Dov’ è finito Alessandro? Al posto suo è rimasto Dorian Gray. Io mi sono trasformato nella stessa divinità che idolatro.
Siamo identici: entrambi abbiamo un aspetto di assoluta purezza, di candore, ed entrambi siamo profondamente malvagi. Talvolta senza volerlo, spesso consapevolmente. Scaltrezza, meschinità, perversione ed un profondo, inestricabile egoismo si nascondono dietro i nostri bei visi, ci consumano, ci divorano e manovrano. E noi a nostra volta ci nutriamo di tutto ciò, lo sfruttiamo, lo usiamo. Dolci illusioni nascono dalle nostre labbra, e muoiono nella durezza del nostro sguardo. Menzogne, mezze verità si delineano sotto il nostro tocco. Soprattutto mezze verità, terribili, false e reali allo stesso tempo, paradossali nella loro ricercata semplicità. Facciamo soffrire le persone intorno a noi, ne corrompiamo gli animi, facciamo germianre in loro perversione e depravazione. E tutto questo per cosa? Per divertimento? Per convenienza? Sì, convenienza. Io uso le persone. Tutte, indistintamente. Da ognuna di loro ottengo qualcosa, lo desidero. Tutto per Me, solo per Me.
Non c’è via di fuga. Non c’è. Annego in un mare d’avorio e petali di rosa. Se almeno la mia divinità potesse divenire reale, soccorrermi, abbracciarmi, consolarmi, carezzare le mie labbra con le sue, amarmi. Ma no, non avrebbe senso. Userei anche Lui, anche Dorian Gray. Lo userei per occupare il vuoto lasciato da una persona e mai occupato da un’altra.
Una persona che è ormai rimasta nel mio passato, ed una che mi ha seguito nel presente.
Perché io ti desidero, ma so di non meritarti. Non perderti appreso a me, ma ti prego, non abbandonarmi. Non farlo!
Siamo identici: entrambi abbiamo un aspetto di assoluta purezza, di candore, ed entrambi siamo profondamente malvagi. Talvolta senza volerlo, spesso consapevolmente. Scaltrezza, meschinità, perversione ed un profondo, inestricabile egoismo si nascondono dietro i nostri bei visi, ci consumano, ci divorano e manovrano. E noi a nostra volta ci nutriamo di tutto ciò, lo sfruttiamo, lo usiamo. Dolci illusioni nascono dalle nostre labbra, e muoiono nella durezza del nostro sguardo. Menzogne, mezze verità si delineano sotto il nostro tocco. Soprattutto mezze verità, terribili, false e reali allo stesso tempo, paradossali nella loro ricercata semplicità. Facciamo soffrire le persone intorno a noi, ne corrompiamo gli animi, facciamo germianre in loro perversione e depravazione. E tutto questo per cosa? Per divertimento? Per convenienza? Sì, convenienza. Io uso le persone. Tutte, indistintamente. Da ognuna di loro ottengo qualcosa, lo desidero. Tutto per Me, solo per Me.
Non c’è via di fuga. Non c’è. Annego in un mare d’avorio e petali di rosa. Se almeno la mia divinità potesse divenire reale, soccorrermi, abbracciarmi, consolarmi, carezzare le mie labbra con le sue, amarmi. Ma no, non avrebbe senso. Userei anche Lui, anche Dorian Gray. Lo userei per occupare il vuoto lasciato da una persona e mai occupato da un’altra.
Una persona che è ormai rimasta nel mio passato, ed una che mi ha seguito nel presente.
Perché io ti desidero, ma so di non meritarti. Non perderti appreso a me, ma ti prego, non abbandonarmi. Non farlo!
Sarà servito piangere tutta la sera?
Forse la soluzione e che Tu mi uccida. Dammi pace.
Amami. E poi uccidimi.
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