disimparare comportamenti o nozioni che si sono solidificati nella mente. Nella mia mente, ad esempio, lavarmi i capelli è ancora un’azione estremamente dispendiosa in termini di tempo ed energie nonostante siano tre anni che li porto corti. Otto anni di capelli lunghi mi hanno abituato che ci vogliono un sacco di shampoo e balsamo, che è un po’ disgustoso perché poi tutti i capelli caduti si impigliano alle dita, che continuano a gocciolare mentre sto tentando di asciugarmi, che col fon ci impiegherò almeno venti minuti – figurarsi poi lasciarli asciugare all’aria.
Per quanto ora, se proprio ho fretta, mi ci vogliano quindici minuti in totale fra lavaggio e asciugatura, e sia ormai talmente pratico nel metterli in piega che il rischio bad hair day è alquanto remoto, il mio primo istinto è sentirmi estenuato al solo pensiero di lavarli.
Ecco: farmi la barba è la stessa cosa. Nella mia testa è ancora un processo lungo, faticoso, doloroso, che richiede un sacco di passate nello stesso punto, smorfie improbabili per tendere la pelle sulle guance, sul mento non parliamone nemmeno. È a questo che mi ha abituato, specie negli ultimi anni, il progressivo deteriorarsi delle lame del mio rasoio elettrico – per questo ho detto “doloroso”, visto che due volte su tre finivano per impigliarsi nei peli e tirarli, invece che tagliarli. Il mese scorso è arrivato al punto in cui, semplicemente, hanno smesso di tagliare del tutto, così ne ho comprato uno nuovo. Adesso la rasatura è perfettamente indolore, ci impiego una sola passata, meno di dieci minuti in totale e pochissima fatica. Eppure, dopo tre o quattro settimane, ancora non mi ci sono abituato, e la rasatura è una cosa estenuante che approccio di malavoglia.

Il secondo fattore è che sono bravissimo a punirmi. Prima il dovere e poi il piacere, così finisco nel circolo vizioso per cui, se non ho rimesso a posto camera, “non mi merito” di prendermi cura di me stesso. (Non oltre la cura strettamente necessaria tipo lavarmi i denti e il viso, o l’igiene intima, per lo meno). Camera mia è fatta ancora solo per metà, quindi ho continuato a non ritenermi meritevole di sistemarmi la barba nonostante il viso che vedevo nello specchio iniziasse a ripugnarmi sempre di più.

Beh, per qualche strano motivo oggi sono riuscito a rompere il circolo vizioso e mi sono fatto la barba. Vero, i miei progetti di rimettere in sesto gli armadi per ridurre il caos in camera e di affrontare il secondo giro di bucato non sono andati in porto, ma almeno ciò che vedo allo specchio mi piace di nuovo.
Magari è la volta buona che inizio a capire che, per avere le forze (soprattutto mentali) di occuparmi del mondo intorno a me, è il caso che mi occupi prima di me stesso. Così, per dire.

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