Monday 19 March 2007

Le Fleurs Du Mal

Appena tornato dal recital dedicato a Charles Baudelaire, completamente entusiasta.
È immorale. È macabro. È delirante. È proprio come piace a me.

Il declamatore era abbastanza bravo, sebbene in alcuni punti scadesse nell’artificiosità, e stranamente non aveva affatto l’accento marcato tipico delle persone immonde che vagano per questa landa inospitale.
A proposito della landa, è già strano che un evento del genere sia stato organizzato, ma voglio bearmene senza guastare il momento.

Questo è uno dei componimenti che maggiormente m’ha colpito:

Il Veleno «~

Il vino sa rivestire il più sordido tugurio
D’un lusso miracoloso
E innalza portici favolosi
Nell’oro del suo rosso vapore,
Come un tramonto in un cielo annuvolato.

L’oppio ingrandisce le cose che già non hanno limite,
Allunga l’infinito,
Approfondisce il tempo, scava nella voluttà
E riempie l’anima al di là delle sue capacità
Di neri e cupi piaceri.

Ma tutto ciò non vale il veleno che sgorga
Dai tuoi occhi, dai tuoi occhi azzurri,
Laghi in cui la mia anima trema specchiandovisi rovesciata…
I miei sogni accorrono
A dissetarsi a quegli amari abissi.

Tutto questo non vale il terribile prodigio
Della tua saliva che morde,
Che sprofonda nell’oblio la mia anima senza rimorso,
E trasportando la vertigine,
La rotola estinta alle rive della morte!


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