Tuesday, 18 May 2021

Idraulicidio 2 – il ritorno

Chi è il povero deficiente che, la notte tra giovedì e venerdì, è rimasto in piedi fino alle quattro e mezza del mattino a guardare il live streaming degli Evanescence perché, tanto, la mattina dopo non aveva nulla da fare e poteva recuperare il sonno?
Naturalmente io.
E chi è che invece è stato balzato giù dal letto perché il termoidraulico ha nuovamente deciso di presentarsi di testa sua a fare i lavori la mattina stessa senza il minimo preavviso?
Ovviamente sempre io.
Francamente, mi sembra che, tra i due, l’unico che si sta impegnando perché non avvenga un idraulicidio sia io.
 
E così, è iniziata la cinque giorni (perché c’era di mezzo il week end) di lavori più esasperante della storia per installare i termosifoni e i relativi tubi dell’acqua calda. Perché il vecchio bacucco e i suoi anziani amici di merenda sono la crew più disorganizzata che ci potesse essere, e invece che partire da una stanza (sempre svuotata in fretta e furia), fare tutto quello che c’era da fare e poi passare alla successiva permettendoci di pulire e rimettere a posto, sono andati in ordine sparso, facendo un po’ qui, un po’ lì, andando avanti e indietro, sporcando una stanza, impolverando l’altra, rompendo lo sgabellino per salire a frugare sui pensili e pure il mio caricabatterie perché maremma impestata, se ti dico di aspettare che il comodino lo sposto io ci sarà un motivo.
La cosa più frustrante di questo loro approccio caotico è che, una volta pulito dietro loro in una stanza, il giorno dopo saremmo stati punto e accapo, perché prima hanno riempito di polvere e calcinacci facendo i buchi, poi hanno smosso quello che era rimasto infilando i tubi, poi hanno trapanato ancora per fissare le staffe, e noi, per tre giorni di seguito, abbiamo dovuto pulire sempre le stesse stanze, perché mica potevamo stare in mezzo alla polvere in tutto l’appartamento, e pure con la domenica di mezzo! Per non parlare poi che, con tutta la grazia elefantesca che hanno, il bel lavoro di imbiancatura che avevo fatto solo l’anno scorso è bello che andato.
 
Oh, e, fra l’altro, parlando di buchi nel muro, mica ‘sti tre imbecilli mi sbagliano di dieci centimetri buoni l’altezza dei tubi che dallo sgabuzzino entrano in camera mia? Nonostante si potessero regolare con l’altezza del tubo del gas che avevano installato la volta prima?! Sul serio, mi hanno trapanato un cratere nel muro per nulla, poi l’hanno dovuto richiudere a sputo e rifarlo nel posto giusto perché, oltre a essere orribili, i tubi a quell’altezza si sarebbero sovrapposti al cassettone dell’avvolgibile! Ma si può essere più imbecilli?
 
Di buono, in tutto ciò, c’è solo che ho avuto i miei momenti in cui sentirmi super intelligente.
Il primo perché sui tubi bianchi in PVC c’era un’orribile stampa in nero con vari dettagli tecnici, che i tre babbioni ovviamente non si sono premurati di mettere rivolta verso il muro. La Mater si stava già disperando per quanto brutte fossero le scritte, ma io mi sono ricordato di tutti i video che ho visto su PoppenAtelier e mi sono detto che se l’acetone va bene per togliere le facce stampate sulla plastica delle bambole, probabilmente avrebbe funzionato anche con le scritte sul PVC, e così è stato. Parte delle pulizie ha compreso quindi passare il cotone debitamente imbevuto sui tubi, lasciando le scritte solo su quelli dello sgabuzzino in caso servano un domani.
Il secondo perché l’aspirapolvere aveva improvvisamente iniziato a malfunzionare. Non si faceva in tempo ad accenderlo che subito si illuminava la spia del flusso d’aria insufficiente, nonostante avessimo cambiato il sacchetto due settimane prima dopo i lavori precedenti.
Col terrore che qualche calcinaccio aspirato avesse rotto qualcosa, mentre la Mater non c’era mi sono messo a fare diversi testi, scoprendo che la spia si accendeva solo quando tutto era chiuso e installato correttamente. Senza tubo, si accendeva dopo un po’; con lo sportellino del sacchetto aperto non si accendeva; senza sacchetto, che pure era mezzo vuoto, nemmeno. Sono così giusto con acume alla conclusione che il problema fosse che la polvere della muratura fosse più densa di quella normale (infatti l’aspirapolvere pesava uno sproposito) e che quindi ne bastasse molto meno per ostruire il passaggio dell’aria e far credere ai sensori che fosse troppo pieno per operare. Voilà, problema risolto.
Altro che questi imbecilli che non fanno altro che crearne di nuovi.

In ogni caso, mancano solo l’installazione della caldaia (in balcone, e per la quale non dovrò essere svegliato nuovamente la mattina), il collaudo e messa in funzione dell’impianto, e la sistemazione dei tubi dell’acqua calda, che non si capisce come avverrà. Fortunatamente, per nulla di ciò dovremo più svuotare l’intera casa senza preavviso. E francamente, quando avremo finito suggerirò caldamente alla Mater di cercare un’altra ditta per la manutenzione; non che serva molto convincimento, pure lei in ‘sti giorni è stata a tanto così da un bell’idraulicidio.

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