Thursday, 18 June 2020

Pareti vuote

Forse dipende dal fatto che negli ultimi tre mesi tutto ciò che avuto è stata la mia routine in casa senza possibilità di variazione, ma essere sradicato da camera mia mi ha causato un piccolo attacco d’ansia nei giorni scorsi.
Nei mesi scorsi ho avuto un paio di momenti ipocondriaci in cui mi si chiudevano gola e naso e, immediatamente, una parte di me temeva il covid; l’altra parte, perfettamente consapevole di quanto fosse irrazionale visto che ero chiuso in casa, sapeva che si trattava solo di allergia da muffa.
Quest’anno è stato parecchio umido ed è uscita qualche macchietta un po’ ovunque in casa: in camera mia c’erano diversi focolai, addirittura ho trovato due volte di fila la mia cintura di cuoio (appesa per mesi all’attaccapanni perché chi usciva dove?) del tutto ammuffita. Ora che è arrivato il bel tempo, sanificare e imbiancare casa è imperativo.

Solo che mentre lavoriamo mi tocca dormire in un’altra stanza e la cosa mi ha destabilizzato. La prima sera, quando mi sono trasferito per permettere alla Mater di entrare in mattinata e svuotare armadio e comò del contenuto più leggero senza svegliarmi, ero perfino paralizzato all’idea di accendere il computer in quel setting nuovo, cosa che ho aggirato accendendolo in cucina per guardare qualcosa a cena. Poi pian piano tutto è rientrato, ho ascoltato la mia musica nuova e vecchia (ho iniziato a esplorare Fever Ray, è finalmente uscito l’ottimo primo album di Blanche e ho recuperato Ala.ni, Loïc Nottet e Gaga), ho fatto le mie partite a The Sims 4 e ho sentito Katia la sera per guardare qualcosa insieme, tutto regolare.

Però ecco, aver perso il mio rifugio, anche se solo per pochi giorni, mi ha mandato in confusione e dato qualche momento d’ansia di cui avrei fatto volentieri a meno. Il lato positivo è che, a quanto pare, ho un vero talento per l’imbiancatura e i lavori procedono spediti: il più è stato lavare prima le pareti e poi i mobili con la varechina (ne abbiamo respirata tanta che se starnutiamo igienizziamo il reparto covid di qualche ospedale), mentre oggi la Mater si è occupata di fare gli angoli delle pareti e del soffitto con la pennellessa e io sono intervenuto col rullo su tutto il resto; poi abbiamo pulito tutto in tandem e voilà, c’è solo da aspettare che la tinta si asciughi prima di rimettere i mobili al loro posto e riempirli di tutta la roba, accuratamente lavata e igienizzata a parte.

Quindi niente, riavrò tutta la mia quotidianità quanto prima, ma ciò non mi ha impedito di sentirne tremendamente la mancanza. Come fanno le persone normali a funzionare senza tutti questi intoppi?

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