Tuesday 8 September 2020

Greatest hits

Fra ieri e oggi, con la Mater, abbiamo svuotato il salotto per imbiancarlo. A parte l’ossessivo-compulsività con cui ho stuccato ogni singola crepa lasciata dalla colla della carta da parati quando l’abbiamo tolta (circa vent’anni fa), ho ovviamente aiutato a evacuare l’intera libreria, ritrovando foto e oggetti di cui avevo dimenticato perfino l’esistenza e valutato se buttare o meno un po’ di cose.
Ho fatto fuori un mucchio di vecchi CD musicali masterizzati, decisamente inutili nell’era digitale, nonché tutti i VHS con le puntate di Pokémon registrate dalla TV, che posso trovare comodamente su internet.
Ho anche deciso di buttare via i diari delle medie e delle superiori: in primo luogo, sono Comix, quindi sicuramente sono invecchiati malissimo; in secondo luogo, non penso ci sia poi molto d’interessante lì dentro.
O meglio, ne ero convinto finché, portando giù la carta visto che domani è giornata di ritiro, non ho pensato fosse il caso di sfogliarli, almeno, e vedere se invece valesse la pena di conservarli.

Alla fine, ho deciso di tenere quello della terza media, nel quale avevo effettivamente messo impegno con battute (super cringe), sticker, compleanni, dediche scambiate con i compagni eccetera, con dentro qualche pagina strappata dai diari successivi con dediche, foto, testi di canzoni scritti in maniera creativa e, fra l’altro, mille lanci di coriandoli e artifizi di fuochi d’artifizio per la data del concerto degli Evanescence del 2006 (per inciso, ho ritrovato il pass per il meet & greet!). Una specie di greatest hits della mia adolescenza, che francamente basta e avanza.
Il resto, che butto senza particolari rimpianti, sono scritte elaborate di compleanni di persone che avevo dimenticato, quiz stupidi, foto stampate a qualità aberrante e testi di canzoni scritti in maniera creativa, ma imbarazzanti.

Ho comunque da fare qualche osservazione:
• L’impressione generale di aver personalizzato pochissimo i diari dipende dal fatto che, effettivamente, su quello dell’ultimo anno non avevo scritto, incollato, citato o scarabocchiato praticamente nulla. Le uniche cose annotate sono le verifiche: non segnavo nemmeno i compiti per casa, tanto al massimo me li facevo alla chetichella sottobanco prima che iniziasse la lezione.
Per quanto riguarda la personalizzazione, non so cosa pensare del fatto che fosse crollata vertiginosamente fino, appunto, a sparire, a breve distanza dall’apertura del blog e del profilo su DeviantArt: magari davvero il digitale ha ucciso il cartaceo, o magari avevo solo raggiunto il picco delle paturnie adolescenziali e non avevo voglia di fare nulla.
• Finché ho continuato, ero molto stiloso nella personalizzazione dei diari: un anno tutto in penne neon, quello dopo tutto in penne metallizzate, quello dopo ancora tutto in inchiostro gel dai colori super saturi, nero, blu, rosso o verde. Ho fatto la fortuna della Pilot.
• Personalizzare un diario era, nel mio caso, un atto estremamente performativo: lo facevo col preciso intento di lasciare un’impressione sull’eventuale compagno che me l’avesse chiesto in prestito per sfogliarlo, e viceversa. Peccato abbia iniziato ad avere rapporti abbastanza cordiali solo quando ormai eravamo cresciuti e avevamo tutti smesso con ‘ste cose.
• Parlando di testi di canzoni scritti in maniera creativa ma da buttare con i diari, mi sono reso conto che mi crea molto meno imbarazzo ammettere che mi sia piaciuto Twilight che non che mi siano piaciuti i Naituiss. Ugh, che vergogna. Fortuna che poi ho scoperto che c’erano altre band là fuori (e comunque, a mia discolpa, ho sempre preferito Evanescence e Within Temptation).

Ad ogni modo, al momento i diari più recenti sono in un mastello sul marciapiede e attendono che la nettezza urbana li prenda e li porti a riciclare. Non ho particolari rimpianti perché l’intero periodo del liceo è stato piuttosto brutto e non mi fa gran piacere ripercorrerlo – addirittura, il diploma della maturità l’ho ritrovato arrotolato con un elastico (e un po' ammaccato) in mezzo ad altre scartoffie. Quel che volevo ricordare l’ho tenuto, il resto è un peso di cui mi sarei dovuto liberare molto tempo fa.

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