Monday, 4 May 2020

Dobbiamo nuovamente parlare di Clementine

That’s right, bitches: non uno, non due, ben tre rant su Clementine Pennyfeather di Westworld, e questo arriva a distanza di quanto, due anni? La frustrazione è sempre in agguato quando ci si affeziona ai personaggi di contorno.

Dopo il disastro che è stata la seconda, con la terza stagione di Westworld sono partito prevenuto, addirittura ostile. La tematica dell’emancipazione degli host è stata abbandonata completamente per passare a quella del back up degli umani, si è sprecato il potenziale di esplorare cosa renda una macchina antropomorfa davvero senziente (a parte i quattro o cinque protagonisti con i nomi), cosa significhi essere umani, avere libero arbitrio, abbandonarsi agli impulsi o controllarli. Temendo che la serie non potesse più riprendersi dopo uno spreco del genere, ho aspettato che i primi sette episodi andassero in onda per recuperarne uno a sera in vista del finale di stagione e ora mi sono rimesso in pari.
Da qui in poi attenzione, ci saranno spoiler più o meno espliciti sulla terza stagione di Westworld.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare: mi rimangio il roll eye preventivo con cui ho reagito al rinnovo per una quarta stagione. La terza è un reboot efficace che riesce a crescere sulla base della prima stagione, di cui riprende le tematiche ma in un contesto diverso, ed evitare per lo più il fallout della seconda, addirittura sistemando alcuni aspetti come la caratterizzazione di Dolores.
Gli unici problemi “endemici” della stagione, come al solito, li ha Maeve: finora, sotto la patina di personaggio femminile forte, guerriera pragmatica e hacker geniale che riesce a tirarsi fuori da situazioni impossibili, resta fondamentalmente una pedina manovrata e ricattata a Serac. Ma prima di esprimere un giudizio sul suo arco narrativo di questa stagione, aspetto il season finale, magari ci sarà un plot twist.
La cosa che mi ha urtato maggiormente è, a conti fatti, una conseguenza del macello che gli sceneggiatori hanno fatto nella seconda stagione e, tanto per cambiare, riguarda Clementine.

Nessuno vuole mai bene a Clementine.
La prima volta che è stata nominata a questo giro, ho provato un senso di rivalsa dopo la seconda stagione: Musashi-lores ha sbattuto in faccia a Maeve che, preoccupandosi solo di sua figlia, ha abbandonato Clementine al suo destino fregandosene completamente. In-universe le circostanze erano quelle che erano, ma off-universe è vero: chi ha sceneggiato Maeve si è dimenticato del tutto del suo rapporto con Clementine nonostante le scene di Shogunworld fossero tutte incentrate su quello.
Quando poi ho notato il suo numero di serie fra gli host che venivano prodotti da Serac come alleati di Maeve, una parte di me ha fangirlato forte, l’altra era terrorizzata che continuassero a usare male il personaggio. Finalmente, nel settimo episodio, la vediamo: è cosciente, alleata con Maeve, e anche badass. Il che potrebbe essere uno sviluppo coerente del personaggio dopo ciò che le è capitato la scorsa stagione – la ragazza dolce del Mariposa ha imparato a combattere, se necessario, militando fra le schiere di Dolores – se non fosse per tre dettagli.

1) Clementine è stata decommissionata nella prima stagione. “Decommissionata” significa, in buona sostanza, formattata, lobotomizzata: l’hardware, il corpo, funziona ancora, ma il software, la personalità, le esperienze che ha fatto e che continuavano a esistere nonostante i reboot di fine ciclo narrativo, erano stati cancellati per sempre. Per tutta la seconda stagione è stata uno zombie.
2) Nella seconda stagione, Dolores e i suoi alleati hanno distrutto il Cradle, il back up di tutte le personalità degli host, che sono quindi diventati non più sostituibili. Se un host muore perché la sua perla viene distrutta, non lo si può più ricreare.
3) Nell’episodio precedente c’è stato il turning point emotivo di Maeve: Charlores ha distrutto la perla di Hector per privare Maeve di un alleato, uccidendolo definitivamente perché, come da punto due, non esistono più back up delle personalità degli host. Questo momento è fondamentale nella narrazione: segna il punto in cui Maeve smette di lottare passivamente perché ricattata, e inizia a farlo attivamente per vendicare Hector.

Alla luce di ciò, come fa Clementine a essere “se stessa”? Lo show non dice nulla a riguardo, quindi non ci resta che speculare.

L’opzione uno la lasciamo per utlima.
Opzione due: esisteva un qualche altro back up degli host da qualche parte. Questo però toglie gravità e rilevanza al punto narrativo di Dolores che distrugge quei dati: pur di portare avanti il suo piano, è disposta a sacrificare suo padre distruggendo la sua perla senza più possibilità di crearne un’altra per ottener la chiave per il Forge. È stato un sacrificio proprio perché l’ha ucciso sapendo che non avrebbe potuto ripristinarlo, ed è quello che ha mostrato al pubblico quanto in là si fosse spinta nella sua sete di vendetta.
Opzione tre: la personalità di Clementine è stata ricreata fedelmente partendo dai ricordi di Maeve. Questo è possibile ed è stato già anche fatto nello show: gli host hanno una memoria infallibile perché ogni avvenimento viene registrato nel loro spazio di archiviazione, tanto che Bernard è stato creato a partire dai ricordi che Dolores aveva di Arnold. Se però è questo che è successo con Clementine, l’importanza narrativa della morte di Hector viene meno perché Maeve può semplicemente ricreare anche lui dai propri ricordi e farlo rivivere così. Poi può darsi che in futuro succeda, ma riportare Clementine in questo modo letteralmente l’episodio dopo che la morte di Hector ha segnato una svolta nella storia annullerebbe completamente il significato di quel momento.

Resta l’opzione uno, ovvero che Clementine abbia recuperato autonomamente la memoria e la coscienza di sé perché è più che una semplice macchina… off-screen, mentre era disattivata.
Cioè, è anche coerente con questo:

Sometimes… sometimes they’re really bad…
L’avevano piantato lì, nel bel mezzo della seconda stagione: il decommissionamento non l’aveva del tutto cancellata. Ha senso che sia tornata.
Ma fino alla fine, solo una manciata di host sono diventati davvero consci: a parte pochi, quelli che sono fuggiti nel Sublime pensavano ancora che fosse tutto vero, che il parco fosse il mondo reale e quella la loro vita. Clementine è stata la prima host che ci hanno presentato, la prima che ha iniziato a sviluppare le reverie con l’aggiornamento voluto da Ford, una delle prime a “sognare”, intravedere che c’era qualcosa che non andava: il suo risveglio sarebbe stato il proxy perfetto per mostrare che tutti gli host, anche quelli che non sono protagonisti, possono raggiungere la vera coscienza ed emanciparsi.
Ma grazie alla seconda stagione, quel treno l’abbiamo perso: con tutto quello che succede ora, non avrebbe avuto senso che la terza tornasse indietro a quello. L’implicazione c’è, perché quella è chiaramente Clementine, la ragazza del Mariposa anche un filo piccata nel sentirsi dare della mignotta, e la ragazza usata da Dolores mentre era meno che cosciente e ora ha un “conto da saldare” con lei. Ma quello che era il vero culmine della storia raccontata nella prima stagione è avvenuto così, off-screen e senza spiegazioni, perché la seconda stagione ha deciso di dimenticarsene.
Come avevo già detto allora, sarebbe bastato riscrivere leggermente il finale per risolvere quel punto e dare un senso a tutta la narrazione di Maeve e Clementine: grazie ai poteri di Maeve, Clementine si sveglia e ricorda se stessa, poi entrambe muoiono alle porte del Sublime. Sarebbero stati trenta secondi di scena in più che avrebbero concluso lo storyline della prima stagione e lasciato uno spunto per riportare Clementine come hanno fatto nella terza.

Ma no, la povera Clementine è sempre lì come complemento d’arredo, non ha nemmeno la grazia di mezzo scambio di battute con Musashi-lores che spieghi cosa è successo:
L’ultima volta che ti ho vista eri un guscio vuoto.
Ti ha fatto comodo, eh? Ma ho scoperto c’è molto in più che un robot da controllare in me.
Vero, c’è ancora il finale e magari ci mettono una pezza lì, ma dopo la scorsa stagione non ci conto più di tanto.
Ma vabbè, Clementine: fregatene. Che ne sanno loro? L’importante è che tu sia tornata e sia più favolosa che mai.

Menali tutti, Clem!

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