Domani sono in partenza.
Caricare gli scatoloni in macchina, salutare Murka, la mamma, e poi partire verso Porto Torres e prendere il traghetto: questi sono i miei progetti per domani pomeriggio.
Non sono in vena di dire molto. Solo che non so quando riuscirò a connettermi da Trieste. Se riesco a trovare una rete wireless dalla quale scroccare, o se la casa dello studente ne è provvista e basterà pagare un tot per utilizzarla, sarò subito online. Altrimenti, dovrò stare ai comodi della Vodafone, dato che richiederò una chiavetta. E non so entro quando me la daranno: a Giovanni è arrivata dopo due settimane e più.
Caricare gli scatoloni in macchina, salutare Murka, la mamma, e poi partire verso Porto Torres e prendere il traghetto: questi sono i miei progetti per domani pomeriggio.
Non sono in vena di dire molto. Solo che non so quando riuscirò a connettermi da Trieste. Se riesco a trovare una rete wireless dalla quale scroccare, o se la casa dello studente ne è provvista e basterà pagare un tot per utilizzarla, sarò subito online. Altrimenti, dovrò stare ai comodi della Vodafone, dato che richiederò una chiavetta. E non so entro quando me la daranno: a Giovanni è arrivata dopo due settimane e più.
Vabbè, cerco di non pensare a questi punti oscuri, altrimenti rischio di avere una crisi respiratoria come l’altra sera, che sono entrato in paranoia perché mi sono ricordato di non aver letto Stonehenge di Kaori Yuki e, quindi, aver finito il volumetto di Gravel Kingdom, dopo che questo era già stato inscatolato.
Per cui, penso che in un modo o nell’altro tornerò online. Penso che avrò tutta la mia musica ed i miei libri. Penso che la Mater verrà a controllare la situazione e che, dato che le farò visitare la città, avrò almeno un minimo sindacale di fotografie da mettere su deviantART anche per novembre. Penso che l’8 novembre c’è il concerto degli Epica. Penso che continuerò a scrivere il mio amato racconto. Penso che, ehi, a proposito, inizierò l’università (EnteroGelmini permettendo). E che, comunque, il mio mondo me lo porto appresso e, senza il peso di un’adolescenza abbastanza disastrosa, potrò costruirmene uno nuovo lì.
Sì, ora sono più calmo. E vado a leggere Ludwig, così mi rilasso.
Torna presto, o ti vengo a prendere io a calci in culo
ReplyDelete