Friday, 19 July 2013

Incidenti di crescita

Non mi ero mai accorto di quanto fosse illuminata la via dove abito di notte. Del resto, è una cosa che difficilmente si nota se non quando, come nel mio caso, si è impegnati in un’attività clandestina che richiede il favore delle tenebre e la massima discrezione.
Detto in parole povere, approfittando del trasloco mi sono liberato alla chetichella e in assenza di testimoni di una parte alquanto imbarazzante della mia adolescenza, che mi aveva seguito fin qui. Dapprima come se nulla fosse, poi relegata nel ripiano più basso dello scaffale, quindi nascosta sotto il letto e infine dentro uno scatolone che ho dovuto riaprire solo ora per metterci altra roba.
Adesso giace in un cassonetto in attesa che il furgone della nettezza urbana ne faccia sparire ogni traccia, eccetto che nella memoria di chi mi conosceva da ragazzino (e che condivide con me l’imbarazzo e, quindi, se ne starà zitta).
Ah, è inutile che mi chiediate di cosa si tratta, me lo porterò nella tomba (penso di aver già epurato il blog di tutto, comunque dovrò ricontrollare). Solo Francesca, che mi ha aiutato col precedente trasloco, potrà immaginare di cosa si tratta: tesoro, alla fine ho seguito il tuo consiglio di allora.

Onestamente non avevo in programma una fine così ingloriosa per quella roba. Pensavo di rispedirla ad Alghero e tenerla rinchiusa lì, assieme al resto della mia adolescenza, ma non c’è stato verso: in tre anni sono riuscito ad accumulare una tale montagna di cose in una sola stanza che i due pacchi da rispedire erano pieni senza possibilità di farci entrare anche quello. Figurarsi uno degli altri nove.
Fortunatamente avevo altre cose da buttare via, così ho nascosto il misfatto gettandoci sopra una vecchia maglietta sudaticcia, puzzolente e assolutamente lercia, un po’ per farci calare sopra un pietoso sudario, un po’ perché non mi va che altra gente, usando quel cassonetto, veda la cosa.
In realtà non so nemmeno se mi vergogno più della parte di adolescenza di cui mi sono liberato, o del modo davvero vigliacco in cui l’ho fatto.

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