L’ho detto, ripetuto e ribadito, ma purtroppo l’argomento non si esausrisce mai, così... anche quest’anno, la primavera la odio proprio. Solo che stavolta non tanto per questioni di residui di gothness adolescenziale, quanto perché, in aggiunta a quanto riportato nei post degli anni scorsi, nell’ordine:
a) Mi è venuto un attacco di congiuntivite proprio il giorno prima di andare a rimorchiare in disco gaia a Mestre, facendomi uscire un occhio rosso indecente;
b) Venezia è tanto bella, ma non si sa decidere su che tempo fare: sabato mi ero preparato a una temperatura da primi di aprile mettendomi in camicia e gilet, e mi sono trovato con un caldo estivo che mi ha fatto fare la sauna; domenica mi ero invece preparato al megacaldo mettendomi solo in camicia, e invece si è levato un vento allucinante che mi ha fatto prendere freddo. Risultato? Ora sono a letto con un ferro rovente in gola e una febbre da mal di testa allucinante;
c) Un po’ tutti i miei amici, chi più chi meno, sono alle prese con allergie, virus che attecchiscono felicemente sui corpi fiaccati dal tempo instabile e simili.
Quindi quest’anno ho dei motivi più che leciti per odiare la primavera, non sto facendo l’alternativo (cosa che non ho comunque mai fatto).
Si è parlato di Venezia e di disco gaia. L’idea era di fare un week end fotografico con un Infernal Lord al sabato, un set commissionato dalla modella domenica, e nel mezzo occupare la notte facendo un overnight danzereccio per poi recuperare un po’ di sonno nella macchina di Lili di primo mattino. Inutile dire che i piani sono andati in tutt’altro modo, visto che il modello che avevo contattato per l’Infernal Lord non ha dato segni di vita, mentre il set commissionato ha visto il mio più grande fail da quando tengo in mano una reflex, ovvero l’ssermi dimenticato alcuni oggetti scenici fondamentali.
Per quanto riguarda la discoteca gaia, inutile dire che è andata come tutte le altre volte: un tizio mi ha puntato ma non era il mio tipo nemmeno per una pomiciata random sotto i fumi dell’alcol, io ho puntato un tizio ma non era minimamente interessato, un vecio mi si è strusciato addosso nonostante io mi stessi scostando sempre più lontano e gli stessi anche scrivendo praticamente in faccia un sms in cui dicevo che un tizio attempato ci provava con me ma non era il mio tipo nemmeno in qualche universo parallelo (e cito la risposta di Cla: dovrebbero interdire l’accesso alle disco gaie agli uomini over-35). Ah, e poi c’era il ballerino (s)vestito in camicia a maniche corte e mutande che mi lanciava occhiate e sorrisini, salvo prendere il volo appena ho iniziato a puntare nella sua direzione ballando per vedere se da vicino valeva la pena, per cui immagino fosse solo interessato a lanciare sarde e fuggire e ho deciso che non ne valeva la pena a priori. Ad ogni modo, se non sono riuscito a quagliare nemmeno in un luogo dove era concentrata tutta la sfrantness del Triveneto, a questo punto tanto vale che mi faccia assumere ai cieli come santo vergine e martire. Non che la cosa mi avvilisca, dato che non considero una disco gaia come ambiente di rimorchio ottimale per le pretese che ho, ma la pomiciata e via il sabato sera ci sta e non mi dispiacerebbe se capitasse un po’ più spesso. Tralasciando questi dettagli, però, mi sono divertito a ballare con Lili, nonostante il megasonno e il mal di gola già incipiente, per cui la serata è andata bene.
Il giorno dopo, invece, dato che avevo dimenticato l’occorrente per le foto, ci siamo dedicati a una chiachierata preliminare con Martina, la modella, per metterci a nostro agio, conoscerci un po’ e isntaurare un buon feeling che ci renda entrambi disinvolti nel fare le foto (qualcosa che, purtroppo, non sempre riesco a fare con i miei modelli causa mancanza di tempo), per cui non è stato un pomeriggio trascorso inutilmente. E anzi, c’è stato fin troppo da ridere quando ci siamo messi a parlare liberamente di sfrantness con dietro la famigliola del Mulino Bianco che merendava al MacDonald’s (dove io non ho preso nulla, eh, io avevo preso il gelato dal Grom accanto), e quando dal nulla sono spuntati fuori i jingle delle marche di giocattoli che abbiamo iniziato a ripetere a manetta. E anche se ora sono collassato a letto con la febbre, beh, pace, almeno me la sono spassata. Peccato solo per una cosa: ho finalmente comprato The Fame Monster di Lady Gaga, visto che era in megaofferta alla Feltrinelli, ed è anche la versione non censurata; peccato solo che l’ho dimenticato in macchina di Lili, accidenti!
Oh well, sarà un’altra occasione per vederci presto, se non altro. ♥
a) Mi è venuto un attacco di congiuntivite proprio il giorno prima di andare a rimorchiare in disco gaia a Mestre, facendomi uscire un occhio rosso indecente;
b) Venezia è tanto bella, ma non si sa decidere su che tempo fare: sabato mi ero preparato a una temperatura da primi di aprile mettendomi in camicia e gilet, e mi sono trovato con un caldo estivo che mi ha fatto fare la sauna; domenica mi ero invece preparato al megacaldo mettendomi solo in camicia, e invece si è levato un vento allucinante che mi ha fatto prendere freddo. Risultato? Ora sono a letto con un ferro rovente in gola e una febbre da mal di testa allucinante;
c) Un po’ tutti i miei amici, chi più chi meno, sono alle prese con allergie, virus che attecchiscono felicemente sui corpi fiaccati dal tempo instabile e simili.
Quindi quest’anno ho dei motivi più che leciti per odiare la primavera, non sto facendo l’alternativo (cosa che non ho comunque mai fatto).
Si è parlato di Venezia e di disco gaia. L’idea era di fare un week end fotografico con un Infernal Lord al sabato, un set commissionato dalla modella domenica, e nel mezzo occupare la notte facendo un overnight danzereccio per poi recuperare un po’ di sonno nella macchina di Lili di primo mattino. Inutile dire che i piani sono andati in tutt’altro modo, visto che il modello che avevo contattato per l’Infernal Lord non ha dato segni di vita, mentre il set commissionato ha visto il mio più grande fail da quando tengo in mano una reflex, ovvero l’ssermi dimenticato alcuni oggetti scenici fondamentali.
Per quanto riguarda la discoteca gaia, inutile dire che è andata come tutte le altre volte: un tizio mi ha puntato ma non era il mio tipo nemmeno per una pomiciata random sotto i fumi dell’alcol, io ho puntato un tizio ma non era minimamente interessato, un vecio mi si è strusciato addosso nonostante io mi stessi scostando sempre più lontano e gli stessi anche scrivendo praticamente in faccia un sms in cui dicevo che un tizio attempato ci provava con me ma non era il mio tipo nemmeno in qualche universo parallelo (e cito la risposta di Cla: dovrebbero interdire l’accesso alle disco gaie agli uomini over-35). Ah, e poi c’era il ballerino (s)vestito in camicia a maniche corte e mutande che mi lanciava occhiate e sorrisini, salvo prendere il volo appena ho iniziato a puntare nella sua direzione ballando per vedere se da vicino valeva la pena, per cui immagino fosse solo interessato a lanciare sarde e fuggire e ho deciso che non ne valeva la pena a priori. Ad ogni modo, se non sono riuscito a quagliare nemmeno in un luogo dove era concentrata tutta la sfrantness del Triveneto, a questo punto tanto vale che mi faccia assumere ai cieli come santo vergine e martire. Non che la cosa mi avvilisca, dato che non considero una disco gaia come ambiente di rimorchio ottimale per le pretese che ho, ma la pomiciata e via il sabato sera ci sta e non mi dispiacerebbe se capitasse un po’ più spesso. Tralasciando questi dettagli, però, mi sono divertito a ballare con Lili, nonostante il megasonno e il mal di gola già incipiente, per cui la serata è andata bene.
Il giorno dopo, invece, dato che avevo dimenticato l’occorrente per le foto, ci siamo dedicati a una chiachierata preliminare con Martina, la modella, per metterci a nostro agio, conoscerci un po’ e isntaurare un buon feeling che ci renda entrambi disinvolti nel fare le foto (qualcosa che, purtroppo, non sempre riesco a fare con i miei modelli causa mancanza di tempo), per cui non è stato un pomeriggio trascorso inutilmente. E anzi, c’è stato fin troppo da ridere quando ci siamo messi a parlare liberamente di sfrantness con dietro la famigliola del Mulino Bianco che merendava al MacDonald’s (dove io non ho preso nulla, eh, io avevo preso il gelato dal Grom accanto), e quando dal nulla sono spuntati fuori i jingle delle marche di giocattoli che abbiamo iniziato a ripetere a manetta. E anche se ora sono collassato a letto con la febbre, beh, pace, almeno me la sono spassata. Peccato solo per una cosa: ho finalmente comprato The Fame Monster di Lady Gaga, visto che era in megaofferta alla Feltrinelli, ed è anche la versione non censurata; peccato solo che l’ho dimenticato in macchina di Lili, accidenti!
Oh well, sarà un’altra occasione per vederci presto, se non altro. ♥
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