Sotto sotto lo sapevo sin dall’inizio, di avere ragione: se per ben due volte di fila persone diverse mi hanno tirato pacco per andare a vedere il film di Dorian Gray, evidentemente era destino che io non lo vedessi. E allora perché mi sono impuntato e sono andato a vederlo a tutti i costi? Perché ho voluto essere coerente e subirlo per poter dire a cuor leggero che era una porcheria? Perché ho voluto a tutti i costi demolire quel poco di stima che ancora avevo per la pseudo “arte” cinematografica? La risposta è semplice: perché, per quanto totalmente out of character, Ben Barnes resta comunque un gran tocco di gnocco e la prospettiva di vederlo impegnato in una lodevole quantità di scene di sesso mi allettava non poco. Non solo, ero curioso di vedere la benedetta scena omosessuale di lui che baciava e si faceva Basil. Ebbene, quando imparerò a non lasciar decidere i miei ormoni?
Indubbiamente, questo film i suoi pregi ce li ha:
• Ben Barnes, di cui ho detto sopra.
• La fotografia, con un utilizzo magistrale della profondità di campo che mi ha colpito in maniera particolare, specie nelle scene in cui Basil dipinge il ritratto e nel gioco degli specchi con Sibyl Vane.
• Le scenografie, curate nei minimi dettagli ed esteticamente molto gradevoli sia per quanto riguarda gli interni (la casa di Dorian, quelle degli altri personaggi borghesi, ma anche il teatro di terz’ordine dove si esibiva Sibyl e i bordelli), sia gli esterni (in particolare i due cimiteri, quello monumentale dove viene sepolto Basil e quello misero dove giace Sibyl Vane che, giuro, morirei pur di avere come set fotografico).
• Dulcis in fundo, i costumi, specie quelli di Dorian e Henry. I costumi di questo film sono una cosa magnifica, ogni singolo foulard, gilet, giacca, spilla, pantalone, stivale, cappotto era così bello da farmi battere il cuore come non accadeva dai tempi del primo ammoreh: basti vedere il completo di gilet rosso a piccoli rombi più quella magnifica spilla con pendenti della foto qui sotto.
Detto questo, il più grosso difetto del film è tutto il resto. E tutto il resto sarebbe la trama. Il primo tempo si attesta tutto sommato come una graziosa mediocrità, un riassunto fantasioso e lacunoso che tenta di comprimere un’opera letteraria nel poco tempo a disposizione rendendola al contempo fruibile al pubblico cinematografico, riuscendoci tutto sommato meglio di molte altre riduzioni. Il secondo tempo, ovvero tutto ciò che avviene dopo l’uccisione di Basil, è una mostruosità inventata di sana pianta. Sul serio, avrei dovuto fare quel che avevo pensato sul momento: “Ok, la scena omosessuale con Basil c’è stata, ora posso anche andarmene a casa soddisfatto”, perché se avessi lasciato il cinema a quel punto non mi sarei rovinato definitivamente il film. Giuro, nonostante fossi preparato al peggio, quello che è successo ha superato talmente le mie aspettative più nere da lasciarmi sconvolto e amareggiato.
Questo perché (da qui in poi ci sono spoiler a tutto spiano, e se pensate di andare a vedere il film, vi consiglio caldamente di leggerli, così ci ripensate):
Indubbiamente, questo film i suoi pregi ce li ha:
• Ben Barnes, di cui ho detto sopra.
• La fotografia, con un utilizzo magistrale della profondità di campo che mi ha colpito in maniera particolare, specie nelle scene in cui Basil dipinge il ritratto e nel gioco degli specchi con Sibyl Vane.
• Le scenografie, curate nei minimi dettagli ed esteticamente molto gradevoli sia per quanto riguarda gli interni (la casa di Dorian, quelle degli altri personaggi borghesi, ma anche il teatro di terz’ordine dove si esibiva Sibyl e i bordelli), sia gli esterni (in particolare i due cimiteri, quello monumentale dove viene sepolto Basil e quello misero dove giace Sibyl Vane che, giuro, morirei pur di avere come set fotografico).
• Dulcis in fundo, i costumi, specie quelli di Dorian e Henry. I costumi di questo film sono una cosa magnifica, ogni singolo foulard, gilet, giacca, spilla, pantalone, stivale, cappotto era così bello da farmi battere il cuore come non accadeva dai tempi del primo ammoreh: basti vedere il completo di gilet rosso a piccoli rombi più quella magnifica spilla con pendenti della foto qui sotto.
Detto questo, il più grosso difetto del film è tutto il resto. E tutto il resto sarebbe la trama. Il primo tempo si attesta tutto sommato come una graziosa mediocrità, un riassunto fantasioso e lacunoso che tenta di comprimere un’opera letteraria nel poco tempo a disposizione rendendola al contempo fruibile al pubblico cinematografico, riuscendoci tutto sommato meglio di molte altre riduzioni. Il secondo tempo, ovvero tutto ciò che avviene dopo l’uccisione di Basil, è una mostruosità inventata di sana pianta. Sul serio, avrei dovuto fare quel che avevo pensato sul momento: “Ok, la scena omosessuale con Basil c’è stata, ora posso anche andarmene a casa soddisfatto”, perché se avessi lasciato il cinema a quel punto non mi sarei rovinato definitivamente il film. Giuro, nonostante fossi preparato al peggio, quello che è successo ha superato talmente le mie aspettative più nere da lasciarmi sconvolto e amareggiato.
Questo perché (da qui in poi ci sono spoiler a tutto spiano, e se pensate di andare a vedere il film, vi consiglio caldamente di leggerli, così ci ripensate):
passi che all’inizio del film non è che Dorian è ingenuo, è proprio uno sfigato della peggior specie; passi che è castano con gli occhi più neri che abbia mai visto; passi che ha subito dei traumi infantili per via del nonno e abbia addirittura cicatrici di frustate sulla schiena (ed è subito God Child della Yuki, wtf?!); passi che conosce Henry a una festa dove è il peggio vestito; passi che il padre di Dorian è morto di tifo invece che ucciso da un sicario del nonno; passi che, mentre stanno finendo il ritratto, Henry porta lui e Basil a parlare in una specie di bettola di infimo ordine adibita anche a bordello; passi che, mentre Dorian esprime il desiderio di rimanere giovane, nomina esplicitamente Satana, che di per sé è (o almeno pensavo che fosse) la massima banalizzazione possibile del racconto, il tutto mentre Henry brucia petali di rose a lume di candela in una specie di parodia di rito satanico; passi che Sibyl Vane (che per l’occasione è rossa) l’ha vista per la prima volta nella bettola-bordello di cui sopra, mentre il punto del personaggio è che non ha mai nemmeno intravisto l’amore o l’erotismo; passi che il teatro dove la vede recitare ha delle decorazioni in legno tutto sommato eleganti invece degli stucchi pacchiani; passi che lei, invece che Giulietta, sta recitando Ofelia; passi che lui va a trovarla in camerino quella sera stessa e poi se la porta a casa e ci fa addirittura sesso; passi che la camera da letto di Dorian sta al primo piano e non al pianterreno ed è rettangolare e non ottagonale; passi che lui annuncia il suo fidanzamento pubblicamente invece che ai soli Henry e Basil; passi che quando poi propone di vederla recitare ci vanno solo lui e Herny; passi che lui la lascia perché, invece che andare a vederla, Henry lo porta in un bordello dove fumano oppio mentre lui gli dice che Victoria (Lady Wotton) è incinta e poi Dorian va con due prostitute e decide di non sposarsi per questo, mentre manca in toto la pessima performance di Sibyl; passi che en passant viene nominato Alan (Campbell), che invece che essere un chimico (e palesemente ex amante di Dorian, che peraltro appare nel capitolo 14) è una specie di spacciatore e ha i capelli biondi invece che neri; passi che Sibyl si affoga nel Tamigi invece di avvelenarsi; passi che la notizia Dorian la riceve da James Vane, il fratello di Sibyl, che va a trovarlo a casa e tenta di strangolarlo seduta stante e viene poi rinchiuso in manicomio; passi che poi Dorian ad una festa si fa prima la figlia debuttante e poi la mamma già di una certa età (ok, questo può anche essere accaduto nel corso del capitolo 11, dove vengono riassunti ben diciotto anni di vita di Dorian); passi perfino che al Libro Giallo, punto chiave del romanzo, non viene fatto nemmeno un misero accenno, e che poi l’intera questione edonismo è liquidata con lui che gira per bordelli e si scopa soavemente donne (e qualche uomo, per lo meno) di ogni genere; passi che Basil, di poter esporre il ritratto, glielo chiede durante una festa, e che nel mentre, invece di essere lui a dichiararsi a Dorian, è Dorian che gli infila la lingua in bocca, lo fa inginocchiare e si sbottona i pantaloni (scena magistrale e abbastanza implicita, devo ammetterlo, se non fosse che di tutti gli uomini nominati nel racconto Basil è l’unico, assieme a James Vane, che Dorian non si farebbe nemmeno sott’oppio); passi che subito dopo, a festa finita, gli mostra il dipinto e lo uccide (con una scheggia di specchio, che è forse il dettaglio più suggestivo della scena, sebbene differisca dal libro), il tutto dopo un anno dall’inizio del racconto invece che dopo diciotto; passi che, antisgamo al massimo, invece che far distruggere il corpo da Alan semplicemente lo taglia a pezzi e lo butta nel Tamigi, affondando poi il baule con le proprie iniziali (e qui, cari sceneggiatori, dovete spiegarmi com’è che la polizia non lo sgama); passi pure che dopo questo si vedono scene di lui che si abbandona ai peggio masochismi, rovinandomi così anche le scene di sesso che sono l’unica parte del film vagamente salvabile; passi che dopo questi episodi Dorian parta per un viaggio intorno al mondo di diciotto anni quando invece era talmente paranoico per il ritratto che si allontanava dall’Inghilterra solo per brevi periodi; passi che quando Dorian va a fumare oppio in una bettola incontra l’ex debuttante ora caduta in disgrazia e diventata una prostituta disgustosa mentre nel libro incontra Adrian, un suo ex amico (e amante); passi che James Vane lo rintraccia quando lui visita la tomba di Sibyl; passi pure che poi lo insegue per sparargli fin dentro la metropolitana e muore investito dal treno (scena scontata e banalissima); passi perfino che in tutto questo tempo il ritratto diventa ricettacolo di vermi, topi e blatte, si muove ed emette pure tamarrissimi rumori e grugniti; passi infine che nel frattempo Henry ha una figlia che a diciotto anni fa la suffragetta (con conseguente sballamento del periodo storico) e che, tornato a Londra Dorian, se ne innamora. Posso accettare tutto questo, che riempie poco più del primo tempo ed è già di per sé sufficiente per considerare le due storie come separate. Ma che a una certa Lord Henry, causa innamoramento della figlia, si raffreddi nei confronti di Dorian, arrivando addirittura a diventargli ostile, odiarlo, capire che il ritratto invecchia al posto suo, macchinare di smascherarlo e infine ucciderlo dando fuoco a casa sua, per favore, NO, NON POSSO ACCETTARLO!
Se c’è una cosa che snatura in maniera assoluta, totale, radicale il Ritratto di Dorian Gray è che, per qualsiasi motivo, la relazione (amicizia, chiamatela come volete) fra Dorian e Henry possa finire. Per non parlare del fatto che poi tentino di uccidersi a vicenda. E a rendere tutto ciò ancora più assurdo è che Henry inizia a odiare Dorian per via della sua condotta tutt’altro che irreprensibile. Sul serio, ero andato al cinema preparato ad una mezza porcheria, pronto a sopportarne le conseguenze senza lamentarmi o allibire perché me l’ero cercata io, ma una cosa del genere mi ha sconvolto! È in-con-ce-pi-bi-le!
In definitiva, il motivo principale per cui il film è pessimo è che il primo tempo è una cavalcata sull’acceleratore andante, in cui si passa in cavalleria e in maniera più riassunta possibile quello che, alla fine, è solo l’intero romanzo, per spianare la strada a questa aberrazione inventata di sanissima pianta, dato che nel romanzo non c’è nemmeno il più piccolo accenno che possa essere stato ingigantito in una simile schifezza. È sconvolgente che quello che è solo l’elemento portante del libro, l’edonismo di Dorian, sia stato riassunto e banalizzato in una semplice sfilza di scopate via via più perverse, senza accenni a collezioni di opere d’arte e oggetti preziosi, non per mancanza di tempo, non perché sarebbe stato troppo sofisticato per il pubblico becero che va al cinema, non per mancanza di budget, ma semplicemente per far spazio a quella cosa. È sconvolgente e inaccettabile.
Andando un po’ più sulla recensione classica, scena top: la festa in maschera a casa di Dorian (durante la quale si imbosca con Basil), che è un vero piacere per gli occhi e, riuscendo a cogliere quella perversione sottile e lo spiccato estetismo propri della narrazione originale, si avvicina in maniera anche ben riuscita al romanzo di Wilde. Scena flop: il secondo tempo offre l’imbarazzo della scelta, ma credo che opterò per la scena finale in cui Dorian combatte letteralmente contro il proprio ritratto animato e grugnente in mezzo alle fiamme dopo essere stato rinchiuso in soffitta da Henry ed aver allontanato una Emily (Wotton) piangente per sacrificarsi per lei.
Il consiglio è quello di non andarlo a vedere al cinema ma, se proprio si vuole, limitarsi a scaricarlo, guardare il primo tempo e cancellare il file. Sinceramente, non so nemmeno se davvero Oscar si sia rivoltato nella tomba per una porcheria del genere: alla fine, come io e i miei amici siamo convenuti dopo la visione, hanno semplicemente preso i nomi dei personaggi del romanzo e ci hanno scritto sopra una storia completamente nuova che nulla ha a che vedere con l’originale. Ergo, non c’è nemmeno il rischio di guastarsi la lettura del libro. Dire che mi ha deluso è eufemistico, considerando che già ero partito rassegnato al cinquanta percento. Non credo che mi preoccuperò nemmeno di noleggiarlo e masterizzarlo come faccio di solito, quando uscirà in DVD: le poche scene buone non ne valgono la pena, se confrontate con l’allucinante seconda parte.
Se c’è una cosa che snatura in maniera assoluta, totale, radicale il Ritratto di Dorian Gray è che, per qualsiasi motivo, la relazione (amicizia, chiamatela come volete) fra Dorian e Henry possa finire. Per non parlare del fatto che poi tentino di uccidersi a vicenda. E a rendere tutto ciò ancora più assurdo è che Henry inizia a odiare Dorian per via della sua condotta tutt’altro che irreprensibile. Sul serio, ero andato al cinema preparato ad una mezza porcheria, pronto a sopportarne le conseguenze senza lamentarmi o allibire perché me l’ero cercata io, ma una cosa del genere mi ha sconvolto! È in-con-ce-pi-bi-le!
In definitiva, il motivo principale per cui il film è pessimo è che il primo tempo è una cavalcata sull’acceleratore andante, in cui si passa in cavalleria e in maniera più riassunta possibile quello che, alla fine, è solo l’intero romanzo, per spianare la strada a questa aberrazione inventata di sanissima pianta, dato che nel romanzo non c’è nemmeno il più piccolo accenno che possa essere stato ingigantito in una simile schifezza. È sconvolgente che quello che è solo l’elemento portante del libro, l’edonismo di Dorian, sia stato riassunto e banalizzato in una semplice sfilza di scopate via via più perverse, senza accenni a collezioni di opere d’arte e oggetti preziosi, non per mancanza di tempo, non perché sarebbe stato troppo sofisticato per il pubblico becero che va al cinema, non per mancanza di budget, ma semplicemente per far spazio a quella cosa. È sconvolgente e inaccettabile.
Andando un po’ più sulla recensione classica, scena top: la festa in maschera a casa di Dorian (durante la quale si imbosca con Basil), che è un vero piacere per gli occhi e, riuscendo a cogliere quella perversione sottile e lo spiccato estetismo propri della narrazione originale, si avvicina in maniera anche ben riuscita al romanzo di Wilde. Scena flop: il secondo tempo offre l’imbarazzo della scelta, ma credo che opterò per la scena finale in cui Dorian combatte letteralmente contro il proprio ritratto animato e grugnente in mezzo alle fiamme dopo essere stato rinchiuso in soffitta da Henry ed aver allontanato una Emily (Wotton) piangente per sacrificarsi per lei.
Il consiglio è quello di non andarlo a vedere al cinema ma, se proprio si vuole, limitarsi a scaricarlo, guardare il primo tempo e cancellare il file. Sinceramente, non so nemmeno se davvero Oscar si sia rivoltato nella tomba per una porcheria del genere: alla fine, come io e i miei amici siamo convenuti dopo la visione, hanno semplicemente preso i nomi dei personaggi del romanzo e ci hanno scritto sopra una storia completamente nuova che nulla ha a che vedere con l’originale. Ergo, non c’è nemmeno il rischio di guastarsi la lettura del libro. Dire che mi ha deluso è eufemistico, considerando che già ero partito rassegnato al cinquanta percento. Non credo che mi preoccuperò nemmeno di noleggiarlo e masterizzarlo come faccio di solito, quando uscirà in DVD: le poche scene buone non ne valgono la pena, se confrontate con l’allucinante seconda parte.
Ho letto Dorian Gray alle superiori conoscendo così anche Oscar Wilde e capendo sin da subito il potenziale di questo romanzo e ovviamente dell'autore.
ReplyDeleteQuando ho saputo che facevano un altro su film su Dorian Gray non vedevo l'ora di vederlo, ma ero rimasta delusa dal trailer. Non aveva niente dell'atmosfera di Oscar Wilde per esempio in questo dialogo:
Lei (non so chi): Qual è il tuo segreto?
Dorian: Se te lo dicessi, dovrei ucciderti.
Lei: Oh che paura.
Il ritratto di Dorian Gray è uno di quei romanzi che per la trasposizione cinematografica non permettono la mediocrità.
Ho deciso di non vederlo e da quanto traspare dalla tua recensione ho fatto bene.
Vedo che ti sei sfogato per bene dopo la nostra telefonata! Spero che il sonno ti abbia portato un po' di serenità dopo la visione di questo magistrale stravolgimento del romanzo.
ReplyDeleteSperiamo anche che Wilde abbia smesso di rigirarsi furiosamente nella tomba, non penso che ne valga la pena. Meglio dimenticare, come dici tu, questo film -e soprattutto il secondo tempo. -.-
Un abbraccio di supporto!
Sono quella del primo commento e non so perché ma mi è venuto anonimo e così con questo messaggio mi identifico (anche perché io non amo particolarmente chi lascia commenti anonimi)
ReplyDeletealmacattleya
Allora, solitamente nemmeno io amo molto le riproduzioni cinematografiche dei racconti cartacei e posso capire la tua rabbia e la tua indignazione perchè per svariati motivi (necessità di condensare i contenuti per la durata del film in primis et similia) devono sempre tagliare e chiaramente inventarsi qualcosa per incollare gli spezzoni che se no non avrebbero continuità. Chiaramente, se i libri in questione sono a noi molto cari, ci incazziamo ancora di più, però, come ti avevo precedentemente detto, vedere il film ti ha permesso di poterne parlare (male) con cognizione di causa e costruire un'opinione tua e tua soltanto sulla questione, il che è sempre meglio che adottarne una per un partito preso o assumerne una vicariante... . In sostanza, per me hai fatto comunque bene, nonostante tutto.
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ReplyDelete.... te l'avevo detto io u_u°
le scene che trovi belle te le vedevi via glitùb e amen.
aaaaah, questi giovani dagli ormoni sparpagliati.
@ almacattleya e Ayl: Dopo averci dormito sopra e averne discusso un po' in altra sede, alla fine sono giunto alla conclusione che più che altro hanno preso i personaggi di Wilde e li hanno inseriti in una storia quasi completamente nuova. Non credo che se davvero avessero voluto fare una trasposizione del romanzo si sarebbero presi così tante libertà, pur con tutte le esigenze di mercato. Del Ritratto si potrebbe fare un film che è un capolavoro, ma visto che nel 90% e più dei casi il principale scopo dei registi è intrattenere un pubblico che non è nemmeno elitario come quello che segue altri generi artistici e non creare un'opera valevole, sono molto poco fiducioso a riguardo.
ReplyDelete@ Ania: La cosa che mi lascia perplesso è che non è che in questo caso hanno tagliato perché non ci stavano col tempo... l'hanno fatto per dar spazio ad una storia inventata di sana pianta. Il primo caso lo capisco e, entro certi limiti, lo tollero... ma qui non so proprio cosa pensare.
@ Aldo: Nah, tutto sommato non me ne sono pentito: credo che scopiazzerò qualche vestito per il mio racconto, quelli sì che ne sono valsi la pena!
E non dimentichiamo il salto cronologico agli anni '20!!
ReplyDeleteSì, in effetti avevo notato, ad una certa, le automobili e il turbante con le piume di struzzo in testa a quella che avrebbe dovuto essere Gladys... ma ormai ero talmente scandalizzato dal resto che il mio cervello non ha più registrato...
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ReplyDeleteio non sono andata a vederlo, perchè non mi piaceva l'attore che faceva dorian, secodno me <i>troppo poco bello</i>: ma ti giuro che sentirsi raccontare la trama è stato uno scandalo, io e giulia ( kalys, ndr ) volevamo buttarci fuori dalla macchina °.° decisamente, mi sono risparmiata cinque euro, ma la tua recensione ( x°D ) è spettacolare!
Concordo pienamente, completamente, disperatamente, follemente con la parte in grassetto.
ReplyDeleteUn oltraggio bello e buono ad un capolavoro intoccabile della letteratura di tutti i tempi.
Però, se uno non sa che si tratta del Ritratto, il film non è poi così pessimo XD
@ Vyp: A me non hanno raccontato la seconda parte, altrimenti anche io mi sarei arrampicato sui mobili dall'indignazione. Ma credimi, vederla ti scandalizza ancora di più, perché a sentirla o leggerla non ci credi mai davvero.
ReplyDelete@ Veronica: Ripensandoci con calma no, il film in sé non è male, semplicemente dovevano non intitolarlo Dorian Gray e trattarlo come una storia nuova. Anche perché tutti i personaggi principali sono abbondantemente snaturati, il turning point della trama è stato totalmente cambiato, ed ecco da dove è venuto quel secondo tempo del tutto campato in aria.
Comunque sì, vedere dei personaggi vestiti da fine Ottocento in un tunnel della metropolitana è stato abbastanza abberrante. XD