Friday 21 October 2011

Una relazione di due anni

A ben pensarci, potrei dire di essere in una relazione da più di due anni. Se, infatti, lasciarmi trasportare completamente da Falling Deeper è stato qualcosa di abbastanza inaspettato, che mi ha dato le emozioni dei primi tempi di un amore, Forever Is The World ed io siamo più come amanti di vecchia data. Ormai abbiamo una conoscenza tale l’uno dell’altro, siamo talmente collaudati, che tocchiamo alla perfezione tutti i punti giusti per un’esperienza soddisfacente e piena.
Non solo: mi sono anche accorto che, ormai, ognuna delle undici canzoni dell’album mi dà sensazioni che corrispondono a momenti ben specifici, così che ascoltando l’album nella sua interezza è come se vivessi un’intera, felice, soddisfacente relazione concentrata in 53 minuti.

Hide And Seek, e l’ho sempre detto, è il megasesso; è la canzone perfetta come sottofondo per una di quelle scopate epocali da trovarsi graffi e lividi la mattina dopo, fa partire la libido per la tangente, dà il giusto ritmo al corpo, si trascina con una pesantezza, un’intensità da affondare le unghie nella pelle, da finire con i capelli strappati in mano, ed è già abbastanza da rimanere appagati e contenti per il resto della giornata. Poi insomma, sui ritornelli c’è da inarcare la schiena dal piacere, l’ultimo è un orgasmo in piena regola.
A Nine Days Wonder, complice il testo, è quel momento di assoluto e perfetto romanticismo che arriva quando ti rendi conto di essere ricambiato. È un sogno, l’inizio di un viaggio, le farfalle nello stomaco che non ti danno più la nausea, quell’attimo di incertezza e smarrimento che compare solo per poi essere risucchiato dal piacere di un abbraccio. E il piccolo assolo di pianoforte che sfuma nei violini dell’ultima parte è l’esatto momento in cui, dopo aver sentito il primo “ti amo”, sei così felice che potresti piangere.
Revolution è di nuovo il sesso. Altra canzone con un ritmo perfetto per muovere il bacino, a differenza di Hide And Seek rappresenta quel sesso meno intenso ma più intrattenitivo, quando si ha voglia di esplorare il corpo di qualcuno e provare cose nuove, con quel tocco di narcisismo che deriva dal far impazzire il partner. Poi seriamente, ditemi se il botta e risposta violoncelli-violini non è un bacio fatto, finito e ricambiato.
Transition, che ha iniziato a piacermi un po’ per ultima (non si fa capire facilmente), è il momento delle coccole spensierate, del ridere assieme, del giocare a letto senza tensione sessuale, dell’essere sereni e non mettersi preoccupazioni di alcun genere. È l’attimo di felicità da cogliere, senza un motivo particolare.
Hollow è quel momento in cui si rimane abbracciati a farsi carezze lievi, per il solo gusto (o bisogno) di assaporare la reciproca presenza. È il riscoprirsi nei piccoli gesti, lo stare insieme senza parlare, semplicemente sapendo di avere accanto qualcuno su cui si può contare qualsiasi cosa succeda là fuori. È l’esserci in sé, l’essere insieme, fino a lasciarsi sopraffare da questa sensazione e finire per scacciare qualsiasi dubbio.
Astray è il flirt, frizzante e accattivante. Quello dell’inizio di una relazione, così come quello che continua anche quando si sta assieme da tanto ma si mantiene viva la storia; il flirt per il semplice gusto di vedere uno sguardo malizioso, un’espressione di sorpresa, la complicità nell’altro. È fare piedino sotto il tavolo, farsi l’occhiolino, una palpata all’improvviso, provocarsi gratuitamente per il solo gusto di farlo.
Frozen è invece quel momento in cui ti svegli la mattina presto, la luce di un’alba nuvolosa che illumina appena la camera, e abbracci la sua schiena mentre lo osservi dormire. In silenzio e immobili, semplice contemplazione mentre ti perdi nei tuoi pensieri, nelle tue emozioni, nelle sensazioni che provi. È il sottile piacere del fatto che il solo averlo accanto, senza che faccia o dica nulla, ti è in qualche modo di conforto.
Empty riprende un po’ il discorso interrotto da Astray, è il sesso intenso e romantico dopo una serata passata a stuzzicarsi. È la complicità portata al suo stato più fisico, il piacere che si unisce al sentimento in un tipo di sesso più lento e meno egoistico di quello di Hide And Seek o Revolution. È la ricerca tesa al piacere dell’altro anche più che del proprio, quel pizzico di perversione per sorprenderlo, quel tocco di tenerezza per confortarlo. La luce soffusa, il profumo nella stanza, i baci su tutto il corpo.
Illusions, similmente, continua dopo il risveglio di Frozen. È un momento di quotidianità, occuparsi delle faccende di casa insieme, preparare la colazione in una mattina grigia dentro la casa riscaldata, chiacchierare mentre si beve il tè, assaporare un po’ il lato sereno e rassicurante della routine. E, sul finale, è invece quel gesto quotidiano, quella piccolezza che fa scoppiare l’ormone e ritrovare la passione all’improvviso, sullo stesso tavolo della cucina magari.
Deadland rappresenta il lato pratico di una relazione, il sostenersi a vicenda nel quotidiano, l’avere un punto di partenza solido dal quale affrontare la vita, un obiettivo comune che entusiasma e dona ottimismo, il lavorare per andare verso quella direzione, superare le difficoltà, le incomprensioni per ritrovarsi a remare insieme contro il resto del mondo.
Forever Is The World, infine, è semplicemente l’essenza stessa dell’amore, racchiusa in due versi: eccoci, che tremiamo sull’orlo del mondo tenendoci per mano.

È stato un piacere riscoprire tutto questo, oggi. Da quando è uscito Last Curtain Call, avevo un po’ messo da parte Forever Is The World, così che, passata l’assuefazione, ho riscoperto le emozioni che quest’album mi dona in tutta la loro intensità. Così, da una parte, sin dal primissimo ascolto ho avuto un vero e proprio colpo di fulmine (che mi ha praticamente mandato in cortocircuito le sinapsi), e dall’altra quest’album mi dona le stesse sensazioni dell’ammoreh, di uno felice, ricambiato e senza turbamenti. E tutti questi evidenti vantaggi, va aggiunta la voce della mia cantante preferita. Cosa posso volere di più? Alla faccia di chi dice che non si può vivere di sola arte.

2 comments:

  1. incidete da dio.. complimenti

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  2. Grazie. Anche se decisamente non ai livelli dei Theatre of Tragedy. :)

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