Monday, 3 May 2021

Resurrezione

Da oggi siamo in zona arancione; dopo tanti mesi in cui ho messo il naso fuori casa il meno possibile, solo quando costretto e con l’ansia sempre in agguato, questo pomeriggio sono uscito in tutta tranquillità per un totale di un’ora e dieci più quarantaquattro minuti più cinquantacinque minuti, ovvero il tempo di dare l’ascolto divisibile per cinque, quello durante il quale non voglio essere disturbato o interrotto, a tutte le playlist che sto sentendo in questo periodo.
 
Mentre ero fuori, mi sono reso conto che la vera differenza, il motivo per cui sono stato così tanto fuori casa, non è però il colore della zona, quanto il fatto che il papà di Giulia mi ha riparato l’iPod. Di nuovo.
Facendo una rapida ricerca tra i post più recenti mi sono accorto che, a differenza della volta che me l’aveva ammazzato la tempesta tropicale, stavolta non avevo scritto nulla a riguardo: questo perché la morte era avvenuta di vecchiaia l’anno scorso durante il silenzio stampa dovuto al primo lockdown. Che è poi il motivo per cui non mi sono attivato prima a spedirlo e farlo riparare: logistica nel caos più completo, quindi chissà quando sarebbe arrivato lì, e quando sarebbero arrivati i pezzi di ricambio, e quando sarebbe tornato da me, e comunque non dovendo uscire non era una situazione così urgente.
Poi le cose si sono complicate, è vero, e quando il lockdown è finito più che non aver bisogno dell’iPod perché tanto non uscivo avevo iniziato a non uscire perché avevo bisogno dell’iPod, ma c’è stato il gran casino delle spedizioni di cui anche il mio pacco è stato vittima, poi non sapevo se magari sarei tornato a Trieste a breve, poi sono iniziati i problemi del Mac e onestamente non avevo testa di preoccuparmi anche d’altro, e siamo arrivati a ora. Tra spedirlo, aspettare giustamente che la coda di lavoro del papà di Giulia si smaltisse, poi l’arrivo dei pezzi di ricambio, poi la spedizione, l’iPod è tornato redivivo a casa lo scorso giovedì, giusto in tempo per il ritorno della zona arancione.

Altro motivo per cui non avevo scritto nulla è che a questo giro non ho avuto un attacco d’ansia come la volta della tempesta perché la causa della morte era palese, ovvero la batteria stravecchia. Negli ultimi tempi durava una mezz’ora se andava bene, il logico passo successivo era smettere di funzionare del tutto. A ben vedere, l’iPod non era nemmeno morto, era semplicemente in coma, e una volta stabilito che la batteria era rintracciabile, ero piuttosto ottimista che sarebbe stato possibile resuscitarlo. In effetti, quando è arrivato aveva ancora tutte le mie canzoni dentro e perfino in memoria gli ultimi ascolti fatti prima che svenisse. Ciò non significa che non avessi oltre tre migliaia e mezza di tracce da sincronizzare, tra aggiunte, copertine aggiornate, discografie riorganizzate e tutto ciò che intercorre nel giro di un anno in una libreria musicale maniacalmente tenuta in ordine come la mia.
(Per inciso, sì, a quanto pare tutti i miei prodotti Apple scivolano sulle batterie… dopo circa un decennio. Il resto funziona senza problemi.)

Comunque, la resurrezione non è stata solo dell’iPod, ma anche mia. Per la prima volta da tanto tempo sono uscito volentieri, senza ansia, senza correre per tornare il prima possibile a casa, senza odiare tutto il mondo intorno a me. Avevo una missione ben precisa – riempire la borsa della Mater su Pokémon Go con i Pokéstop del centro, visto che era rimasta con numeri a una cifra di pokéball e megaball – e l’ho svolta volentieri e con efficienza, approfittando anche di non avere lei fra i piedi che mi interrompe o mi parla sopra la musica ogni cinque secondi per svolgere il mio rituale (ultimamente mi ero ridotto a fare gli ascolti “importanti” alle due di notte dopo che lei va a dormire). Uscire un po’ così, in tranquillità, mi era mancato e ora sono di ottimo umore.
Per inciso, è stata una coincidenza perché era in playlist, ma anche oggi ho ascoltato Coming Up For Air di Siobhán Donaghy come quel pomeriggio di tre anni fa al Parco di Miramare a Trieste. E, proprio come quella volta, sento di aver ripreso a respirare dopo una lunghissima apnea. La lunga apnea di non avere il mio iPod con me.

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