Non è ancora dicembre, ma ci siamo quasi: fra un po’ inizieranno a piovere non solo i bilanci di fine anno, ma anche quelli di fine decade. È il 2019, gente: gli Anni Dieci stanno finendo e improvvisamente ce ne stiamo accorgendo tutti.
Di tracciare un bilancio personale di fine decade, nel mio caso, non se ne parla nemmeno: i miei vent’anni sono stati un periodo estremamente complicato e non saprei nemmeno chiedermi se siano stati positivi o meno, figurarsi darmi una risposta.
Anzi, forse la risposta mi è venuta in mente proprio scrivendo: sono stati vita. Né bene né male, semplicemente vita.
È più facile, invece, immaginare come questo decennio sarà ricordato nella nostra coscienza comune: gli ultimi cinque anni sono stati un tale ininterrotto shitshow che faranno sì che i posteri, se ci saranno, lo ricordino come un periodo di gran turbolenza; per noi che l’abbiamo appena vissuto, si è concluso un decennio estenuante in cui tutto ciò che poteva andare male lo ha fatto. Un incubo ad occhi aperti, uno di quelli che ti fanno domandare se per caso sei morto e ti sei ritrovato all’inferno, perché è esattamente il tipo di mondo in cui ti ritroveresti a vivere per dannazione.
Ma sono poi sempre stati così? Perché della prima metà ho dei ricordi piuttosto belli. A prescindere dalle mie vicissitudini personali, il mondo non era un posto poi così brutto.
Ecco, pensando agli Anni Dieci, voglio pensare a quello: a Tumblr, a quel magico mondo fatto di editoriali di moda, foto hipster con i filtri vintage, vestiti leggeri con stampe fiorate, modelli famosi e bellissimi, capelli a pompadour, borchie e catene rilanciate dal pop, travolto dalla rivoluzione bionica del look.
Mi piace ripensare a internet come il mondo in cui i forum di musica sopravvivevano ancora, sebbene ormai ci si stesse spostando su Facebook. Il picco della tensione online era la faida fra i fan di Madonna e quelli di Lady Gaga, la lotta per la corona del pop, con le altre contendenti che si schieravano più o meno velatamente.
C’è stata Laña del Rey, con le sue labbra a canotto, i suoi occhi tirati, il suo personaggio finto come una banconota da sei euro ma così divertente da prendere in giro, le sue canzonette arrangiate pretenziosamente per attirare quella parte di Millennial (ancora così giovani!) piagata da quella vaga ennui de vivre che ancora non era diventata autentico orrore per le sorti del mondo. (A proposito, ancora non ho ascoltato e recensito il nuovo album, ma non ne ho tutta questa voglia).
Anche se la vera regina degli Anni Dieci, per quanto mi riguarda, è stata Florence Welch. Ché sì, Lungs è uscito ancora nel 2009, ma è stato per certi versi il precursore e codificatore di quel sound e look hipster-chic che associo così fortemente ai primi Anni Dieci. Marina Diamandis è stata la voce della generazione che stava tentando di emergere in quegli anni – la nostra – ma Florence è stata l’incarnazione visiva e sonora di quell’atmosfera fatata, dalla semplicità ingannevole, che aveva fatto di Tumblr il suo tempio.
Ecco, le estetiche di Florence su Tumblr sono come voglio ricordare questo decennio.
Che poi, il decennio non è ancora morto e già gli sto facendo l’eulogia. Ma è come se i primi e gli ultimi Anni Dieci fossero due epoche completamente diverse. Il 2015 è stato personalmente il mio anno peggiore, e come me ne sono svegliato la magia se n’era andata: mi sono ritrovato all’improvviso in un mondo che iniziava a cadere a pezzi e che, di lì a pochi mesi, ha iniziato ad andare a rotoli su tutti i fronti contemporaneamente.
È per questo che mi sono affannato a rimettere in piedi il mio Tumblr dopo l’apocalisse dello scorso dicembre: perché lì dentro, specie nei primi post, è cristallizzato un mondo più semplice, un tempo più felice, e non ho alcuna intenzione di lasciar andare quel ricordo. Forse un giorno riusciremo a superare il casino di questi ultimi anni e allora, a pericolo scampato, il brutto scomparirà e rimarranno gli Anni Dieci di Tumblr da ricordare.