Friday 19 March 2021

Il Guasto

Secondo un detto russo dell’epoca pre-cellulari, “Gli uomini sono come i telefoni pubblici: o occupati, o guasti”. Quando un’amica della Mater litigava con suo marito, prendeva ispirazione da questo detto ed esordiva le chiamate strillando: “Tutti guasti!”. Da lì, il passo successivo è che il soprannome coniato per il Procreatore dalla Mater e la sua amica è “Il Guasto”. Proprio per antonomasia. E considerando i numeri che ha tirato per tutti gli anni della separazione e del divorzio, era pienamente meritato.
D’altro canto, se non fosse stato guasto, la Mater non avrebbe divorziato da lui, giusto?
 
Ed è proprio la Mater, che i cavoli suoi non se li sa fare, ad avermi infilato nell’ennesima brutta situazione. Stavolta non perché ho dovuto fare da cuscinettro tra loro, ma perché ha letto la notizia che il paese del Guasto aveva pubblicato il calendario per le vaccinazioni degli anziani e mi ha suggerito di approfittare della telefonata d’obbligo per la festa del papà e avvisarlo, così da permettergli di tornare in tempo per fare tutto.
“Grande errore. Grande. Enorme.”

Gif obbligatoria perché l’amore per Giulia Roberts è l’unica cosa che io e il Guasto abbiano in comune.

Se la sua partenza per l’estero coi tempi che corrono me ne aveva dato il sospetto, la lunga filippica antivaccinista che ha attaccato me l’ha confermato: è del tutto partito di capoccia sulla faccenda del covid. E lo è, fra l’altro, a correnti alternate: il momento prima il virus è tutta una montatura e nei vaccini c’è soluzione fisiologica, quello dopo i vaccini sono pieni di veleno che non funziona contro la malattia ma causa la morte nel sessanta percento dei casi.
Ora, avendo due genitori anziani ho imparato da tempo che non vale la pena di sprecare energie nel far cambiar loro idea, specie lui, che è molto ignorante. Ma alcune delle sparate che ha fatto erano talmente oltraggiose che non ce l’ho fatta, a trattenermi, e ho tentato discretamente di controbattere, solo per sentirmi rimandare a video pubblicati su “Faccebùc” da luminari di cui “i giornali non parlano”. Cioè, davvero, uno ad uno tutti gli argomenti del complottista medio, sono sconvolto.
Così, quella che doveva essere una rapida telefonata di finti auguri è diventata un’incubo che non finiva mai e che ha confermato che non importa quanto basse siano le mie aspettative, lui riuscirà sempre a deludermi.

Riattaccato il telefono, il male di vivere e lo spirito autolesionista erano tali che ho di nuovo dato ascolto alla Mater e ho chiamato la Ziaccia per avvisare lei sulle date. Trovandola inaspettatamente cooperativa, ho dato sfogo alla mia frustrazione circa il suo signor fratello (mascherandola da preoccupazione) e ho scoperto di sfondare una porta aperta, con lei esasperata da mesi per le sue sparate antiscientifiche, assolutamente contraria al viaggio in Turchia, rassegnata perché, giustamente, “Ma cosa potevo fare, legarlo al letto?”, e alquanto seccata dalle serate brave di lui a bere vino fatto in casa in cantina con gli amici e rigorosamente senza mascherina. Se non altro, comunque, non sapeva che fossero uscite le date e mi ha ringraziato tanto per averla avvisata perché non vede l’ora di vaccinarsi: magari con questo stunt mi sono guadagnato un po’ di punti testamento.

E niente, al momento sono ancora frastornato. Dalla stupidità del Guasto, dal fatto che perfino la Ziaccia, campionessa di scemenze catto-integraliste, stia dimostrando più buonsenso di lui, dall’aver trovato comprensione in un membro di quella famiglia. Per quanto sia contorto, sentirmi dire dalla Ziaccia che capisce la mia preoccupazione e frustrazione mi è stato in qualche modo di conforto: se persino lei è d’accordo, quello sbagliato è davvero lui. Non che cercassi più alcuna validazione in quella famiglia, dopo che non ricordo chi di loro aveva detto (con ironia involontaria, vista la valenza che la parola ha assunto per me): “Ormai è guasto anche lui, che se lo tenga” di me e della Mater dopo che tutte le battaglie legali erano fallite. Ma perché non godersi quel breve momento in cui non sono io quello sbagliato? Tanto durerà poco, perché so già cosa succederà.
Eh già, perché quel che è peggio è che non posso nemmeno dirmi: “Vabbè, tanto la festa del papà capita una sola volta l’anno, sono a posto per altri trecentosessantacinque giorni”. No, perché il compleanno del Guasto cade fra due giorni, quindi dovrò sentirlo di nuovo a breve. E sicuramente per allora avrà sentito la Ziaccia, che gli avrà riferito delle mie preoccupazioni, caricandolo a molla per una filippica antivaccinista.
Potevo farmeli, gli affari miei, no?

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