Wednesday, 1 January 2020

Roar


È assolutamente irrazionale, lo so, ma a questo gito sotto sotto sono un po’ entusiasta del Capodanno. L’unico motivo è che sono iniziati gli Anni Venti, e una qualche parte di me spera che, esteticamente e spiritualmente, possano riportarci ai veri Anni Venti. Quelli del secolo scorso, con le fingerwaves, i lustrini, le frange, il trucco pesante, le piume di struzzo e i turbanti. Gli Anni Venti di Agatha Christie, dei viaggi archeologici in Medioriente, della spensieratezza, del gin, del jazz, del charleston, del cinema muto, delle sedute spiritiche.

Che poi, di avvisaglie degli Anni Venti ne abbiamo avute ultimamente, specie qui in Italia, ma quelle sbagliate. Siamo al giro di boa, al centenario di ciò che ha innescato la pagina più buia della già difficile storia europea: abbiamo la possibilità di riportare indietro il glamour e la bellezza di quel periodo senza per forza ripeterne gli errori.
La situazione attuale non è rosea, ma oggi è Capodanno. Di più, è l’alba di una nuova decade: voglio essere positivo. Voglio crederci, voglio pensare che saranno dieci anni di flapper e progressi sociali. Così come gli Anni Dieci sono iniziati bene e sono crollati verso la metà, questi Anni Venti possono iniziare dal fondo e risalire.

Abbiamo solo bisogno di crederci, convincerci e agire. Magari finiremo ad amare questi Anni Venti quanto abbiamo amato gli scorsi.


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