Winternight,
Conceal thy precious angellore.
I secrete my soul
Under thy wings of sorrow.
Conceal thy precious angellore.
I secrete my soul
Under thy wings of sorrow.
Ebbene sì: il caldo è arrivato. Dopo un giugno magnificamente fresco e piovoso – a parte qualche sporadica giornata afosa e soleggiata – sembra che Luglio abbia deciso di scatenarsi. Fa talmente caldo che la chiavetta mi ha fatto cadere la connessione dopo essere diventata incandescente. Fa talmente caldo che non viene nemmeno voglia di mangiare cioccolato. Fa talmente caldo che non mi viene nemmeno da scrivere sul blog. E, assieme al caldo, l’umidità: è da tre sere che si vede solo la sagoma nera della collina di San Giusto stagliata contro l’umidità resa giallognola dalle luci artificiali. Perfino l’acqua fredda della bacinella nella quale tengo i piedi in ammollo è ormai diventata caldissima.
Ancora una volta, viva quel folle di Morten Veland: lui, perennemente impegnato nell’elogio dell’inverno. Chi può osare dagli torto? E dire che l’opinione pubblica considera questo periodo orrido e torrido come il più bello dell’anno, e se osi dire che lo odi e non vedi l’ora dei grigi cieli di Ottobre, delle brezze fresche e delle foglie che cadono ti guardano come fossi folle. E tutto per cosa? Per poche ore di sofferenza sotto il sole in una striscia di sabbia che si appiccica alla pelle.
Ripensando a quando ci andavo io, al mare, la cosa che mi entusiasmava era principalmente costruire i castelli di sabbia e giocare nell’acqua con la mamma. Cosa che, a ben vedere, era una semplice variazione sul tema di giocare con i lego e con la mamma a casa. Per questo odiavo profondamente gli scogli. E quando invece ero più grande, ho iniziato ad odiare la sabbia che si attaccava alla mia pelle, ed il divertimento stava nell’esplorazione degli scogli con Giovanni, il che era, a ragion veduta, un’altra variazione, stavolta sul tema dell’esplorazione del giardino abbandonato del complesso di Santa Chiara. L’abbronzatura non è mai stata il mio obiettivo – infatti da piccolo avevo regolarmente la schiena abbronzata e la pancia bianca per quanto stavo prono a giocare coi castelli – né lo è mai stato nuotare - da piccolo non facevo che sguazzare, e da più grandicello, dopo un anno di lezioni ho continuato ad essere la schiappa che ero. Ma ora che non ho più né l’età per giocare con i lego, né quella per esplorare giardini abbandonati, che interesse può rivestire per me il mare? Di cosa può diventare un surrogato? Questo a prescindere dal mi odio per il sole, l’abbronzatura e tutto il resto. Non vedo proprio una ragione valida per andare al mare: in spiaggia la sabbia si appiccica e da fastidio e le tracine stanno sempre in agguato sotto il fondale, pronte a massacrarti il piede con le loro pinne velenose; agli scogli si rischia di tagliarsi, infilarsi spine di riccio nel piede e c’è puzza di alghe e molluschi. Cosa dovrei trovarci di divertente? Molto, molto meglio godermi il fresco all’ombra delle foglie gialle sotto un cielo grigio carico di sublime malinconia, o osservare la candida neve che imbianca ogni cosa col suo mantello.
Per concludere: non avrei mai pensato di trovare una grande verità scritta su un pacchetto di sigarette, nella fattispecie le Chesterfield:
Ancora una volta, viva quel folle di Morten Veland: lui, perennemente impegnato nell’elogio dell’inverno. Chi può osare dagli torto? E dire che l’opinione pubblica considera questo periodo orrido e torrido come il più bello dell’anno, e se osi dire che lo odi e non vedi l’ora dei grigi cieli di Ottobre, delle brezze fresche e delle foglie che cadono ti guardano come fossi folle. E tutto per cosa? Per poche ore di sofferenza sotto il sole in una striscia di sabbia che si appiccica alla pelle.
Ripensando a quando ci andavo io, al mare, la cosa che mi entusiasmava era principalmente costruire i castelli di sabbia e giocare nell’acqua con la mamma. Cosa che, a ben vedere, era una semplice variazione sul tema di giocare con i lego e con la mamma a casa. Per questo odiavo profondamente gli scogli. E quando invece ero più grande, ho iniziato ad odiare la sabbia che si attaccava alla mia pelle, ed il divertimento stava nell’esplorazione degli scogli con Giovanni, il che era, a ragion veduta, un’altra variazione, stavolta sul tema dell’esplorazione del giardino abbandonato del complesso di Santa Chiara. L’abbronzatura non è mai stata il mio obiettivo – infatti da piccolo avevo regolarmente la schiena abbronzata e la pancia bianca per quanto stavo prono a giocare coi castelli – né lo è mai stato nuotare - da piccolo non facevo che sguazzare, e da più grandicello, dopo un anno di lezioni ho continuato ad essere la schiappa che ero. Ma ora che non ho più né l’età per giocare con i lego, né quella per esplorare giardini abbandonati, che interesse può rivestire per me il mare? Di cosa può diventare un surrogato? Questo a prescindere dal mi odio per il sole, l’abbronzatura e tutto il resto. Non vedo proprio una ragione valida per andare al mare: in spiaggia la sabbia si appiccica e da fastidio e le tracine stanno sempre in agguato sotto il fondale, pronte a massacrarti il piede con le loro pinne velenose; agli scogli si rischia di tagliarsi, infilarsi spine di riccio nel piede e c’è puzza di alghe e molluschi. Cosa dovrei trovarci di divertente? Molto, molto meglio godermi il fresco all’ombra delle foglie gialle sotto un cielo grigio carico di sublime malinconia, o osservare la candida neve che imbianca ogni cosa col suo mantello.
Per concludere: non avrei mai pensato di trovare una grande verità scritta su un pacchetto di sigarette, nella fattispecie le Chesterfield:
Pleasure is experienced on many levels across the senses.
It takes time to discover the richness of true enjoyment.
It takes time to discover the richness of true enjoyment.
Vedi che le sigarette sono fonte di saggezza? LO VEDI?
ReplyDeleteperò le Chesterfield fanno piuttosto schifo.
DICEMBREEEEEEE... aggiungerei l'epistassi che porta il caldo con le sue impennate di colpi di calore.
Vedi come cominciamo a ridere ora con gli svenimenti da caldo... se mi spacco qualche vertebra citerò in causa direttamente il sole...
Datemi grandine e vi sconvolgerò il mondo.
Non posso far altro che dare ragione al tuo ultimo post in tutto e per tutto...
ReplyDeleteOdio l'estate in quanto comporta l'arrivo di quel caldo soffocante che sa soltanto farmi uscire fuori dai gangheri -_-
L'estate con i suoi annessi e connessi...sole,mare,abbronzatura,
chiasso...dio ci salvi!
Attendo con ansia l'arrivo dell'inverno con la sua ventilazione e le malinconiche piogge che sanno fungere da ispirazione a noi artisti e viandanti.
E Dicembre,mio agognato Dicembre,forse il mese che preferisco.
Rivoglio i maglioni pesanti,i massicci anfibi,i cappotti lunghi...e il buio,l'oscurità silenziosa che attanaglia già nel pomeriggio le case e le viottole del paese...
E invece mi ritrovo qui,vittima delle alte temperature estive,a trascorrere l'estate tra l'altro in un luogo dove mi sembra inevitabile patire queste sofferenze...ebbene si,vivo in Sicilia:qui l'odiato caldo tropicale è di casa.