Saturday, 18 July 2020

Parliamo seriamente di privilegio bianco

Chiariamo una cosa: è vero, essere accusati di “white privilege”, privilegio bianco, fa schifo; non c’è dubbio. Noi bianchi non l’abbiamo chiesto: ci siamo semplicemente nati e fa schifo che ci si rinfacci qualcosa su cui non abbiamo controllo. Sembra ingiusto essere ritenuti colpevoli di qualcosa che non abbiamo attivamente cercato o che non commettiamo deliberatamente. E sì, ci sono bianchi che lo sfruttano apposta, ma che dire di quelli che non lo fanno?

Ma sapete cosa fa ancora più schifo? Essere del tutto svantaggiati. Esserlo per davvero, nel quotidiano: quando si cerca una casa o un lavoro, quando si deve scegliere se fare figli in base a cosa si può offrire loro, o quando ci si trova in una situazione di vita o di morte.
Quando ciò che si è mette in svantaggio, beh, fa più schifo di quando ci ricordano che sotto alcuni punti di vista la nostra vita è più facile.

E attenzione, ho detto “più facile”, non “facile”.
Essere privilegiati non significa che tutte le nostre vite sono rose e fiori. Non toglie validità alle nostre emozioni negative, né agli ostacoli che dobbiamo superare o agli sforzi che dobbiamo compiere per vivere la vita che vogliamo. Significa solo che non abbiamo un ulteriore livello di difficoltà in cima a quelle che già dobbiamo affrontare.
E fra l’altro, si può perfino essere privilegiati sotto alcuni aspetti (bianchi) ma svantaggiati in altri (non eterosessuale). È una scala con varie gradazioni già senza tener conto delle sensibilità e forza d’animo individuali.

Per cui, cari bianchi, la prossima volta che ci sentiamo infastiditi quando qualcuno sottolinea il nostro privilegio bianco, magari proviamo a reindirizzare il fastidio. Non puntiamolo contro la persona svantaggiata che ce lo fa notare, miriamo al sistema che crea questa situazione.
Non è colpa nostra se siamo nati bianchi e troviamo ingiusto che ce lo si faccia pesare? Beh, facciamo sì che smetta di essere un problema. Impegnamoci, pretendiamo che tutti abbiano un punto di partenza equo nella vita a prescindere da come e dove sono nati, invece di far finta che sia già così.

TL;DR: quando vi rinfacciano un privilegio, non gonfiate il petto strillando che vi trattano male. Reindirizzate il fastidio alle norme sociali che danno agli altri una situazione di vita svantaggiosa. Non importa se l’avete chiesto o meno, se ci speculate sopra o meno: è un’ingiustizia, ed è quello che dovrebbe farvi arrabbiare, non quando vi fanno notare che non siete voi quelli che la subiscono.

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