Saturday, 7 November 2009

“Ohibò”

Sono giunto ad una conclusione: ho un assoluto bisogno di innamorarmi. Dopo mesi e mesi di nausea istantanea al solo pensiero, l’innamoramento mi si sta presentando ora come una necessità impellente, per quattro ottime ragioni:

1) Sono nel fiore della mia giovinezza e bellezza e merito dunque una vita sessuale soddisfacente.
2) Mi scrollerei di dosso i pretendenti indesiderati (e che non capiscono di esserlo).
3) Avrei qualcosa a cui aggrapparmi per annebbiarmi la mente ed evitare di sprofondare nuovamente in baratri filosofico-nichilisti come il post precedente.
4) La più importante di tutte, sono stanco di ascoltare canzoni d’amore senza sentirne per davvero le emozioni; l’esperienza artistica ed intellettuale risulta essere mutilata e la cosa mi irrita oltremodo.

Di queste quattro ragioni, le prime tre sono tutto sommato relative: la prima può essere espletata tranquillamente anche senza innamoramento (certo la qualità così ne risente, ma pazienza), nella seconda probabilmente nemmeno una relazione sarebbe un deterrente per i vari casi umani (sì, sono tornati ed urge stilare una nuova classifica), mentre per quanto riguarda la terza, c’è la speranza che l’imminente inizio dei corsi universitari sia sufficiente a debellare il problema. Ma vivere appieno l’esperienza musicale è una cosa di cui ho assoluto bisogno. Per fare ciò sono disposto perfino ad innamorarmi, perché nulla è più bello di quando le canzoni ti scorrono nelle vene come fossero il tuo sangue. Nemmeno l’innamoramento in sé.

A questo punto, resta solo un piccolo problema: se già è piuttosto difficile trovare qualcuno che mi attrae fisicamente, e lo è ancora di più rintracciare qualcuno che mi piace nel complesso... da dove me lo vado a dissotterrare qualcuno capace di farmi innamorare?
Non mi resta che citare il mio ex professore di letteratura italiana: “ohibò”.

5 comments:

  1. Ahm, come ti capisco...

    ReplyDelete
  2. hey, son passato di qui per caso.  Nonostante non condivida appieno l'estetismo, l'ultima parte, il punto più importante del tuo discorso, lo condivido pienamente. 


    La musica non deve restare degli artisti, sterile, in un'ampolla di vetro, deve diventare tua, si sente il bisogno di partecipare. Da qui la distruzione che ne cogli o la sensazione di sporco e malato ascoltando alcuni gruppi come i Meshuggah, o i Boredrom. Che magari non conoscerai, ma se per caso un giorno tu senta il bisogno di qualcosa che rispecchi l' insanità dell'animo umano (già, non la pazzia, l'insanità), eccoli la.



    Un saluto :)

     

    ReplyDelete
  3. l'amore, ormai è un sentimento che tutti sembrano provare, e devo capire come ci riescono così facilmente.


    ReplyDelete
  4. @foxeylady: Spero non per la parte dei pretendenti indesiderati: sono una scocciatura su tutta la linea, non li augurerei al mio peggior nemico. (Beh, in realtà sì, lo farei eccome).



    @HailCliff: La musica sostanzialmente resta lì dov'è: è chi la ascolta che ci si sente più o meno affine. Tuttavia, è esservi affini ma emotivamente scollegati che fa davvero schifo. ._.



    @Keischa: C'è chi ha fortuna, e chi si accontenta. Pur non avendo la prima, evito comunque la seconda.

    ReplyDelete




  5. Passo parola, che potrei diventare troppo alla Ally McBeal.

    ReplyDelete