Friday 14 September 2018

Migliori amici un corno

Sinceramente? Non è che odio i cani come animali. Presi singolarmente, mi stanno abbastanza indifferenti: li trovo bestie stupide che sprecano un sacco di energie per compiacere gli altri, senza capire che in cambio ricevono ben poco.
È vero che negli ultimi anni la cagna dei miei vicini qui, con i suoi agguati dietro al cancello e il suo abbaiare aggressivo ogni volta che si passa, me li ha resi ancora meno simpatici. È vero che non mi piace il loro odore e detesto la loro saliva. Ma, nel complesso, il massimo del sentimento che provo per la categoria in generale è condiscendenza, magari un po’ di pena. Alcuni singoli cani addirittura li tollero per amore o rispetto dei loro padroni. Ovviamente, non ne vorrei mai uno mio perché essere guardato dal basso verso l’alto con occhi adoranti mi metterebbe abbastanza ansia.
Presi come fenomeno sociale, invece, il discorso è molto diverso. Lì sì, odio i cani: l’indifferenza non basta più.

Non mi ero mai soffermato, ad esempio, sul fatto che a Trieste vivo in una zona tutta di palazzi, senza villette col giardino. Come me ne sono accorto? Perché quando torno ad Alghero, che nella mia zona è piena di giardini privati, arriva una certa ora e parte la cagnara, perché una di quelle stupide bestie si esagita, produce chiasso, un’altra la sente e risponde, e via di telegrafo del crepuscolo che nemmeno La Carica dei 101. D’estate con tutte le finestre aperte, giorno dopo giorno diventa l’inferno.
Ma io dico: porca miseria, se dà fastidio a me all’altro angolo della via, possibile che il baccano prodotto dal tuo cane non ti faccia venir voglia di scendere in quel dannato cortile e farlo stare zitto? Disciplinarlo un po’? Capisco che col tempo subentrano l’abitudine e la rassegnazione, ma c’è un limite a tutto!

Naturalmente, tolti i quattro passi sotto casa specificamente per quello, guai a rinunciare alla bella passeggiata in centro se si deve scendere il cane a pisciarlo. Invece che elaborare un percorso in funzione dei bisogni del cane, lontano da folla e rumori, lo si porta in vie strette e affollate, magari gli si sgancia anche il guinzaglio e lo si lascia libero di correre fra i piedi della gente, appresso ad altri cani, che nemmeno i bambini fra i tavoli del ristorante. E se mi fa inciampare? È un cane, mica capisce. E se gli pesto una zampa o la coda? È colpa mia che dovevo stare attento. E se deve fare i bisogni? Li fa, punto.

A questo proposito, sono già sceso nel dettaglio della mia frustrazione per le cacche di cane sul marciapiede, ma posso aggiungere che con la pipì non va molto meglio. Ad Alghero nello specifico, visto che non piove molto spesso, non si trova un angolo, uno, che non sia annerito e puzzolente. Per non parlre delle panchine in cemento sul lungomare: entrambi gli angoli di ciascuna sono sporchi e con i rivoletti sulle piastrelle del marciapiede. Lì, dove la gente si siede a godersi il panorama e rilassarsi, con la puzza di pipì nelle narici. Prova a farlo notare e ti aggrediscono come se fosse colpa tua se non hanno portato una bottiglia d’acqua per pulire dietro il loro dannato animale. O non l’hanno portato in qualche posto più appropriato – ma di nuovo, come da punto precedente, loro sono lì per godersi la passeggiata, chissenefrega della responsabilità di avere un animale appresso.
 
Ora, socialmente parlando, se tu vuoi un dannato animale da compagnia, perché devo pagarne le conseguenze anch’io? Se io mi prendo un gatto, è a me miagola quando vuole mangiare, è in casa mia che la sua lettiera puzza, sono le mie cose che, eventualmente danneggia nella sua esuberanza (se non ho pensato a dargli una diamine di educazione). Perché invece, quando qualcuno prende un cane, deve diventare un peso per tutti?
E no, non cominciate nemmeno con la solita lagna che sono i padroni e non i cani: lo so benissimo, ma ciò non cambia che, per quanto la colpa sia degli umani,  il problema siano i cani. Senza cani non ci sarebbe nulla di tutto ciò. Mi dispiace, ma non riesco a separare il fenomeno sociale dai singoli individui se non per non urtare i miei amici che li hanno.
Fintanto che la cultura rimarrà fissa sul menefreghismo e la gente non accetterà che avere un animale è una responsabilità, che nei momenti che dedicati a loro ci si prende cura di loro, e sarebbe il caso di privarsi della passeggiata in centro, del giro per negozi, dei fuochi d’artificio – tutte cose che ci si può godere lasciando i cani a casa – continuerò a storcere il naso quando mi si presenteranno i cani come la cosa più bella del mondo.

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