Monday 17 October 2011

I don’t speak German, but I can if you like, awaah!

Il viaggio di stamattina alla volta di Milano per il concerto dei Within Temptation verrà sicuramente appuntato con menzione d’onore negli annali del LOL. È iniziato in maniera comica ed è continuato in maniera tragicomica, anche se, per fortuna, si è almeno concluso in maniera abbastanza normale.

Tanto per cominciare, stamattina ho fatto un sogno. Ho sognato che parlavo con Sharon den Adel del più e del meno e che, ad una certa, decidevamo di andare verso casa. Lungo la strada (di notte), ci troviamo ad attraversare un tunnel completamente buio, da non vedere a un palmo dal naso, così Sharon tira fuori un accendino (!) per fare luce, e io, per ridere un po’, mi metto a cantare un pezzo attinente di Deceiver Of Fools (“In my heart there is a place, in my heart there is a trace of a small fire burning”). Lei ride, riprendiamo a chiacchierare un po’, ed ecco che usciamo dal tunnel. A quel punto, stranamente è il tramonto (a rigor di logica potrebbe essere stata l’alba, ma per qualche strano motivo so che è il tramonto), e lo scenario è piuttosto diverso: siamo sul mare, con il lato di una falesia da una parte e una spiaggetta subito sotto, e noi percorriamo una specie di pontile in legno sollevato di una ventina di metri rispetto alla spiaggetta, che conduce a un altro tunnel sul lato della falesia. Ci sono anche altri pontili e piattaforme rialzate rispetto all’acqua, alcuni più bassi del nostro, altri alla stessa altezza, e sono gremiti, come la spiaggia, di bagnanti. Noi non ci facciamo particolarmente caso fino a che arriviamo ad un punto in cui il pontile piega a gomito per andare verso l’altro tunnel: lì vicino c’è infatti una piattaforma piena di persone travestite da vampiro (so che sono costumi perché stanno tranquillamente al sole; e non luccicano). A quel punto, indico una ragazza e dico a Sharon: “Guarda, c’è un cosplay di Sailor Mercury in versione vampiro, che figata!”. Lei commenta che il costume e il trucco sono ben fatti, e a quel punto io noto un ragazzo lì vicino. Mi sembra bello, ma non riesco a definirlo con precisione, così mi fermo ad osservarlo con interesse. Solo che Sharon mi fa: “Ale, non possiamo assolutamente fermarci. Siamo in ritardo, dobbiamo andare adesso”, e a quel punto mi sveglio. Fuori è buio, la luce non filtra ancora dalla tapparella, ma guardo comunque il cellulare per controllare l’ora. Le 6:24. Il mio treno è alle 7:04. La sveglia del cellulare, ancora impostata, non ha suonato.
Così, la giornata è iniziata con me che balzavo in piedi con un “Scheiße!” imprecato a mezza voce per non svegliare mezza casa.
Ad ogni modo, devo ringraziare Sharon, che era evidentemente impaziente di vedermi e ha quindi pensato di comparire in sogno per svegliarmi dicendomi che era tardi, perché pur saltando la colazione e non riuscendo a radermi la barba, il treno l’ho riacciuffato per un pelo.

Essendo la giornata cominciata con un “Scheiße!”, mentre andavo in stazione ho trovato appropriato mettere su Mamma Mostro, non sapendo che la cosa avrebbe portato a ulteriori sviluppi comici. La mia carrozza era infatti la numero 8, naturalmente in coda al treno. Mentre mi affrettavo a lato binario, arrivato al vagone 7 ho dato uno sguardo per accertarmi che non ci fossero controllori che facevano cenni di partenza, e sono arrivato al vagone 9, con la porta del precedente che non aveva il numero. Così, dato che la logica vuole che fra il 7 e il 9 ci sia l’8, sono salito anche se con la sensazione che qualcosa non andava. Ora, io ho il vizio di ascoltare la musica a volume tale che, quando cè silenzio (ma neanche troppo), si sente praticamente tutto nel raggio di dieci metri. Così, mentre irrompevo trafelato nello scomparto e trovavo una suora seduta tranquilla al mio posto, l’aria si riempiva gaiamente di “Judas, Juda-a-a. Judas, Juda-a-a, Judas Gagaaaa!”, con conseguente occhiata perplessa della suora e mio sorrisetto a metà fra l’imbarazzato e il trollface dell’ultimo secondo. Poi, dato che il mio posto era occupato, ho avuto l’illuminazione, sono andato a controllare l’altra porta del vagone, e ho scoperto che era effettivamente il 7, col controllore che mi ha gentilmente spiegato che la carrozza 8 era stata attaccata dopo la 9 per motivi non meglio specificati. Beh, meno male, ci mancava solo mettere assieme per un viaggio un ragazzo con le trecce nascoste sotto il cappello, Lady Gaga e Suor Babila (nome d’arte).

Si è parlato di trecce: volevo infatti farmi i capelli mossi, così li ho intrecciati ancora umidicci la sera prima per raggiungere il risultato. Ovviamente non ho avuto tempo di sistemarli prima di uscire, così ho espletato l’operazione nel bagno del secondo treno che ho preso... per un pelo. Infatti, l’intercity che sono quasi morto per prendere è partito in clamoroso ritardo, e sebbene abbia recuperato un po’ lungo la strada, ho acciuffato la coincidenza unicamente perché partiva dal binario accanto. È abbastanza evidente, a questo punto, che Santa Sharon mi vuole proprio nel pubblico, stasera. Il che è cosa buona e giusta, dato che è dal 2005 che smanio per vedere i Within Temptation live senza possibilità di farlo. Spero solo che stasera propongano una buona setlist, dato che vedere una band live per la prima volta al quinto album non dà molte sicurezze, in questo senso...

No comments:

Post a Comment