Ora che sono tornato a casa della Mater, sto avendo l’occasione di dedicarmi ad attività del tutto nuove e, per me, perfino bizzarre, come installare programmi sul suo pc per permetterle di stampare un cartamodello pescato su internet per realizzarmi un gilet in velluto blu scuro ricamato (stoffa pregiata scelta da me medesimo). Se devo essere sincero, ammiro moltissimo il fatto che lei abbia ereditato dal nonno l’abilità di vedere un vestito fatto e finito laddove io vedo soltanto delle linee più o meno dritte in mezzo ad un reticolato. Ma, più in generale, ammiro le sue mille e più risorse, i suoi tantissimi interessi grazie ai quali è riuscita a tirare avanti anche in momenti difficili, i suoi innumerevoli interessi che all’occorrenza diventano vere e proprie professioni.
La cosa strana, però, è che questa volta non mi sento davvero “a casa della Mater”. Mi sento semplicemente “a casa”. Quattro stanze, un corridoio, un bagno, un ripostiglio e due balconi: questa è casa. Con il letto da una piazza e mezza ed il materasso comodo, la connessione stabile, il pianoforte, il cibo pronto, l’impianto hi-fi, tutti i CD, i DVD, perfino i poster di Amy Lee e degli Evanescence. E ovviamente la mamma e Murka. Disprezzo ancora sommamente Alghero e tutto il Merilend, ma dentro queste quattro mura è pur sempre casa, ed è bello. (Lo sarà un po’ meno quando dovrò girare mezzo scoglio per trovare Design Your Universe degli Epica, ma dettagli).
Piccolo inciso che non c’entra nulla: noterete che ultimamente c’è un po’ di avvicendamento nella sezione cantanti della colonna di destra. Via Tamarrja Terrunen perché ha scocciato, via pure Anette perché nulla contro di lei, ma non vogliamo appesantire troppo il template, e benvenute Amanda Somerville e Laurie Ann Haus. Inoltre ho cambiato la foto dell’unico maschietto del blog (ovvero Anders Jacobsson) perché ne ho trovata una in cui è più figo, e di Amy Lee perché questa ha dei colori magnifici (e vorrei far notare che posso usare soltanto quelle dei tour di Fallen, perché in quello di The Open Door era ingrassata come una balena), e ci sono stati un po’ di spostamenti vari che riflettono il rapido mutare dei miei gusti musicali in questo periodo. Qualora dovesse presentarsi una nuova voce degna di nota, credo che la prossima a partire sarebbe Annlouice, con la sua vocetta banale da soprano lirico: ormai lasciano il tempo che trovano, se non hanno la personalità di una Vibeke o una Laurie Ann. Non che Carmen Elise sia migliore della povera Annlouice, come cantante, ma almeno in quella foto mostra una presenza più bella, e nel mio blog anche questo conta. Probabilmente, al suo posto entrerebbe Sonya dei L'Âme Immortelle, ma dal vivo è talmente grassa che nemmeno Photoshop la salva, per cui evitiamo.
Ad ogni modo, domani la Mater parte per Roma a manifestare a spese della CGIL, per cui ho la casa libera. Senza compagnia.
La cosa strana, però, è che questa volta non mi sento davvero “a casa della Mater”. Mi sento semplicemente “a casa”. Quattro stanze, un corridoio, un bagno, un ripostiglio e due balconi: questa è casa. Con il letto da una piazza e mezza ed il materasso comodo, la connessione stabile, il pianoforte, il cibo pronto, l’impianto hi-fi, tutti i CD, i DVD, perfino i poster di Amy Lee e degli Evanescence. E ovviamente la mamma e Murka. Disprezzo ancora sommamente Alghero e tutto il Merilend, ma dentro queste quattro mura è pur sempre casa, ed è bello. (Lo sarà un po’ meno quando dovrò girare mezzo scoglio per trovare Design Your Universe degli Epica, ma dettagli).
Piccolo inciso che non c’entra nulla: noterete che ultimamente c’è un po’ di avvicendamento nella sezione cantanti della colonna di destra. Via Tamarrja Terrunen perché ha scocciato, via pure Anette perché nulla contro di lei, ma non vogliamo appesantire troppo il template, e benvenute Amanda Somerville e Laurie Ann Haus. Inoltre ho cambiato la foto dell’unico maschietto del blog (ovvero Anders Jacobsson) perché ne ho trovata una in cui è più figo, e di Amy Lee perché questa ha dei colori magnifici (e vorrei far notare che posso usare soltanto quelle dei tour di Fallen, perché in quello di The Open Door era ingrassata come una balena), e ci sono stati un po’ di spostamenti vari che riflettono il rapido mutare dei miei gusti musicali in questo periodo. Qualora dovesse presentarsi una nuova voce degna di nota, credo che la prossima a partire sarebbe Annlouice, con la sua vocetta banale da soprano lirico: ormai lasciano il tempo che trovano, se non hanno la personalità di una Vibeke o una Laurie Ann. Non che Carmen Elise sia migliore della povera Annlouice, come cantante, ma almeno in quella foto mostra una presenza più bella, e nel mio blog anche questo conta. Probabilmente, al suo posto entrerebbe Sonya dei L'Âme Immortelle, ma dal vivo è talmente grassa che nemmeno Photoshop la salva, per cui evitiamo.
Ad ogni modo, domani la Mater parte per Roma a manifestare a spese della CGIL, per cui ho la casa libera. Senza compagnia.
Ma Annetta sta là ancora
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