Dovrei seriamente lavorare per migliorare il mio modo di gestire le responsabilità. Ogni volta che mi si prospetta di avere a che fare con il mondo degli adulti, per qualsiasi motivo, inizio a svalvolare. Divento ansioso e, a meno che non riesca a distrarmi spegnendo in qualche modo il cervello, mi passano sia il sonno che l’appetito, mi ritrovo pieno di blocchi creativi, non riesco nemmeno più ad ascoltare serenamente la musica o a giocare di ruolo e divento (ancora più) taciturno e scorbutico con le persone. Oh, e ovviamente inizio a evitare con una cura capillare qualsiasi persona sia direttamente connessa alla faccenda, e sviare il discorso con quelle il cui collegamento è più indiretto.
Inutile dirlo, la prospettiva di dovermi buttare a capofitto nella ricerca di una casa ora che torno a Trieste mi ha avvelenato l’intera vacanza, ma ancora più intensamente questi ultimi giorni. Ho il culo parato mentre cerco, so già che mi sistemerò alla meno peggio con internet (la potenziale mancanza del quale, per quanto risolvibile, costituiva un’enorme fonte di stress già al mio primo trasferimento, e pure al secondo), so che una volta risolta la faccenda potrò dedicarmi alle foto e ad altre cose che mi piacciono, eppure il solo pensiero di tornare su mi chiude tanto lo stomaco che mi viene da vomitare. Letteralmente, sto scrivendo con i conati.
Ciò detto, mi sono alzato, ho bevuto un bicchiere d’acqua, e sebbene senta ancora urgente il bisogno di anestetizzare la mente (una rilettura di Harry Potter a due mesi e mezzo dalla fine della precedente mi tenta da morire) mi sento realmente meglio dopo averlo detto ad alta voce (beh, scritto sul blog, ma è la stessa cosa). Fra l’altro, so che basterebbe aprire la cartella e riguardarmi Once Upon A Time dalla 1x01 alla 2x21 per distrarmi, ma la nuova season premiere è il 29 settembre e, trattandosi di una data postuma al mio attuale “problema”, mi porta inevitabilmente ad angosciarmi preventivamente (poi so già che appena inizio non mi stacco più e sarò felice e contento, il problema è muovere il culo). Harry Potter, in quanto totalmente slegato al tempo contingente, è un’opzione al momento migliore, specie perché sto per finire The Gay Boy’s Guide to the Zodiac e, dalle parti di EFP, una delle mie scrittrici preferite si fa attendere (ciao, BlueSmoke, parlo proprio di te: nello stato attuale ho bisogno del nuovo capitolo, se no mi ridurrò a tornare a spulciare InSegreto per potermi addormentare la notte).
Ok, probabilmente sono un deficiente e avrei dovuto postare prima, visto che ora mi sento talmente alleggerito dal peso che sono anche in grado di aprire una chat di Facebook e scrivere apertamente che la ricerca della casa mi angoscia. Comunque mi sto convincendo di aver bisogno di fare due chiacchiere con un professionista, dato che ultimamente la mia testa è sempre più disfunzionale, a volte con esiti catastrofici. Il problema è, come al solito, iniziare. Come con qualsiasi cosa: una volta che mi metto in movimento ci prendo anche gusto, e probabilmente sarà così anche con la ricerca della casa, ma l’attimo in cui faccio forza sulla mia massa inerziale è sempre insopportabile.
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