Sunday 29 November 2009

Afterglow

Uno dei momenti più strani dal punto di vista delle sensazioni in un maschio è senza dubbio l’afterglow, quel languore che segue l’orgasmo. È in quel momento che, dopo il crollo drastico dell’eccitazione sessuale, ogni cosa ritorna alla normalità: il battito cardiaco rallenta, il respiro si regolarizza, i sensi si calmano, e soprattutto, il cervello riprende a funzionare normalmente e i pensieri tornano lucidi e razionali. Non c’è da sorprendersi che molti amino le sigarette, a questo punto: annebbiare i sensi e distrarre la mente con un’azione così triviale rende il passaggio più graduale. Perché altrimenti, l’improvviso ritorno della lucidità diventa davvero troppo brusco, e subentra una certa perplessità per aver pensato o fatto determinate cose che mentre si era eccitati sembravano necessarie mentre ora sono totalmente fuori questione, oppure cose che sembravano funzionar alla perfezione si rivelano in tutta la loro inutilità, soprattutto se si è momentaneamente lasciati da soli e in preda ai propri pensieri.

È così che sono venuto a conoscenza del mio lato più profondamente capriccioso ed incontentabile: già una sola volta in qualche modo insoddisfacente, ed eccomi già lì a chiedermi chi me l’ha fatto fare; una seconda volta che non è stata all’altezza della prima, le mie aspettative non soddisfatte, e già che l’idea di portare avanti il gioco mi risulta scomoda e poco attraente. E dopo che il puro istinto di prendermi quel magico attimo di piacere in maniera più intensa ed esotica del solito si è spento, la consapevolezza dell’inutilità dell’intera situazione ne prende il posto. Tutto ciò per una performance deludente. Capriccioso e incontentabile, non c’è altro da aggiungere. Per questo ho colto la palla al balzo e ho lanciato la schiettezza contro la vetrata della complicità per distruggerla. E, perso ogni interesse – se non quel minimo di compassione inevitabile, ancora non riesco ad assimilare le persone a giocattoli sessuali, o per lo meno non nell’afterglow – ho deliberatamente ignorato delle frasette affettate buttate lì per infastidirmi limitandomi a prendere atto della loro funzione e non ho preteso nemmeno di essere io a chiudere formalmente il gioco.

Il fatto che poi si sia sottolineato in vari modi che le mie azioni non hanno causato dolore mi torna soltanto utile: posso considerare la mia coscienza pulita e fregarmene allegramente. Tanto ero sincero quando dicevo che I didn’t mean to cause you pain, it’s just all aprt of the game: lo scopo principale dell’esperimento era vedere chi fra due ragazzi che mostravano interesse verso di me cascava prima nella rete e come se la sarebbero sbrigata in caso ci fossero cascati entrambi. Mi è parso uno studio interessante, e i risultati che mi aspettavo sono arrivati: non c’è motivo di indugiarvi oltre. E no, non l’ho fatto per vanità, né per dimostrare di essere attraente, dal punto di vista fisico o intellettuale: l’ho fatto per mera curiosità, volevo vedere come sarebbe andato a finire. Un diversivo che mi ha riempito qualche giornata.

Cambiando discorso, nonostante la matrice smaccatamente pop del gruppo, ho sempre avuto un debole per questo video. Ha un’estetica davvero magnifica.

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