Friday 28 February 2020

Vanitas vanitatum et omnia vanitas

Fra i 101 modi di rovinare la giornata ad Alessandro figura sicuramente una macchia arrossata e leggermente gonfia che spunta in viso, proprio sul limite dell’occhiaia. Non prude, non fa male, semplicemente sta lì, leggermente gonfia e leggermente arrossata. Non sapendo cosa l’abbia provocata, se si tratti di una puntura d’insetto o cosa, ora ho il terrore: e se non passa presto? E se mi lascia una macchia scura? E se mi sfigura permanentemente?
Ma già il fatto di essere sfigurato temporaneamente mi manda ai pazzi. L’anno scorso ho fatto praticamente un mese di clausura per colpa di un brufolo particolarmente grosso e ostico ad mandare via: ci manca solo un eczema di origine sconosciuta, o cosa cavolo è.

Sembra una scemenza, ma la mia auto-percezione è già disastrosa, quindi perdere anche solo temporaneamente quello che considero il mio unico assetto, il mio bel viso, è destabilizzante. Un po’ come quando mi avevano fatto quel tremendo taglio di capelli e la cosa mi aveva devastato per due pomeriggi di fila nonostante cercassi di ripetermi che волосы не зубы, “i capelli non sono denti” (nel senso che ricrescono). Katia, che come al solito mi ha raccolto col cucchiaino, ha dovuto prendermi da parte e spiegarmi che la cosa ha avuto un impatto così brutto su di me perché sono i capelli che danno forma al mio viso e influiscono su ciò che vedo ogni giorno allo specchio.

Ecco, qui è la stessa cosa: guardare allo specchio e vedere quella macchia arrossata mi agita. Continuo a controllare nella speranza che si stia già sgonfiando almeno un po’, mi viene una punta d’ansia ogni volta che, senza pensarci, sollevo la mano verso il viso, sia mai che sfregando anche solo per sbaglio la cosa peggiori, e lo stomaco mi si annoda ogni singola volta che me ne ricordo. È un incubo.
E intanto che aspetto che aprano le farmacie per andare a comprare qualche pomata, la giornata è rovinata.

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