Sunday, 29 November 2009

Vita universitaria: il ritorno

A dirla tutta, questo post l’ho scritto ieri ad impressioni fresche, ma visto che la presmessa sull’afterglow mi è sfuggita di mano e ha assunto le dimensioni di un post autonomo, questo ha dovuto attendere.

Dato che wireless o non wireless non si vive di solo internet, stasera, dopo mesi di clausura, ho finalmente rinverdito un po’ i fasti della mia vita sociale triestina. A dire la verità, se ho cercato di organizzare un’uscita di gruppo era più perché avevo voglia di andare al Bire, il ristorantino tedesco, e mangiare una bella bretzel che non perché fossi in vena di compagnia – e peraltro alla fine abbiamo optato per andare a mangiare una pizza al Paulaner, per cui niente bretzel – ma tutto sommato per una serata di svago ci poteva anche stare. Devo cercare di riabituarmi ad uscire: alla fine, rientra fra quelle attività che quando sono a casa mi fanno storcere il naso, ma che mentre si svolgono mi danno soddisfazione. Fra le cose da segnalare sulla serata, ho fatto fuori due sorbetti al limone dopo la pantagruelica pizza del Paulaner, ho rischiato di perdere il mio adorato basco (ma che ironia), e ho trovato una potenziale candidata per un demone androgino della mia serie (dovrò dare uno sguardo alle biografie per vedere chi mi ispira).

Trieste è già addobbata a festa nonostante sia ancora solo novembre, con Piazza Unità che ospita le due file di abeti decorati con luci e palline rosse (enormi, a dire il vero), ma ha sempre qualcosa da offrire al mio lato Decadente: un cielo cupo e denso che si fonde con il mare cancellando totalmente l’orizzonte, con la luna che di tanto in tanto si affacciava fra i batuffoli per gettare una chiazza di luce evanescente sulle onde languide che si cullavano vicendevolmente a breve distanza dalla punta del Molo Audace, dalla quale penzolavano le gambe mie e di una mia amica, intenti ad osservare i gabbiani che nuotavano pigramente nel buio e a chiacchierare del più e del meno. È stato quasi con una fitta dolorosa che mi sono accorto un’altra volta del fatto che il mondo è straordinariamente bello: gli accostamenti di colori, le luci che ondeggiavano sull’acqua, i flutti che si ridisegnavano costantemente... Forse sto lentamente riuscendo a tornare in grado di assaporare ciò che vedo in sé e per sé, senza pensare a quanto bello sarebbe se riuscissi a catturarlo in foto e crogiolarmi nel rammarico perché qualcosa me lo impedisce. Osservando quel punto di mare in cui nessuna luce disegnava i contorni e l’orizzonte si annullava in un nero assoluto ed avvolgente, ho sentito una distinta sensazione di serenità, perfetta ed assoluta, senza che nessun pensiero potesse guastarla.

Ora, invece, il problema principale della giornata è: come cavolo faccio a schiodarmi le Sugababes dalla testa? Le ho riesumate ieri sera per un topic sugli scheletri musicali nell’armadio su Epica Italy, e ora me le sento nelle orecchie. Anders, vienimi in soccorso (Oooh Anders, come near me, be the one for meeeee)!

2 comments:

  1. La vita sociale triestina ha sempre degli immancabili lati positivi.

    Non hai idea di quanto sia catartico tutto ciò.

    (anche se in fondo, è just another occasion to die a little bit more, nel mio personalissimo caso).

    Non ho bisogno di firmarmi, right?

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  2. Certo che no cara, ho capito chi sei e a cosa ti riferisci.



    Ti lascio un bacio sulle labbra, come sempre. :*

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