Saturday 21 April 2007

Tempi difficili

Come da titolo, si preannunciano tempi difficili. Ieri pomeriggio, a scuola, ci sono stati i colloqui con i genitori. La Mater è così venuta a sapere che ho preso un’insufficienza in latino e una in matematica (controbilanciate comunque da altri voti positivi, tra cui l’8 alla versione di latino che ci ha portato giusto oggi), e ne ha montato su un casino incredibile.

Riassumendo:
L’ho delusa, ho perso la sua fiducia e altre idiozie trascurabili del genere. Della sua fiducia poco m’importa, fintanto che ho il piatto di pasta sul tavolo a pranzo e cena. La conseguenza più fastidiosa è che ora avrò il PC interdetto per tutta la settimana tranne che il sabato fino a nuovo ordine, che dovrebbe arrivare in concomitanza con le pagelle. A ciò si rimedierà mentre la signora sarà fuori e trasportando bracciate di libri di narrativa in camera mia (leggerò quelli al posto di quelli di testo, ovviamente. Non per altro, per fare lo sgarro a lei).

Il problema è che la Mater non ha ben chiara la ragione per cui studio. Non me ne frega nulla di farmi quella che la scuola italiana definisce (erroneamente) “una cultura”. E non me ne frega nulla nemmeno del pezzo di carta. Non riesco a proiettare la mia attività quotidiana in un’ottica futura, non ne sono proprio capace. Il vero motivo per cui studio è che è la migliore alternativa ad andare a lavorare. È solo un modo per trascorrere il tempo in attesa di accomodarmi nella bara. Ora come ora, è la mia unica aspirazione: morire. Sono indicibilmente stanco della vita. E no, non me ne frega che ho “solo” diciassette anni, che ho infinite possibilità, che ci sono molte cose che posso fare, perché la cosa non riesce a riempire il vuoto che mi consuma. Se poi per consolarmi mi si dice che ho tutta la vita davanti, allora mi viene davvero la tentazione di spararmi un colpo in testa, dato che il problema è proprio quello.
E parlare di ciò con la Mater, fra l’altro, è pressoché inutile. Ci ho provato, e lei che ha fatto? Invece di preoccuparsi del fatto che il figlio ha un problema con la vita stessa, si è messa a piangere pensando che tutti i suoi sforzi sono stati vani, che lei lavora inutilmente, che lei spende soldi (potevano mancare?) inutilmente se poi il risultato sarà ritrovarmi nella tomba. Grazie tante. Invece di preoccuparsi per me si autocommisera. E poi mi chiede perché io non mi preoccupo per lei e penso solo a me: seguo il suo esempio. Ad ogni modo, dopo quel tentativo ho deciso di gettare la spugna e abbandonare ogni tentativo di farle capire quel che mi attraversa la mente. Ovviamente, sorvoliamo sul fatto che  lei, dopo simili incoraggiamenti, si lamenta che non parliamo più. Grazie al cavolo. Attualmente, il mio dialogo con lei si limita a farla blaterare a ruota libera su quelli che sono i suoi fatti, pensando rigorosamente ad altro e sintonizzandomi di tanto in tanto sul discorso per porre qualche domanda pertinente in modo da tenere viva la conversazione e dare una parvenza d’interesse. Se poi la conversazione si sbilancia su di me, svio cercando di trarre spunto dalla notizia corrente al telegiornale (per inciso, i nostri momenti di dialogo si limitano ai pasti, quando stiamo forzatamente nella stessa stanza).

Da segnalare anche che, data la scarsità del tempo che ho a disposizione al PC, il sabato lei non esisterà proprio. Non moverò un dito in casa, non le rivolgerò la parola se non strettamente necessario, non la degnerò d’uno sguardo. Avrò sempre “da fare”. E per estranearla completamente, avrò la scusa di ascoltare la musica, così dovrò tenere le porte chiuse.
Gli altri giorni, invece, muoverò le dita per darle una mano, ma non avrò comunque tempo per lei dovendo studiare.

Sono crudele? Non capisco che lo fa per il mio bene? Per il mio bene potrebbe fare un’altra cosa: aprire gli occhi, cercare di elaborare ed accettare il suo fallimento come madre e magari tentare anche di darmi un aiuto concreto. Non dico che sia una cattiva madre in senso stretto, a parte il PC nelle prossime settimane non è che mi ha fatto mancare altro o simili. Ma se ha tirato su un figlio che a un mese dai diciotto anni non ha altra aspirazione che lasciarsi vivere in attesa di morire, significa che avrà sbagliato da qualche parte, no?

10 comments:

  1. Tua mamma ti ha sempre cresciuto come il bimbo perfetto . O almeno voleva questo . Avere un DIPINTO (come dici spesso tu) .



    Ma comunque credo che anche tu, nel tuo piccolo, dovresti farti un esamino di coscienza .



    E NEL CASO, PARLACI OGNI GIORNO DEI TUOI PROBLEMI . Alla fine capirà . . .



    "Il Mannaro"

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  2. ah, Or...

    sono molto dispiaciuta di leggere che sei stanco della vita, della scuola, di tua madre, di tutto.

    Continuo a ripetermi che un ragazzo speciale come te si meriterebbe di vivere ogni giorno con entusiasmo ed allegria, al posto di consumarsi nell'infelicità e nell'insoddisfazione.

    E' inutile dirti quanto ti capisco, sai bene che razza di anno ho passato, ma sai altrettanto bene che ho dovuto accettare il fatto che, per quanto i miei genitori siano incapaci ed inutili, la vita è MIA, e devo essere io a prendermene carico.

    Vorrei solo dirti che è giusto fermarsi un attimo, e riflettere, come mi dici sempre di fare nelle giornate molto - boh : tua madre può aver commesso molti errori, può punirti ingiustamente, può rivolgersi a te nei modi più spropositati. Credimi, so bene quanto si può soffrire quando non si è compresi proprio da coloro che ci hanno messo al mondo e si atteggiano come se fossimo di loro proprietà.

    Ma ricordati che, dopo esserti accorto che tua madre è stupida, impedita, che tuo padre è idiota e inaffidabile...

    rimani TU.



    Si caVo, rimani tu, a dovertela cavare e a farti forza.

    Lascia perdere gli altri. A volte ci sono più di intralcio che di sostegno.



    Ma ricordati che puoi contare sui tuoi amici, e intendo quelli veri.



    Ti voglio bene Dor. :*



    ps. io ho resistito 3 settimane senza computer... altro che sabati BONUS!!!



    by Blood Countessina

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  3. naaa, parlare non serve a nulla...io ormai ci ho rinunciato a parlare con Madre. E' sprecare fiato inutilmente. Lei ci ha rinunciato ormai a dirmi di fare cose a casa. Però ancora non ha rinunciato a dirmi che devo studiare, difatti ieri ero di strigliata pure io, con la sola differenza che il Pc lo posso usare sino alle 15.30 ù.ù che culo XDDDD

    cicisBea ù_ù

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  4. Se ti può consolare anche mia madre fa esattamente così.

    Giusto ieri è capitata una scena simile ( io le ho detto che mi piacerebbe morire a 20 anni e lei ha iniziato a parlare dei SUOI problemi) ma io ho risolto dicendole che sinceramente non me ne fregava niente di ascoltare i piagnistei di una cinquantenne, che se non fosse mia madre le leverei pure il saluto.

    Ma che ti devo dire?

    Pensa che oramai è vecchia e si avvicina al DEFINITIVO CREPUSCO DELLA SUA misera esistenza.

    Ho messo in chiaro che non sono la sua bambolina e che, se quando mi ha messo al mondo ha pensato che saremmo state grandi amiche.... bè, che non basta pensarlo ma ci si deve impegnare.

    Sono loro che ci vogliono, non noi che chiediamo di venire al mondo.

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  5. Guarda, una cosa che mi han sempre detto è che ai nostri genitori nessuno ha insegnato ad esserlo, e spesso non si ricordano d'aver avuto loro stessi la nostra età.



    Posso solo dirti una cosa, dato che ci sono passato pure io [ e ci sto passando ] da un periodo del genere: la vita è tua, fottitene di quello che può dire tua madre. Capirà.





    Ad ogni modo hai un fratè superfiQo che è disponibile in privata sede, se vuoi parlarci.









    Il Fratello Emo

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  6. "Perché mi neghi la libertà?

    Poca è la giovinezza

    Perché mi rileghi in una gabbia?

    M’ami

    Ma io finirò per odiarti

    Mi parli e piangi

    Ma io non provo nulla

    Solo vergogna

    Ti osservo

    Ma sempre più lontana io finisco

    Mi neghi la libertà..

    E io così finirò per morire

    Il giorno ti ascolto

    La sera ti sento

    Mi ami lo so

    Ma io non riesco

    Io che son il riflesso dei tuoi sentimenti

    Io che nulla ti do se non un freddo sguardo

    Perché mi rileghi in una gabbia?

    Lasciami

    Il vento mi chiama

    Alla luna ululo

    Gli chiedo cosa vede di lassù

    Perché io non riesco a raggiungerla

    Tu mi tieni stretta a te

    E io non riesco a raggiungerla

    Bella lucente luna…"





    un bacio fratì, non mi perlo in altro...



    La Sorè

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  7. Ciao.

    Capisco quello che provi. Ultimamente è ricominciato il mio periodo di "infelicità non motivata (o forse si, non saprei)".

    Coi miei genitori ho un buon rapporto (a volte) ma credo dipenda dal fatto che sono una "brava ragazza" e quello che faccio a loro piace (quello che sanno che faccio...). Se avessi una vita "più mia" probabilmente non sarebbe così.

    Posso darti ragione su tutto quello che vuoi, però... non parlare della vita (tua e altrui) come di una stupidata. E' una soltanto. E qualcuno non può scegliere di tenersela stretta come vorrebbe. Non voglio fare la moralista, Alex, però ci sono passata: ho perso un'amica della mia età e penso a tutte le occasioni che le sono state tolte, quelle che le spettavano di diritto. Apprezza la vita, amala.



    Simona

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  8. (dopo anni luce di ritardo passa tenendo in mano un cartello di legno con su scritto)



    "Ricordati la nostra pubblicità progresso."



    E con ciò non dico altro.



    Sis.

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  9. EVVIVA I MANGAAAA!!!

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  10. - comprendiamo . e sai che ti sosteniamo , sai anQe come .



    Coalizione Anti-Màm for evAH ! *.*

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