Friday 21 October 2011

Almost love

Oggi, quando mi sono svegliato, non avevo assolutamente voglia di uscire dal letto, così ho tenuto l’avvolgibile abbassata, mi sono allungato verso il comodino per afferrare l’iPod e ho deciso di rimanere al caldo sotto le coperte e ascoltare Falling Deeper degli Anathema senza occuparmi di nient’altro. Dire che è stata un’esperienza quasi fisica non è un’esagerazione: per tutti e 38 i minuti di quel piccolo capolavoro, il mio corpo è stato attraversato da brividi e una miriade di sensazioni spettacolari, che si condensavano nel mio cervello regalandomi nitide immagini. Mentre ascoltavo il magnifico quartetto d’apertura composto da Crestfallen, Sleep In Sanity, Kingdom e They Die, mi sentivo come galleggiare sull’oceano, un oceano tiepido e sereno che mi abbracciava con una dolcezza commovente. Su Everwake mi sono invece trovato improvvisamente disteso in un campo di papaveri di notte, ad osservare le stelle mentre la brezza mi accarezzava; J’Ai Fait Une Promesse mi ha invece trasportato in una piccola rue parigina dal selciato umido di pioggia, con una malinconia tutta bohèmienne che si è dissolta quando ...Alone fa fatto comparire una foresta autunnale ai piedi di rocce scoscese, sotto la pioggia battente assieme dal sapore tutto amaro di un abbandono. We, The Gods mi ha invece sollevato fino alla cima di una montagna, adagiandomi sulla neve colorata dalla luce del sole morente nella vallata brumosa. E infine, Sunset Of Age mi ha riportato all’oceano dell’inizio, ma sulla riva, lambito appena dalle onde che, col progredire della canzone, si sono gonfiate sempre di più fino all’irrompere di quello che credo sia l’assolo di chitarra più bello che abbia mai sentito, talmente progressivamente intenso da non avere nulla da invidiare a un orgasmo.
Ed è così che, finito l’album, mi sono reso conto di averci praticamente fatto l’amore. Stessa soddisfazione, stessa vaga euforia, stesso momento di quiete dopo

Il che mi ha fatto venire voglia, dopo, di provare a farlo anche con Forever Is The World dei Theatre of Tragedy, ma questa è un’altra storia per un altro post. Che scriverò, tipo, ora.

No comments:

Post a Comment