Mi sono reso conto che mi ricordo a malapena di Wretchie: stanotte mi è capitato il suo profilo fra i suggerimenti di Facebook e, aprendo la foto, mi sono accorto che la sua faccia non mi è più familiare. Un viso sconosciuto, qualcuno che potrei aver visto per strada ma niente più. Non sento nulla: né rancore, né nostalgia, né tanto meno mi viene in mente uno dei tantissimi momenti che abbiamo condiviso, se non mi ci concentro. Il che è assurdo, considerando per quanto è stato uno dei miei migliori amici.
Quando ho riaperto il blog, avevo pensato di riempire quell’anno e passa di chiusura raccontando, parallelamente a ciò che mi succedeva, qualche flashback di quel periodo. Il fatto che non abbia postato per i successivi sei mesi ha ovviamente mandato in fumo l’idea; ma credo che quel periodo sia riassumibile in: non sapevo ancora bene cosa fare della mia vita, così ho continuato a fuggire da me stesso. Quale posto migliore per farlo se non Milano, il Paese dei Balocchi che fanno rima con Phinocchi? Così mi sono fatto spesso il week end a Sfrantaland ospite di Wretchie, appena trasferitosi lì e alla rampante scoperta della sua gaitudo; assieme ne abbiamo passate di tutti i colori. Abbiamo condiviso all you can eat dal cinogiappo, discoteche, pub, giri in centro, battute e acidate sulla chiunque, tanta di quella musica… eravamo Filthy Harlot e Wretched Tart. E considerando che a Trieste praticamente andavo in letargo per risvegliarmi solo in quei week end, non riesco a credere che ora quei ricordi siano così sbiaditi. Della prima metà del 2012 ricordo molto meglio l’unico week end che ho trascorso ospite di Jonah (ve lo ricordate, quello di Splinder?), e non solo perché ci siamo dati alle foto tutto il tempo.
È un po’ assurdo pensare che anni di amicizia e mesi di frequentazione intensa siano naufragati per una stupida lotta da galli cedroni per la stessa preda. Unilaterale, oltretutto, visto che l’ho scoperto mesi e mesi dopo e, quando gli buttavo la battuta, Wretchie negava categoricamente. E dire che gli avevo dato via libera, a patto che me lo dicesse chiaramente, però, così mi sarei fatto da parte, visto che la preda in questione non voleva saperne. Tutto ciò è piuttosto ironico, visto che i nostri alter ego puttan pop erano Beyoncé e Rihanna: ce la siamo andata a cercare.
Lì per lì, gli ho serbato tutto il rancore che sono capace di serbare per una spersona a cui voglio molto bene e da cui mi sento tradito: è più forte di me, la prendo male. Non c’era motivo di fare le cose di nascosto e poi prendersela con me perché continuavo a flirtare col tizio in questione senza sapere che uscivano assieme. E anche questo contribuisce a rendere più strano il fatto che ora Wretchie mi sembri un perfetto estraneo e che la sua faccia sia totalmente sfumata via dai ricordi delle scarpinate Borgo-Duomo alle quattro del mattino cantando a squarciagola. E dire che l’ho anche incontrato per combinazione pochi mesi fa: è stato awkward, ma nulla più. Semplicemente, ho dimenticato la sua faccia. Zero.
Mi rattrista perdere così le persone per strada, anche se sono individui che non è bene avere accanto.
Quando ho riaperto il blog, avevo pensato di riempire quell’anno e passa di chiusura raccontando, parallelamente a ciò che mi succedeva, qualche flashback di quel periodo. Il fatto che non abbia postato per i successivi sei mesi ha ovviamente mandato in fumo l’idea; ma credo che quel periodo sia riassumibile in: non sapevo ancora bene cosa fare della mia vita, così ho continuato a fuggire da me stesso. Quale posto migliore per farlo se non Milano, il Paese dei Balocchi che fanno rima con Phinocchi? Così mi sono fatto spesso il week end a Sfrantaland ospite di Wretchie, appena trasferitosi lì e alla rampante scoperta della sua gaitudo; assieme ne abbiamo passate di tutti i colori. Abbiamo condiviso all you can eat dal cinogiappo, discoteche, pub, giri in centro, battute e acidate sulla chiunque, tanta di quella musica… eravamo Filthy Harlot e Wretched Tart. E considerando che a Trieste praticamente andavo in letargo per risvegliarmi solo in quei week end, non riesco a credere che ora quei ricordi siano così sbiaditi. Della prima metà del 2012 ricordo molto meglio l’unico week end che ho trascorso ospite di Jonah (ve lo ricordate, quello di Splinder?), e non solo perché ci siamo dati alle foto tutto il tempo.
È un po’ assurdo pensare che anni di amicizia e mesi di frequentazione intensa siano naufragati per una stupida lotta da galli cedroni per la stessa preda. Unilaterale, oltretutto, visto che l’ho scoperto mesi e mesi dopo e, quando gli buttavo la battuta, Wretchie negava categoricamente. E dire che gli avevo dato via libera, a patto che me lo dicesse chiaramente, però, così mi sarei fatto da parte, visto che la preda in questione non voleva saperne. Tutto ciò è piuttosto ironico, visto che i nostri alter ego puttan pop erano Beyoncé e Rihanna: ce la siamo andata a cercare.
Lì per lì, gli ho serbato tutto il rancore che sono capace di serbare per una spersona a cui voglio molto bene e da cui mi sento tradito: è più forte di me, la prendo male. Non c’era motivo di fare le cose di nascosto e poi prendersela con me perché continuavo a flirtare col tizio in questione senza sapere che uscivano assieme. E anche questo contribuisce a rendere più strano il fatto che ora Wretchie mi sembri un perfetto estraneo e che la sua faccia sia totalmente sfumata via dai ricordi delle scarpinate Borgo-Duomo alle quattro del mattino cantando a squarciagola. E dire che l’ho anche incontrato per combinazione pochi mesi fa: è stato awkward, ma nulla più. Semplicemente, ho dimenticato la sua faccia. Zero.
Mi rattrista perdere così le persone per strada, anche se sono individui che non è bene avere accanto.
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