Saturday 13 October 2018

Solitaire

Mi è sempre piaciuto essere speciale, essere quello che rimane impresso perché si distingue in positivo in mezzo alla massa. Essere lo studente che segue la lezione in mezzo a quelli chiassosi. Essere il cliente che tratta gentilmente la cassiera del supermercato, il cameriere, o l’impiegato delle poste. Essere quello che sa tutto su un argomento che appassiona l’interlocutore.
Non posso farci nulla, è più forte di me: ho paura di sfumare via, finire in una massa di cui non si ha stima. Uno dei tanti, l’ennesimo imbecille con cui si è costretti ad avere a che fare, prontamente dimenticato. Quando, dopo anni, mi riferiscono che persone di cui avevo addirittura dimenticato l’esistenza si ricordano di me perché sono stato brillante, ho detto la cosa giusta al momento giusto, ho espresso un’opinione che non ci si aspetterebbe da un ragazzino, sono sempre stato bravo, io gongolo, il mio ego si gonfia.

Perché alla fine è di quello che si tratta: pura e semplice vanità. Tengo più alla percezione che gli altri hanno di me che a vivere appieno la mia vita.
È proprio perché non voglio compromettere la bella immagine che hai di me, quella dell’unico ragazzo che riesce ad esserti amico senza volertisi infilare nelle mutande, che non ti ho mai detto che negli ultimi quattro anni sono stato innamorato di te.

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