Prendendo esempio dal 2013, l’anno che ci portò la malattia di Murka e si concluse con un cotechino avariato per cenone, anche il 2020 ha deciso di regalarci un colpo di coda leggermente sgradevole sotto forma di rollata che non era una rollata, era un pezzo intero di muscolo con tanto di tessuto connettivo e tendini, che la Mater si è dovuta fare in quattro per ripulire e preparare per cena. Venduto come rollata, infilato nella retina, fortuna che la Mater disfa sempre per metterci uno strato di mortadella e qualche spezia, se no avremmo cotto ‘sto mattonazzo senza accorgerci di nulla. A parte la coda spugnosissima, però, alla fine questa… non rollata, questa intricata è stata saporita e tenera, anche perché la Mater l’ha innaffiata con più vino di quello che si scolava zia Anna, la sua amica alcolizzata.
Una cosa che non ho mai raccontato a nessuno per scaramanzia, per paura che poi diventasse vera, è che dopo il post tutto lustrini e fuochi d’artificio con cui accoglievo la nuova decade, la dura realtà è stata che, girando per giocare a Pokémon, lo scorso Capodanno ho schiacciato una cacca di cane. “Fantastico”, ho pensato mentre strofinavo furiosamente la suola contro il primo ciuffo d’erba a disposizione, “adesso tutto l’anno sarà una merda”; a quanto pare, ci avevo azzeccato.
Forse per compensare, ho cercato quantomeno di concludere il 2020 con dignità: alle 23:45 e 46 secondi ho fatto partire Goodbye di Apparat, che è stata la colonna sonora degli ultimi mesi, in modo che terminasse giusta giusta a mezzanotte e cedesse il posto a Forever Is The World, con cui tradizionalmente inizio l’anno nuovo. Che fra l’altro, come canzone è alquanto azzeccata: “I know, by now, every night has its dawn – be aware and see”, le parole di cui un po’ tutti sentiamo il bisogno in questo momento.
Dato che oggi non ho in programma di uscire, posso stare sicuro che non calpesterò nulla; in compenso, non ho nemmeno fatto in tempo a terminare Forever Is The World che già la Mater mi chiamava per una delle sue idiozie, e poi un’altra, e poi una terza perfino quando le ho dato la buona notte e ho tentato di chiamare un po’ Katia, e “Ma non puoi essere arrabbiato già i primi secondi dell’anno!”, quando chiaramente it’s not me who needs to manage my anger, it’s everybody else who needs to manage not to piss me off, goddamnit. (In inglese perché in italiano non rende).
Per cui sì, non sono ancora nemmeno le quattro del nuovo anno e io sono già esasperato e non ne posso più. Andiamo bene.
C’è solo da sperare che la traiettoria sia inversa rispetto al 2020, che all’inizio poco entusiastico corrisponda un proseguimento quantomeno accettabile.
No comments:
Post a Comment