Saturday, 23 June 2018

Traguardi dimenticati

Sei mesi, e mi sono quasi dimenticato perché oggi dovrebbe essere una data speciale.

Mi è capitato, negli scorsi tre mesi, di sognare qualche volta di trasgredire. Come sempre, nei sogni ero molto cosciente del presente: mi rendevo conto che era una trasgressione e che rischiavo di rovinare mesi di fatica. Ma è un “sognare” in senso letterale, di vivere una situazione in fase REM, non nel senso di desiderare: non ricordo nemmeno più perché ci trovassi del piacere.
La verità è che la fatica per uscirne è ormai un ricordo lontano, e quella vecchia quotidianità è un ricordo ancora più remoto, quasi sbiadito. Da almeno tre mesi, da quando ho smontato la ritualità anche giù, non sento più quel legaccio che scandiva la mia quotidianità.
E questo stesso post, lo sto scrivendo perché sei mesi sono una data importante, ma non lo sento. Non sento un traguardo, una vittoria, niente: ho completamente dimenticato il baratro e non trovarmici mi sembra naturale come… beh, come respirare. Non ho alcuna nostalgia, non sento di dovermici aggrappare nemmeno in momenti di stress come è stata la pianificazione del viaggio a Roma, né socialmente quando vedo altre persone. Sono libero.

D’altro canto, forse soffermarmi a pensare a questo traguardo mi serve: mi ricorda che, quando voglio (e quando mi sento pronto), sono in grado di riprendere in mano le fila della mia vita e rimettere in ordine almeno qualcosa.
Magari questo 2018 non sarà l’anno della svolta scintillante e radicale che immaginavo, ma sto compiendo tanti piccoli passi con relativa facilità.

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