Rimanendo sempre in tema nostalgia, per un piccolo concatenamento di eventi sono finito su WayBackMachine, l’archivio del web dove moltissimi siti web sono conservati in varie vecchie incarnazioni. In sostanza, su PlanetRomeo ho visto uno che mi ha ricordato una persona che odio (non era lui, per fortuna). Così, per tenere viva la fiamma, ho provato a cercare qualche sua traccia, tra cui controllare se su WayBackMachine ci fosse il suo vecchio blog per ricordarmi che razza di imbecille pretenzioso e sfasciafamiglie fosse.
Il suo blog alla fine non c’era, ma ho scoperto che non solo la vecchia incarnazione del mio è stata preservata fino più o meno al 2009, ma anche buona parte di quelli che seguivo erano ancora lì (tra cui, grazie agli Dei dell’Internet, L’Époque Noire). Sicuramente andrò a rileggermi qualcosa qua e là, e molti li ho anche linkati ai rispettivi autori per suscitare reazioni che sono andate dalla nostalgia al profondo cringe.
Fin qui, le reazioni più vivaci le ha avute Veronica, e ne abbiamo anche parlato un bel po’ via DM su Instagram (aiuto, questo clash di piattaforme mi confonde). Riflettendo sul fatto che certi momenti di cringe e pretenziosità siano tappe obbligatorie nel corso della crescita, siamo giunti alla conclusione comune che sia una vera fortuna averle superate prima dell’avvento dei social media.
Noi praticamente vivevamo su Internet, che però all’epoca era ancora per la maggior parte testuale o in chat privata perché le connessioni erano più lente e le risoluzioni più basse, ed è solo questo che ci ha permesso di non perdere ogni dignità in mondovisione. Niente Facebook o, peggio, Instagram da riempire di foto, e anche Netlog e MySpace sono arrivati piuttosto tardi per noi.
Al massimo avevamo DeviantArt, ma almeno aveva quell’aria un po’ più artsy e l’abbiamo usato per esprimerci artisticamente piuttosto che per spammare selfie quotidiani del tutto privi di merito (secondo Veronica perché eravamo degli insopportabili snob, ma almeno i risultati sono stati buoni).
Però è stato bello cogliere lo spunto dei blog per ripercorrere insieme alcuni tratti della memory lane.
Side note, per quanto riguarda il mio blog, l’avevo esportato prima della chiusura di Splinder e reimportato su Blogspot circa un anno dopo. Qui ho giusto tolto un paio di riferimenti imbarazzanti a cose che mi piacevano perché ero troppo stupido, qualche uscita che è invecchiata malissimo e qualche post fondamentalmente inutile, per il resto le differenze sono minime. Mi dispiace un po’ che WayBackMachine non visualizzi almeno una versione dell’elaboratissima e pacchianissima grafica che avevo creato, quella con Pescy o quella con Angel Sanctuary, piena di sticker di cantanti che seguivo e disegni di Kaori Yuki.
Ecco, quella è nostalgia a cui è facile cedere: non invidio affatto gli adolescenti di oggi che conserveranno, invece, prove visive inconfutabili dei loro momenti di cringe.
Il suo blog alla fine non c’era, ma ho scoperto che non solo la vecchia incarnazione del mio è stata preservata fino più o meno al 2009, ma anche buona parte di quelli che seguivo erano ancora lì (tra cui, grazie agli Dei dell’Internet, L’Époque Noire). Sicuramente andrò a rileggermi qualcosa qua e là, e molti li ho anche linkati ai rispettivi autori per suscitare reazioni che sono andate dalla nostalgia al profondo cringe.
Fin qui, le reazioni più vivaci le ha avute Veronica, e ne abbiamo anche parlato un bel po’ via DM su Instagram (aiuto, questo clash di piattaforme mi confonde). Riflettendo sul fatto che certi momenti di cringe e pretenziosità siano tappe obbligatorie nel corso della crescita, siamo giunti alla conclusione comune che sia una vera fortuna averle superate prima dell’avvento dei social media.
Noi praticamente vivevamo su Internet, che però all’epoca era ancora per la maggior parte testuale o in chat privata perché le connessioni erano più lente e le risoluzioni più basse, ed è solo questo che ci ha permesso di non perdere ogni dignità in mondovisione. Niente Facebook o, peggio, Instagram da riempire di foto, e anche Netlog e MySpace sono arrivati piuttosto tardi per noi.
Al massimo avevamo DeviantArt, ma almeno aveva quell’aria un po’ più artsy e l’abbiamo usato per esprimerci artisticamente piuttosto che per spammare selfie quotidiani del tutto privi di merito (secondo Veronica perché eravamo degli insopportabili snob, ma almeno i risultati sono stati buoni).
Però è stato bello cogliere lo spunto dei blog per ripercorrere insieme alcuni tratti della memory lane.
Side note, per quanto riguarda il mio blog, l’avevo esportato prima della chiusura di Splinder e reimportato su Blogspot circa un anno dopo. Qui ho giusto tolto un paio di riferimenti imbarazzanti a cose che mi piacevano perché ero troppo stupido, qualche uscita che è invecchiata malissimo e qualche post fondamentalmente inutile, per il resto le differenze sono minime. Mi dispiace un po’ che WayBackMachine non visualizzi almeno una versione dell’elaboratissima e pacchianissima grafica che avevo creato, quella con Pescy o quella con Angel Sanctuary, piena di sticker di cantanti che seguivo e disegni di Kaori Yuki.
Ecco, quella è nostalgia a cui è facile cedere: non invidio affatto gli adolescenti di oggi che conserveranno, invece, prove visive inconfutabili dei loro momenti di cringe.
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