La cosa che disturba lo spettatore più attento nelle telenovelas o nelle soap opere è, di solito, il clusterfuck di cose con cui i protagonisti vanno a sbattere la faccia. Presi singolarmente, quasi tutti gli avvenimenti sono verosimili: è possibile che capiti un incidente stradale, una malattia grave, un incendio, un tradimento, un matrimonio, un divorzio, una rapina in casa… se proprio hai sfiga, magari anche un incidente aereo, uno scambio di neonati nella culla, una bancarotta, un meltdown con temporanea amnesia…
Ciò che spezza la sospensione volontaria dell’incredulità è che tutta questa roba capiti assieme a un ristretto numero di persone: l’esagerazione, il melodramma, sta proprio nel vedere la vita di pochi colpita da una sciagura dopo l’altra senza soluzione di continuità.
Oggi spezzo una lancia verso la famiglia Forrester e Maria del Barrio: nel giro di una settimana ho avuto una grandinata di sfighe una dopo l’altra che, a raccontarle, sembrano una collezione di balle dette giusto per attirare l’attenzione. Sul serio, mi manca solo una scenata di Soraya Montenegro e le ho viste tutte.
Si parte con magagne fotografiche sulle quali preferirei non soffermarmi: basti dire che la ferita dell’anno scorso è ancora bella che aperta se, per quello che alla fine è un inconveniente non facilissimo ma nemmeno impossibile da superare, ho prontamente ingigantito la cosa immaginando complicati piani per bidonarmi accampando scuse. Il tutto accadeva tra lunedì e martedì scorsi, e martedì mi dovevo alzare prestissimo dopo una notte passata in bianco sia per la nevrosi, sia perché mi era entrata in stanza un’enorme mosca che non riuscivo né a uccidere, né a far uscire, e che ha continuato a svegliarmi a intervalli regolari col suo ronzio. Alessandro e carenza di sonno non sono mai, mai, mai una bella combinazione.
Archiviata la faccenda fotografica, mercoledì il frigo – o meglio, la presa a cui è attaccato – ha deciso di abbandonarmi temporaneamente: sembra proprio che creare un enorme nodo di resistenze elettriche fra prolunghe, lavatrice, adattatori e tripli attacchi non sia una grande idea. Considerando quanto il frigo in generale e il cibo che va a male in particolare siano due dei miei punti più deboli in assoluto, sono riuscito a mantenere i nervi discretamente saldi (e perfino ripulire i vari succhi che carne e latticini avevano rilasciato), anche quando la presa ha reso l’anima nuovamente la sera dopo. Ho perfino trovato le energie per chiamare la padrona di casa e chiederle di far installare un’altra presa. Lì il problema non è tanto che temevo si rifiutasse, visto che è super disponibile, quanto la sua tendenza al panico ogni volta che le si parla di fare qualche intervento in casa: ogni volta devo rassicurarla e farle mantenere i nervi saldi, in momenti in cui già io sono sull’orlo del completo meldown, ma oh, si fa anche quello.
Ciliegina sulla torta, venerdì mattina mi si è smagnetizzata la carta bancomat. Ho mantenuto i nervi saldi e sono riuscito a prelevare ricaricando al volo la prepagata tramite l’online banking, ma odio affrontare la banca e tutto ciò che le gravita intorno, quindi ho praticamente implorato Giulia di accompagnarmi e tenermi la mano quando, il pomeriggio stesso, sono andato a richiedere il duplicato (fra l’altro, pare che il problema fosse quello sportello specifico, dato che in filiale ha funzionato; comunque era tempo di sostituirla per avere anche il contactless, poco male). Se non altro, ho scoperto di poter richiedere un duplicato in qualsiasi momento tramite l’app della banca, quindi la prossima volta potrò fare tutto senza avere a che fare con persone che, ne sono più che sicuro, nella mia paranoia, mi giudicano per il pezzente col conto mezzo vuoto che sono.
Così eccomi qui, a inizio mese, completamente distrutto dalla vita. Già è un periodo in cui faccio un’estrema fatica a tirare avanti con la routine quotidiana: dover gestire così tanti imprevisti tutti assieme mi ha davvero provato. Yay, che bravo, sono forte e ce la faccio lo stesso, bla bla bla… ma vorrei solo che questa telenovela da quattro soldi venisse cancellata dall’emittente.
Si parte con magagne fotografiche sulle quali preferirei non soffermarmi: basti dire che la ferita dell’anno scorso è ancora bella che aperta se, per quello che alla fine è un inconveniente non facilissimo ma nemmeno impossibile da superare, ho prontamente ingigantito la cosa immaginando complicati piani per bidonarmi accampando scuse. Il tutto accadeva tra lunedì e martedì scorsi, e martedì mi dovevo alzare prestissimo dopo una notte passata in bianco sia per la nevrosi, sia perché mi era entrata in stanza un’enorme mosca che non riuscivo né a uccidere, né a far uscire, e che ha continuato a svegliarmi a intervalli regolari col suo ronzio. Alessandro e carenza di sonno non sono mai, mai, mai una bella combinazione.
Archiviata la faccenda fotografica, mercoledì il frigo – o meglio, la presa a cui è attaccato – ha deciso di abbandonarmi temporaneamente: sembra proprio che creare un enorme nodo di resistenze elettriche fra prolunghe, lavatrice, adattatori e tripli attacchi non sia una grande idea. Considerando quanto il frigo in generale e il cibo che va a male in particolare siano due dei miei punti più deboli in assoluto, sono riuscito a mantenere i nervi discretamente saldi (e perfino ripulire i vari succhi che carne e latticini avevano rilasciato), anche quando la presa ha reso l’anima nuovamente la sera dopo. Ho perfino trovato le energie per chiamare la padrona di casa e chiederle di far installare un’altra presa. Lì il problema non è tanto che temevo si rifiutasse, visto che è super disponibile, quanto la sua tendenza al panico ogni volta che le si parla di fare qualche intervento in casa: ogni volta devo rassicurarla e farle mantenere i nervi saldi, in momenti in cui già io sono sull’orlo del completo meldown, ma oh, si fa anche quello.
Ciliegina sulla torta, venerdì mattina mi si è smagnetizzata la carta bancomat. Ho mantenuto i nervi saldi e sono riuscito a prelevare ricaricando al volo la prepagata tramite l’online banking, ma odio affrontare la banca e tutto ciò che le gravita intorno, quindi ho praticamente implorato Giulia di accompagnarmi e tenermi la mano quando, il pomeriggio stesso, sono andato a richiedere il duplicato (fra l’altro, pare che il problema fosse quello sportello specifico, dato che in filiale ha funzionato; comunque era tempo di sostituirla per avere anche il contactless, poco male). Se non altro, ho scoperto di poter richiedere un duplicato in qualsiasi momento tramite l’app della banca, quindi la prossima volta potrò fare tutto senza avere a che fare con persone che, ne sono più che sicuro, nella mia paranoia, mi giudicano per il pezzente col conto mezzo vuoto che sono.
Così eccomi qui, a inizio mese, completamente distrutto dalla vita. Già è un periodo in cui faccio un’estrema fatica a tirare avanti con la routine quotidiana: dover gestire così tanti imprevisti tutti assieme mi ha davvero provato. Yay, che bravo, sono forte e ce la faccio lo stesso, bla bla bla… ma vorrei solo che questa telenovela da quattro soldi venisse cancellata dall’emittente.
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