Odio le cose fatte all’ultimo minuto. A parte il tempo materiale per organizzarsi e farle nel concreto, gradisco avere anche quello per prepararmi psicologicamente ad affrontarle. Quindi il fatto che il termoidraulico sia passato direttamente stamattina alle nove e mezza per informarci che sarebbe venuto col fratello a trapanare i muri per installare le condutture del gas oggi stesso alle due del pomeriggio mi ha un filino mandato in bestia.
Per contesto, in Merilend non c’è mai stata una rete centrale del gas e tutt’oggi, nell’anno del Signore 2021, campiamo ancora con le bombole. Molti palazzi, come il mio, non hanno nessuna forma di riscaldamento, né centralizzato né dei singoli appartamenti. Dato che finalmente dovrebbero portare la fornitura, abbiamo deciso che anche basta patire il freddo o rischiare di trovarci con la bombola vuota rigorosamente nel week end o durante le feste: contattata, la società di erogazione per mettere in moto l’iter di allaccio ci ha poi consigliato una ditta termoidraulica che si occupi dell’installazione dell’impianto nell’appartamento, e noi abbiamo dato loro retta.
Ebbene, la “ditta” termoidraulica, con sede a Milano “dove questi lavori sono comuni, quindi sanno quello che fanno”, qui da noi è rappresentata dall’anziano (teoricamente pensionato) padre del titolare, età compresa tra quelle della Mater e del Procreatore, e da tre altrettanto vetusti parenti / amici di merende / salcazzo chi. Anziano padre che, per l’appunto, è piombato dal nulla e ha unilateralmente deciso che oggi iniziava i lavori, incurante del fatto che ieri la Mater si sia fatta la prima dose di Moderna e oggi stia una pezza (“Signora mia, anch’io ho fatto la prima dose ieri, ma ho preso un’aspirina e sono venuto lo stesso”, ma chi te l’ha chiesto, prenditelo, un giorno di malattia!).
E quindi, sveglia inaspettata sul presto per me, che ovviamente mi sono dovuto sobbarcare l’intera operazione di svuotamento delle tre stanze in cui passerà il tubo, ovvero la cucina, proprio sopra i pensili, lo sgabuzzino, che è praticamente la tasca multidimensionale di Doraemon, e, wait for it, camera mia! Il che significa che ho dovuto svuotare l’armadio affinché fosse abbastanza leggero da spostarlo, e avrò per un paio di giorni il mio spazio personale violato e sottosopra, col letto in mezzo (perché l’angolo su cui trapanano è proprio quello), la polvere e quant’altro. Ora, questo aveva decisamente bisogno di preparazione psicologica da parte mia.
Per non parlare, appunto, del fatto che, con un briciolo di preavviso, avremmo svuotato le aree interessate con calma in due, tre, anche quattro pomeriggi invece che fare la maratona.
Al momento, comunque, sono appollaiato in un salotto stracolmo di cianfrusaglie, con la Mater che, ripresasi almeno un po’ dai sintomi vaccinali, si è messa furiosamente a pulire la muffa che abbiamo scoperto sul retro dei pensili (nuovi!), e cerco con tutte le forze di non compiere un idraulicidio perché decisamente avevo altri piani per oggi, cosa che non sarebbe successa se quel benedetto signore si fosse degnato di mettersi d’accordo con noi!
Maremma impestata.
Adesso non mi resta che aspettare che levino le tende per dedicarmi a una pulizia a fondo e rilavaggio dei pavimenti, ché, francamente, col cavolo che lascio che se ne occupi la Mater col braccio dolorante. Speriamo solo che non si aggiunga anche il sangue del termoidraulico: si impasterebbe con polvere e calcinacci, e sarebbe un incubo da lavare via.
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