Friday, 5 September 2008

Trieste and back

Non voglio dilungarmi troppo su questo dettaglio, ma oggi sono esattamente trecentosessantacinque giorni (beh, trecentosessantasei, quest’anno è bisestile) che non bacio.
  While Your Lips Are Still Red by GothicNarcissus and ContessaNera
Una delle poche cose buone che mi sono rimaste di quel pomeriggio a Roma che tanto buono non è stato per svariate ragioni.

Sono tornato da Trieste giusto questa mattina, alleggerito (o così pare) da più d’un fardello.
L’esame non era una passeggiatina, ma era comunque affrontabile, ora attenderò con ansia (o senza?) il dodici settembre per il risultato. Tuttavia, il fatto che l’incombenza sia stata superata, in qualunque modo vada, rende il mio umore meno tetro.
Fra le altre cose, devo averlo passato: Trieste mi è piaciuta tantissimo e sento di volerci andare a vivere. Di conseguenza, sono più che intenzionato di entrare in quella diavolo di università e farmi valere.
Chiacchierando con un’altra delle aspiranti, è venuta fuori anche un ottimo piano B, un’alternativa più che interessante: lingue a Bologna è a numero aperto e le iscrizioni sono aperte fino alle calende greche. Non male, davvero.

Il viaggio a Trieste è stato strano sotto molti aspetti. È stato strano vivere quattro giorni senza il pc, eppure sono sopravvissuto benissimo, e ho saputo come impiegare il mio tempo.
È stato strano vedere di quante cose posso fare a meno, di quante persone possono stare fuori dalla mia vita senza intaccare la mia felicità. Sì, magari la prima sera ho avuto bisogno di tenermi assieme a mano, ma poi è passata.

La PPP si è conclusa miseramente, ma sinceramente me ne frega poco: una volta percorso il palco da una parte all’altra, si era esaurita da tempo. Purtroppo, ora ho attraversato un altro palco (e su questo avevo camminato lentamente), sento che le cose sono cambiate, come l’altra volta. Non posso fare a meno di una piccola dose di senso di colpa, ma alla fine sono e resto questo.

Per inciso, il freddo polare che il condizionatore della Tirrenia, sia all’andata che al ritorno, è stato assolutamente perfetto per mettermi in condizioni di scrivere alcune scene del racconto ambientate sotto la neve. Geniale!

Ora, sto in attesa. In attesa dei risultati dell’esame. In attesa di quelli del concorso per borsa di studi ed alloggio. In attesa di decidermi a dormire e, una volta riposato, copiare la parte di racconto che ho scritto sul quaderno in nave. In attesa di Sally’s Song di Amy Lee. In attesa di Black Symphony dei Within Temptation. In attesa che qualcosa si muova sul fronte di If You Don’t Mind e Together Again degli Evanescence. La vita è fatta di attese ed aspettative.

4 comments:

  1. No, al massimo vieni all'Orientale, altrimenti ti strappo tutti i peli dal culo e te li attacco sotto le ascelle.

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  2. Finissimo, Aldo... peccato che sia glabro nella prima zona e depilato nella seconda. XD

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  3. Allora attingo alla fonte pilifera della testa.

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  4. Mi pare tu abbia saltato la parola 'verde' accanto a 'quaderno'. Voglio i diritti! XD



    Sai, ti capisco: ora ho anche io da restare nell'attesa... Nell'attesa del test qui a Perugia.

    Ma chissà che qualche stella fortunata non decida di spalancarmi la porta di Forlì, cosicché aspettare il Diciotto sia vano!

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