Thursday 24 June 2010

Sogni, Madonne, gravidanze e preti

Di sogni assurdi, si sa, io ne faccio molti. Era da un po’ che non ricordavo più cosa sognavo (probabilmente a causa del mio ritmo sonno-veglia estremamente irregolare), ma dopo una tirata di quattordici ore dalle sette di sera alle nove del mattino mi ricordo tutta la serie di situazioni assurde in cui mi sono trovato.
Il primo sogno, dal quale mi sono svegliato brevemente, giusto il tempo per andare in bagno e scrivere un sms alla diretta interessata, non lo ricordo per intero, se non qualche vaga reminescenza della presenza di Ayl e di altri miei amici dell’ambito artistico. Quello che mi ricordo è che nella seconda parte c’erano Veronica e l’Uomo, e Veronica era diventata notevolmente più alta di me (cosa che mi irritava oltremodo, ho un forte complesso per la mia bassezza). In ogni caso, eravamo in una specie di centro commerciale, e siamo andati in un reparto dove vendevano culle: lì Veronica e l’Uomo ne stavano scegliendo una per il bambino che lei portava in grembo, rigorosamente sotto il corsetto in broccato cinese (estremamente terapeutico per una gravidanza). E mentre lei accarezzava la copertina a forma di orsetto della culla pensando a quanto sarebbe piaciuta al piccolo, io mi sono allontanato, giusto in tempo per scoprire dal Procreatore che la Ziaccia stava per servire la pasta al forno e che dovevo chiamare Veronica e l’Uomo a tavola (a questo punto, il negozio di culle era nella stanza dove dormo io di solito quando vado a trovarli e io ero andato in soggiorno).
Il secondo sogno è ancora più assurdo del primo, se possibile: l’incipit era il
quarto episodio della terza stagione di Streghe, quando le Halliwell vanno indietro nel tempo per salvare la loro progenitrice Melinda Warren, salvo che, come mi capita sempre in questo genere di situazioni, ad una certa entro dentro ciò che sto guardando e prendo il posto delle protagoniste. È giusto la fine dell’episodio e tutto è andato per il meglio, ma differentemente dalla trama originale mi trovo a dover impartire una benedizione sugli spiriti che si incarneranno nelle streghe Warren in futuro in quanto io stesso sono una delle Streghe più potenti di tutti i tempi. A questo punto, da che eravamo nella grotta dell’episodio, la scena cambia e io mi trovo a dover lasciar fluire i miei poteri sugli spiriti, che sono vestiti da suore, in quella che so essere la chiesa dove mio cugino ha officiato la sua prima messa, anche se l’aspetto è mischiato con quella moderna sotto casa dove andavo da piccolo. Anche lì sono trattato con deferenza come una creatura potente, tant’è che posso permettermi, fra un’abluzione di potere e l’altra, di gettare le braccia intorno al collo di un bel tipo vestito da novizio nonostante il parroco e il diacono mi guardino male. In tutto ciò arriva il Procreatore che, nonostante nella vita reale sia privo di qualsiasi gusto estetico o artistico, inizia a lodare il bell’altare barocco scolpito con tanto di pilastri in legno dorato con intarsi floreali che trova molto belli nonostante la chiesa in stile moderno-obbrobrioso. Io, invece, noto con fastidio che gli imbecilli che hanno tinteggiato il soffitto non hanno coperto le sculture, che sono tutte chiazzate di pittura bianca. E a quel punto mi sveglio.
Ora, tralasciando la gravidanza di Veronica, il sogno nella chiesa mi ha fatto venire in mente una cosa che mi disse una volta la Ziaccia: una volta aveva sognato che la Madonna le aveva detto che io e/o quel mio cugino saremmo diventati preti.
In realtà, e chi mi conosce rimarrà sconvolto da questa mia affermazione, secondo me la sua Madonna ci ha azzeccato non solo a metà, ma tout court. So che detto così fa impressione, ma di fatto la sua previsione in un certo senso si è avverata, sebbene il suo sogno non abbia tenuto conto della variabile impazzita, in questo caso la Mater. L’intera mia educazione sessuale, molto aperta, schietta e priva di sensi di colpa, e infatti merito suo: quando avevo quattro anni mi regalò un libro su come nascono le piantine, i girini, i gattini e i bambini, per cui non ho mai creduto in cicogne e cavolfiori; quando ne avevo dieci, mi comprò “Il mio primo manuale di Educazione Sessuale”; sempre in quel periodo mi regalò Bonsai di Christine Nöstlinger, che parlava appunto del viaggio di esplorazione della sessualità da parte di un adolescente, con interrogativi circa l’orientamento ma presi anche lì con molta tranquillità; e infine, per il compleanno dei 13 anni ecco arrivare Il Sesso dei Tuoi Sogni – Come Farlo e Rifarlo di Tracey Cox, che spiegava nel dettaglio tutto, dalla prima masturbazione a come ravvivare un rapporto di coppia stantio, passando anche per l’orientamento sessuale. Quest’ultimo libro in particolare ha presentato il tutto come la cosa normale che in effetti è, eliminando con tre anni d’anticipo tutte le menate di autoaccettazione, rifiuto, negazione, repressione e altre idiozie che si leggono comunemente nelle storie dei gay stereotipici.
Ora, come si ricollega questa ampia parentesi col sogno della Ziaccia? Beh, in tutte le epoche, accanto ad una percentuale (esigua, direi) di uomini che decidevano di darsi ad una vita di astinenza e tutte le altre scomodità rappresentate dal sacerdozio per una sincera vocazione, se ne sono sempre aggiunti altri che lo facevano per ragioni diverse, come l’entrare in una classe fortemente privilegiata, mirare ad un potere che senza uno scudo nobiliare sarebbe stato precluso, levare una bocca da sfamare dal groppone della famiglia e così via. Oggi, nel ventunesimo secolo, quando queste ragioni sono decadute, per quale motivo una persona dovrebbe invece aspirare ad una vita di castità ed automortificazione? Semplice: per cavare via l’erotismo dalla propria vita e rimuovere così il problema di un “orientamento sessuale non convenzionale” (locuzione gentilmente presa in prestito dal Russo politically correct. Non suona terribilmente stupida, come potrebbe essere, per dire, “diversamente etero”?). Il che spiega perché, arrivati ad un certo punto, il problema esplode e spuntano fuori i vari casi di abusi sessuali più o meno perversi nelle file della Chiesa.
Ergo, se la Mater non mi avesse impartito una sana educazione sessuale, tale da farmi trovare l’intera questione di “mi piacciono i ragazzi” tanto normale da ritenere perfino stupida un’etichetta come “omosessuale” (per me è una semplice questione di gusti, “omosessuale” ha tanto diritto di essere un lessema quanto “capellolungosessuale” o “occhichiarisessuale”), se avessi vissuto in un clima bigotto e chiuso come quello della famiglia della Ziaccia, probabilmente sarei davvero finito con addosso un abito talare per rimuovere il problema.
Beh, complimenti alla Ziaccia che sa di avere un nipote “diversamente etero” ma non se n’è mai accorta. Beh, probabilmente due, anche il cugino prete l’impressione di essere una persa me l’ha data, eccome. Ma lui non aveva la Mater alle spalle, per cui è rimasto fregato. Oh well, è troppo brutto e grasso per pensare di riportarlo indietro, si arrangi.

3 comments:

  1. sei stato davvero fortunato ad avere una madre con una mentalità così aperta. Il problema è che il tuo caso rappresenta un'eccezione, quando invece dovrebbe essere la prassi.

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  2. Noto felicemente che i miei Orsetti sono sempre presenti nei tuoi sogni- in questo caso sulla copertina del futuro figlio di Veronica XD

    Un bacio, caro
    Ayl!

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  3. @ Anya: Lo so, nonostante spesso sia stressante, la Mater è un tesoro e sono ben felice di essere stato cresciuto da lei. Mi ha saputo dare tanto in tutto, specie nell'educazione.

    @ Ayl: Vedi? Posso far parte del Reame anche essendo l'essenza dell'antiromanticismo! XD

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