Ore 03:58 del mattino.
Il nostro eroe se ne sta beatamente per i cavoli suoi, quando improvvisamente accade: scatta l’allarme antincendio della casa dello studente.
È normale. In effetti l’ora è un pochino tarda per una sigaretta o un piatto di porcherie talebane, ma tutto sommato non è né la prima né l’ultima volta che succede. Tempo un minuto, massimo uno e mezzo, e smetterà. E invece cinque minuti buoni e questo ancora strilla. Il Dottor Tomoe giunge alla sagace conclusione che forse sarebbe il caso di vedere cosa sta succedendo.
Il nostro eroe se ne sta beatamente per i cavoli suoi, quando improvvisamente accade: scatta l’allarme antincendio della casa dello studente.
È normale. In effetti l’ora è un pochino tarda per una sigaretta o un piatto di porcherie talebane, ma tutto sommato non è né la prima né l’ultima volta che succede. Tempo un minuto, massimo uno e mezzo, e smetterà. E invece cinque minuti buoni e questo ancora strilla. Il Dottor Tomoe giunge alla sagace conclusione che forse sarebbe il caso di vedere cosa sta succedendo.
A questo punto possiamo immaginarci le canoniche scene da film. Queste includono: il nostro eroe che afferra il lenzuolo per coprirsi, le pantofole, l’hard disk esterno e si fionda celermente fuori dalla stanza. Il corridoio è invaso dal fumo, ma l’uscita di sicurezza è a portata di mano. Visi spaventati si affacciano dalle porte e tossiscono per l’odore acre. Preso atto della situazione, i poveri studenti, coperti alla meno peggio con lenzuola, biancheria e pigiamini si mettono diligentemente in fila per poi andare ordinatamente ma celermente verso la scala antincendio, in cerca della salvezza. Tutti al sicuro e riuniti nel parcheggio dell’ERdiSU osservano l’arrivo dei vigili del fuoco che, dopo una strenua lotta, riescono a domare le fiamme, acclamati dagli applausi di gratitudine della folla. E in mezzo ad essa, il nostro eroe, il Dottor Tomoe, abbraccia l’hard disk esterno, unico ma prezioso superstite di tutta la sua roba, piangendo in memoria di Pavilio il piccì, dei cd e dei manga che ha perduto ma grato per essersi salvato…
…o forse no.
In realtà le cose sono andate così: cinque minuti buoni e l’allarme ancora strilla. Con sagacia, deduco che sarebbe il caso di vedere cosa sta succedendo.
In tutta calma prendo i jeans, li indosso, poi cerco una maglietta, la indosso, mi lego i capelli perché sono indecenti e infilo le pantofole. L’hard disk esterno lo prendo per ogni eventualità (col cavolo che lascio Lotus a bruciare, in caso di), raccatto il cellulare e la chiave della stanza e mi avvicino alla porta. La apro e sbircio fuori: niente. Nemmeno un’altra anima che dà un’occhiata, né ovviamente mezza nuvoletta di fumo. Leggermente perplesso ma, più che altro, infastidito dalla caciara dell’allarme, con l’hard disk alla mano mi dirigo verso la scala normale (mica l’antincendio) e, in tutta calma, scendo al piano di sotto per vedere cosa dice il portinaio. Questo guarda con perplessità il quadro generale dell’antincendio e, vedendomi, mi chiede se sono stato io a fumare in camera.
Ma ti pare? Semplicemente volevo sapere a) se c’era davvero qualcosa visto che dieci minuti e quello ancora non aveva smesso di ululare, e b) se si riusciva a farlo smettere. Mah.
Nel giro di mezzo minuto scopro di non essere l’unico ad avere una minima cognizione di quello che dovrebbe essere un comportamento antincendio coscienzioso, e altre due ragazze vestite di tutto punto scendono, anche loro in tutta calma, per vedere cosa sia successo. Ora siamo in tre più il portinaio a guardarci con un’espressione da WTF in viso. Scende un altro ragazzo, sempre con calma e tutto vestito, e l’allarme finalmente cessa. Wow, siamo stati quattro su tutto il piano ad esserci mossi in dieci minuti di sirena strillante. Facciamo per tornarcene su, quando la bastarda riprende a ululare, mentre noi ci raccontiamo fra le risate come tutti e quattro ci siamo vestiti col massimo della tranquillità, senza alcuna fretta abbiamo sbirciato, non abbiamo trovato nessuno e siamo scesi a vedere più per il fastidio che altro. Il portinaio ci dice che l’allarme è solo nel nostro piano e forse c’è la porta antincendio aperta; in un ennesimo slancio di intelligenza, ci chiede se siamo stati noi. Ovvio che sì, perché tutti noi andiamo in giro per la CdS alle quattro meno due minuti del mattino ad aprire le porte antincendio. Da domani notte organizzeremo le ronde per farlo.
Insomma, dopo aver stabilito ridendo chi di noi si sarebbe sacrificato tornando indietro fra le (im)probabili fiamme per controllare la porta antincendio, saliamo su meditando di andare ad aprire anche quelle degli altri piani perché non è giusto che loro dormano e noi no. Oh well, alla fine la porta sta benissimo e l’allarme finalmente smette. Per dodici secondi, o poco più, perché poi riprende a strillare. A quel punto, altre tre ragazze si uniscono alla nostra allegra brigata e, mentre la sirena continua a trapanarci i timpani e gli attributi, decidiamo cosa fare: le opzioni sono organizzare un post-mercoledì universitario sul pianerottolo con spritz per tutti, andare a fare colazione un po’ troppo presto alla mensa, farci un giro su internet in H3 o continuare a fare salotto lì. Certo è che il quinto piano non è mai stato così unito. Alla fine, l’allarme cessa e ce ne torniamo ognuno per i cavoli propri.
In tutta calma prendo i jeans, li indosso, poi cerco una maglietta, la indosso, mi lego i capelli perché sono indecenti e infilo le pantofole. L’hard disk esterno lo prendo per ogni eventualità (col cavolo che lascio Lotus a bruciare, in caso di), raccatto il cellulare e la chiave della stanza e mi avvicino alla porta. La apro e sbircio fuori: niente. Nemmeno un’altra anima che dà un’occhiata, né ovviamente mezza nuvoletta di fumo. Leggermente perplesso ma, più che altro, infastidito dalla caciara dell’allarme, con l’hard disk alla mano mi dirigo verso la scala normale (mica l’antincendio) e, in tutta calma, scendo al piano di sotto per vedere cosa dice il portinaio. Questo guarda con perplessità il quadro generale dell’antincendio e, vedendomi, mi chiede se sono stato io a fumare in camera.
Ma ti pare? Semplicemente volevo sapere a) se c’era davvero qualcosa visto che dieci minuti e quello ancora non aveva smesso di ululare, e b) se si riusciva a farlo smettere. Mah.
Nel giro di mezzo minuto scopro di non essere l’unico ad avere una minima cognizione di quello che dovrebbe essere un comportamento antincendio coscienzioso, e altre due ragazze vestite di tutto punto scendono, anche loro in tutta calma, per vedere cosa sia successo. Ora siamo in tre più il portinaio a guardarci con un’espressione da WTF in viso. Scende un altro ragazzo, sempre con calma e tutto vestito, e l’allarme finalmente cessa. Wow, siamo stati quattro su tutto il piano ad esserci mossi in dieci minuti di sirena strillante. Facciamo per tornarcene su, quando la bastarda riprende a ululare, mentre noi ci raccontiamo fra le risate come tutti e quattro ci siamo vestiti col massimo della tranquillità, senza alcuna fretta abbiamo sbirciato, non abbiamo trovato nessuno e siamo scesi a vedere più per il fastidio che altro. Il portinaio ci dice che l’allarme è solo nel nostro piano e forse c’è la porta antincendio aperta; in un ennesimo slancio di intelligenza, ci chiede se siamo stati noi. Ovvio che sì, perché tutti noi andiamo in giro per la CdS alle quattro meno due minuti del mattino ad aprire le porte antincendio. Da domani notte organizzeremo le ronde per farlo.
Insomma, dopo aver stabilito ridendo chi di noi si sarebbe sacrificato tornando indietro fra le (im)probabili fiamme per controllare la porta antincendio, saliamo su meditando di andare ad aprire anche quelle degli altri piani perché non è giusto che loro dormano e noi no. Oh well, alla fine la porta sta benissimo e l’allarme finalmente smette. Per dodici secondi, o poco più, perché poi riprende a strillare. A quel punto, altre tre ragazze si uniscono alla nostra allegra brigata e, mentre la sirena continua a trapanarci i timpani e gli attributi, decidiamo cosa fare: le opzioni sono organizzare un post-mercoledì universitario sul pianerottolo con spritz per tutti, andare a fare colazione un po’ troppo presto alla mensa, farci un giro su internet in H3 o continuare a fare salotto lì. Certo è che il quinto piano non è mai stato così unito. Alla fine, l’allarme cessa e ce ne torniamo ognuno per i cavoli propri.
Che cosa abbiamo imparato stanotte, bambini? Che con la sirena antincendio, su una trentina di persone del quinto piano della casa dello studente a mala pena sette sono uscite, e invece che in allarme e spaventati eravamo calmi, vestiti e a momenti anche pettinati e truccati. Dagli altri sei piani nemmeno una mosca. Fosse scoppiato un vero incendio saremmo morti tutti, dal primo all’ultimo.
D’altro canto, dopo un’esperienza simile dubito che sentendo di nuovo l’allarme antincendio correrò nudo per il corridoio gridando “si salvi chi può”, vi pare?
D’altro canto, dopo un’esperienza simile dubito che sentendo di nuovo l’allarme antincendio correrò nudo per il corridoio gridando “si salvi chi può”, vi pare?
Oddio, che nottata assurda. Il portinaio è assolutamente I N U T I L E, noto. E poi mi chiedo: gli altri come facevano a dormire con l'anti-incendio??
ReplyDeletetu in ogni caso esci e controlla è_è !
ReplyDeleteOmmiodio. Ho avuto il flash di te che corri nudo urlando "si salvi chi può". Mia cara Suor Maria C., un po' di contegno gioverebbe. Ma alla fine: che cacchio era successo? U__U
ReplyDeletePerplessamente tua,
Fra.
Che portinaio caga pene e idiota comunque. xD "Ma siete stati voi?" Ma che si era fumato? xD
ReplyDeleteNon ho parole, esisterà una cosa che funziona davvero?
ReplyDeletePer quanto riguarda l'album dei Theatre of Tragedy, è piaciuto molto anche a me. Però sa molto di Paradise Lost.. Accidenti, se ne sa.
@ Ayl: Eh, capita anche questo qui in giro. XD Il portinaio spero fosse solo rintronato dall'ora tarda, altrimenti sarebbe tragico. Per gli altri... beh, bella domanda. °_°
ReplyDelete@ Die: Ovvio che controllo, si sa mai che ci sia un demone incendiario con candelabro alla mano che origlia nel mio bagno. XD (riferimento puramente casuale)
@ Suor Maria S.: Continuo a chiedermelo tutt'ora, sai? XD
@ P.: Ribadisco, spero fosse il sonno.
@ MorteAeterna: Purtroppo dubito, fra impianti strambi e gente che se ne frega delle regole. Oh well.
Non ho mai ascoltato i Paradise Lost a sufficienza da poter fare paragoni, però so che anche i Draconian hanno fatto una canzone, Earthbound, fortemente ispirata a loro. Purtroppo però sono troppo pigro per darmi all'esplorazione delle band senza voce femminile, dopo un po' mi annoiano. :/