Monday 2 November 2009

Epica live & Lucca Comics

Di solito, come ben saprete per lunga esperienza, quando non posto per più di qualche giorno è perché c’è qualcosa di grave che mi turba e mi leva la voglia di scrivere. Ebbene, stavolta non è decisamente il caso: la mia assenza è molto facilmente spiegabile col fatto che sono stato per una settimana in giro per l’Italia seguendo vari eventi, senza possibilità di accedere a internet. Il risultato? Oltre alla settimana di assenza sul blog, 16 email in casella, 62 deviations da visionare 120 messaggi e una note su deviantART, uno sfracelo di post non letti su Epica Italy (soprattutto post-concerto, e Lucifero me ne salvi), e chissà cos’altro sparso in giro per il web. Ho iniziato da deviant, e mentre scrivo il post sto guardando le deviations degli autori che non salvo sul disco locale, dopo di che mi occuperò di tutti gli altri. Nel frattempo, direi che è il caso di raccontare un po’ cosa mi è successo negli ultimi sette giorni.


Dopo essere tornato a Trieste lunedì pomeriggio, sono ripartito martedì mattina alla volta di Milano: lì avrei incontrato la mia cara Ayl, che mi avrebbe ospitato per la notte e con la quale sarei andato all’Alcatraz per vedere il concerto degli Epica. Dopo un breve giro per il centro in cerca di una copia di Design You Universe da infilare ai miei amici che entravano al Meet & Greet per farla autografare (sembra essere diventata una costante, questa di cercare disperatamente i cd da far autografare per mezza Milano prima dei concerti, vedesi quello degli Evanescence nel 2006), dopo di che ci siamo recati all’Alcatraz dove ho incontrato i suddetti amici, ho distribuito le varie copie di Altitude degli Autumn che avevo portato da Düsseldorf e ho fatto una congrua fila prima di entrare. Da segnalare che il mio adorato Isaac è passato varie volte fra l’Alcatraz ed il bus e ho avuto anche modo di fare una foto con lui (oltre che con Arien, ma la cosa è passata in cavalleria). E credetemi: ha delle natiche bellissimeeeeeee!
Isaac Delahaye & mePrima degli Epica si sono esibite due band, i Sons of Season e gli Amberian Dawn: i primi sono stati un enorme scartavetramento di attributi, ed è palese che sono venuti in tour con gli Epica solo perché Oliver, chitarrista e tastierista, è il ragazzo della Simoncina; i secondi li conoscevo già dal concerto dello scorso anno. Fanno un Symphonic Metal molto stereotipato e poco originale, ma nonostante ciò mi sono piaciucchiati sino a quando non è uscito il loro secondo album: essendo questo praticamente uguale al primo (il quale aveva già una canzone uguale all’altra), li ho abbandonati per migrare verso lidi migliori; se non altro, Heidi, la cantante, ha una bella voce e ciò li ha resi meno noiosi della band precedente. Le canzoni del primo album hanno riscosso indubbiamente più successo (probabilmente molti hanno seguito il mio stesso corso, con loro), e mi ha fatto molto piacere che abbiano suonato My Only Star, la mia canzone preferita fra le loro.

Per quanto riguarda gli Epica, sono stati semplicemente magnifici: la Simoncina ha fatto davvero un’ottima performance (in barba a tutti quei simpaticoni che non fanno altro che sputarle addosso), si sente che ha studiato bene ed è migliorata tantissimo. Mi è piaciuta molto più che l’anno scorso a Bologna o quest’estate al Gods of Metal. La scaletta è stata ottima, ben bilanciata fra brani nuovi e vecchi, e mi hanno sorpreso riproponendo Blank Infinity, che io adoro. Sul forum speravamo anche che facessero Mother of Light e ci hanno sorpresi suonandola: evidentemente la quantum physics funziona davvero, ed io ne approfitterò per far diventare Isaac gaio e farlo mettere con me. A proposito di Isaac, ero in terza fila (assieme ad Ayl) e per tutto il concerto mi sono sgolato strillando “Isaac, Isaac!” come una fangirl, ci mancava solo il “kyaaaah!” d’ordinanza (beh, alla fine è arrivato). Durante i miei sbracciamenti, mia ha pure notato una volta mandandomi in visibilio, e durante Mother of Light ha fatto una scena semi-yaoi con Mark facendomi quasi venire un orgasmo. L’unica cosa negativa è che avevo quasi acchiappato il suo asciugamano a fine concerto ma me l’hanno soffiato da sotto il naso. Maledetti!

Dopo il concerto ho salutato tutti e sono tornato con Ayl a casa sua, dove abbiamo fatto le sei del mattino raccontandoci vita, morte e miracoli, storie finite più o meno bene, maniaci che non capiscono quando è il caso di smettere, vite famigliari, lavorative, universitarie, e abbiamo scoperto di avere tantissimo in comune. Il giorno dopo mi sono svegliato tardissimo e abbiamo avuto giusto il tempo di fare un po’ di shopping (un bel po’ di cd dalla Mariposa Duomo ed una bellissima camicia nera ricamata a fiori bianchi in un negozio dark in centro), prima di salutarci perché dovevo ripartire alla volta di Ferrara, dove avrei trascorso la notte a casa della Nipota per poi ripartire alla volta di Lucca per il Comics and Games. La serata è stata un delirio durante il quale abbiamo lottato (letteralmente, era lotta libera quella!) perché volevo riordinarle la libreria, ma alla fine si è riso moltissimo.

Il giorno dopo, siamo partiti alla volta di Lucca. Dopo aver fatto la fila per acquistare il biglietto per tutti e quattro i giorni della fiera e mollato i bagagli in ostello, mi sono cambiato vestendomi simil-Astaroth (pantaloni e camicia nera con i lacci, trucco sottile e capelli tirati su) e ho iniziato il primo giro con la Nipota. Abbiamo saggiato un po’ tutti gli stand, e ho comprato il primo volume di Mi Vergogno da Morire di Hinako Takanaga, che a dispetto del pessimo titolo italiano è un gran bel manga. (Per inciso: ma quando mai i nostri traduttori hanno saputo rendere bene un titolo? Basti pensare a scempi come Se Mi Lasci Ti Cancello. Ahhh, qui urge che io mi laurei!). Abbiamo anche incontrato Luna e le sue amiche (che ufficialmente non erano al Comics, quindi le saluto anonimamente) e girato un po’ con loro. Per inciso, un grande grazie va a Luna, che mi ha regalato una di quelle collanine con le perline nere sfaccettate che ha completato la mia acconciatura Astaotheggiante. E sempre a suo proposito, ci sarebbe da aprire una digressione sul loro alloggio. Le nostre tre ragazze stavano infatti in un bordello. No, non scherzo: la stanza che avevano affittato, preceduta da un’anticamera piena di quella tipica mobilia di dubbio gusto, che ha pretesa di ricercatezza ma riesce solo ad essere terribilmente kitsch, facendo così la gioia di qualunque lettore di Baudelaire e gli altri Decadenti, aveva infatti tappezzeria e mobilia rosa (shocking nel caso della poltroncina, pastello per il frigo), con un grande letto basso circondato da specchi, tende in filo, una lampada a forma di corpetto, foto di biancheria intima incorniciate sul comò e di signorine seminude e pin-up alle pareti, una addirittura con la scritta “Bordello del Piacere”. Mancavano le stampe di Édouard-Henri Avril, a quel punto, ma in compenso c’era un piccolo cuscino a forma di stivale con tacco in peluche rosa. Un capolavoro, insomma.

Il secondo giorno ci ha salutati con un solino radioso che ha spazzato via anche le poche nuvole del giorno prima, creando una temperatura ideale per i cosplayers, né troppo calda né troppo fredda. Io ho riciclato il vestito del giorno prima, mentre Luna e le sue amiche hanno sfoggiato dei magnifici costumi da Alice, Cappellaio Matto e Stregatto che ci hanno notevolmente limitati dal punto di vista motorio: non perché fossero ingombranti, ma perché le fermavano ogni tre passi per fotografarle. Beh, non me ne meraviglio, erano sensazionali. Dal mio punto di vista, la giornata è stata più che fruttuosa perché ha visto il completamento della mia povera serie di God Child della sensei Kaori Yuki, fino ad allora monca dei primi due, introvabili numeri. Tutto pimpante per questa incredibile conquista, non ho lasciato che nemmeno la prematura scomparsa del mio amato secondo iPod scalfisse il mio umore luminoso, e ho visitato con le ragazze tutti gli stand, compresi quelli della Kappa Edizioni ed il famigerato Japan Palace, in cui si poteva trovare ogni ben di dio in termini di action figures (eccetto, ovviamente, qualcosa di Angel Sanctuary, che avrei comprato più che volentieri). A proposito della Kappa, pare che finalmente verso dicembre uscirà il tanto atteso (in Italia) seguito di Crimson Spell e di Viewfinder di Ayano Yamane. Speriamo che stavolta non sia una promessa a vuoto. Ad ogni modo, è stato in questa giornata che ho comprato un regalino per la Bloempje, che, lo ribadisco anche in questa sede, non saprà di cosa si tratta se non sentendomi a voce al telefono. È stato, questo, anche il giorno della mia Prima Volta con il ramen: nonostante fosse di quelli precotti e liofilizzati, quello a gusto pancetta mi è piaciuto talmente tanto che ne ho letteralmente divorato due porzioni sotto gli occhi della Nipota. Dato che prepararlo è ignobilmente facile e a livello elettrodomestico richiede solo il bollitore d’acqua che mi arriverà presto nella casa dello studente, penso proprio che cercherò di procurarmelo qui a Trieste.
Dorian Gray & BelialIl terzo giorno è iniziato con una corsa per arrivare in tempo ad un appuntamento che è stato ritardato all’ultimo momento, ma che ci ha portato una Ieva in un superbo kimono in seta rossa che faceva il cosplay di un demone volpe ed una Fra in versione infermiera, a cui si sono successivamente aggiunte le nostre tre fanciulle direttamente da Wonderland e la Erica in versione bloody-nurse da Silent Hill (presumo). Io, invece, mi ero ispirato a Rosiel, ed indossavo il completo già ampiamente collaudato di pantaloni neri in damascato, caicia bianca con jabot in pizzo sangallo ornato da nastrini in velluto nero e paltò in damascato grigio scuro a teste di gorgoni con spilla a foglia di felce sul bavero. Alla fine, l’idea di passare per un cosplay di Dorian Gray è stata assunta all’ufficialità. Tralasciando le comiche per mettere le unghie finte a Ieva e il fatto che ha provato sulla sua stessa pelle (della palpebra) che avevo ragione quando dicevo che se la colla per ciglia finte è diversa da quella per unghie un motivo ci sarà, è stata una giornata piuttosto piacevole, allietata da un bellissimo e ben riuscito cosplay di Belial che ho incontrato al Japan Palace e che mi ha fatto brillare gli occhi. Per una ben precisa legge fisica, ogni giorno che passi al Lucca Comics sei costretto a compare qualcosa, e così ho investito il mio denaro in un piccolo poster di una serie che non conoscevo e che promette bene, The Betrayal Knows My Name di Hotaru Odagiri, Immoral Lovesickness di Haruka Minami ed un paltò in broccato di velluto nero con motivi floreali. Dopo cena ci siamo dati ai giochi da tavolo con le carte, il karaoke sulle canzoni degli ABBA (queste sconosciute!) e Super Smash Bros. Melee, grazie al quale mi sono rifatto abbondantemente per la pessima figura fatta con gli ABBA.
Dorian Gray, Astarte & BarbeloIl quarto ed ultimo giorno si è aperto in bellezza con l’incontro con due magnifici cosplay di Astarte e Barbelo di Angel Sanctuary che mi hanno immediatamente messo di buon umore. Ieva ed Erica erano in borghese, e finalmente il mio completo composto dalla camicia di Milano ed il nuovo paltò è stato riconosciuto e fotografato. Fra le scene da segnalare, il trenino in mezzo alla calca: ad una certa Ieva si era accorta di aver dimenticato in un baretto la busta con le chine colorate e, presa dal panico, ha afferrato la mano di Erica, che teneva a sua volta la Nipota, e con me che mi sono attaccato a quest’ultima si è messa a sferragliare come una locomotiva dell’Eurostar in mezzo alla folla, infilandosi in ogni spazio possibile ed immaginabile con una risolutezza tale da far scansare la gente e far procedere il convoglio ad una velocità altrimenti impossibile con tutta quella gente. E così, falciando cos player e bambini fra le risate mie e degli altri due vagoni, siamo riusciti a recuperare tutto senza danni. I miei acquisti si sono limitati ad un CD ed il calendario 2010 di Victoria Francés, che hanno appesantito i già non leggeri bagagli che io e la Nipota abbiamo dovuto successivamente scarrozzare dall’ostello alla stazione.

Il viaggio di ritorno è stato allietato fino a Prato, dove abbiamo effettuato il primo cambio, dalla presenza di un bellissimo ragazzo, probabilmente più verso la trentina che la ventina, con delle labbra magnifiche e due superbi occhi azzurro ghiaccio incorniciati da capelli neri stranamente non lunghi, e con una voce che era semplicemente la fine del mondo. Anche lui ha poi continuato verso Bologna, ma purtroppo il destino ha voluto che lo perdessi in mezzo alla calca del treno. Peccato, perché era uno degli unici tre ragazzi di bell’aspetto che avessi incontrato in quattro giorni di fiera, ma pazienza, me ne farò una ragione.
Il viaggio si è dunque concluso a Ferrara con una scorpacciata ed una bella dormita prima del rientro definitivo a Trieste, iniziato con un abbraccio forte alla Nipota in una Ferrara avvolta dalla foschia che le conferiva un fascino decadente di prim’ordine, continuato in una Pianura Padana resa irreale dalla nebbia, in una Mestre ghiacciata ed un Friuli sempre più scuro, fino alla calata completa delle tenebre.

Ed ora eccomi qui, tornato al mondo reale e virtuale, con uno sfracelo di posta da smistare e tanta nostalgia per quei quattro giorni immersi in un manga. L’anno prossimo tornerò senza ombra di dubbio, e sono più che intenzionato a fare un bel cosplay di Rosiel (per il quale dovrò momentaneamente radere il pizzetto, per la gioia di Claudio). Il grande rammarico di quest’anno è stato di non aver visto Ginevra, ma spero ci si possa incontrare al più presto. Inoltre, mi è dispiaciuto non comprare nulla di Kuroshitsuji di Yana Toboso, ma non conoscendo la serie ho preferito evitare: anche se i personaggi ed i disegni sono molto belli, non ho quel rapporto speciale che mi lega a quelli delle serie che conosco. Spero tuttavia in una repentina traduzione ed edizione in italiano che mi permetta di leggerlo in santa pace. Per ora, mi godo gli yaoi e Kaori Yuki, e mi crogiolo nella beatitudine del primo Lucca Comics. Arrivederci al prossimo anno, Lucca.

4 comments:



  1. Credimi nìn, certe volte il tuo blog è meglio del prozac;



    sopratutto quando ti vedo alle prese con gli Abba e la colla per le ciglia e , soprattutto, quando te ne esci con termini come "porzioni".

    Sei la creature dal lessico più divertente che io conosca.



    Mi raccomando, vedi di scendere anche qua eh è_é

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  2. Quella chiaccherata fino all'alba non si può cancellare: era da molto tempo che non parlavo così liberamente con qualcuno. :)



    Leggendo il resoconto del Lucca Comics *_*, ho deciso che il prossimo anno non potrò mancare. >_< Ah, noto con piacere che il ramen ti è piaciuto.. che ne dici di una bella cena al giapponese la prossima volta che mi vieni a trovare?

    E infine, ora che so che ha attirato la tua attenzione, mi sento in dovere di  introdurti nel mondo di Kuroshitsuji, manga che già ti volevo proporre. ;)

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  3. @ Aldo: ma "porzioni" mica è un termine desueto! y__y

    Comunque prometto di passare... prima o poi.



    @Ayl: cara, la prendo come una promessa. E dovremo pensare anche ad un bel cosplay per te.

    E sì, vada per un buon ramen! *___*

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  4. il concerto di milano fun stupendo *__* grazie ancora del cd T___T

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