Monday 14 December 2020

Una frustrante passeggiata al sole

Oggi è la prima giornata di bel tempo da settimane a questa parte: fa tiepido, è soleggiato, non c’è vento, è estremamente gradevole. La Niantic ha deciso di organizzare l’ennesimo evento in Pokémon Go, così io e la Mater abbiamo pensato di fare un breve giro per raidare, metterci in palestra e portare avanti la missione speciale. Fra l’altro, nei giorni scorsi avevo un colossale brufolo sulla punta del naso, di quelli sottocutanei cattivissimi, che si gonfiano, fanno male ma non riescono a spurgare in nessuna maniera: l’ho dovuto trattare con una pomata sovietica dalla formula segreta (teorizzo sia a base di muffe radioattive dal sarcofago del reattore di Chernobyl) che l’ha fatto sgonfiare e maturare in tempi record, ma prima avevo l’intera punta del naso gonfia e rossa, proprio a mo’ di pagliaccio, e la mia autostima era sotto le scarpe. Il fatto che oggi per la prima volta mi sia visto anche senza alone rosso ha fatto miracoli per la mia autostima e mi ha convinto a uscire.
Non che facesse chissà che differenza, comunque: il naso non si vedeva perché quando esco indosso sempre la maschera.
IO.

Come passeggiata è molto frustrante perché ho constatato che, andando verso il Balaguer, più della metà delle persone non indossava la mascherina. Qualcuno la “indossava” sul mento, ma molta più gente non l’aveva proprio in faccia, nemmeno per far finta di tirarla su quando incrociano qualcuno.
Beh, ho deciso di lasciare la passivo-aggressività libera, commentando più volte ad alta voce alla Mater che, a quanto pare, il lockdown ce lo meritiamo davvero, o che quei coglioni sono gli stessi che poi si lagnano senza fine quando finiscono rinchiusi in casa. La Mater ci è andata ancora meno per il sottile: “Poi si ammalano, si aggravano, crepano e la famiglia fa causa all’ospedale per negligenza, quando se la sono semplicemente cercata”. Uno sportello sbattuto con forza alle nostre spalle ha annunciato che dopo il nostro passaggio la signora seduta sulla panchina con la madre anziana è andata in macchina a recuperare le mascherine e indossarle. Evidentemente, per quanto stizzita, si è resa conto che non avevamo tutti i torti.
 
La cosa mi ha urtato non poco. Ormai sono abituato a portare la mascherina e, per la maggior parte, quasi non ci faccio caso, ma ciò non significa che sia gradevole, facile o comodo; se posso farlo io, può farlo chiunque.
Fra l’altro, ricordate il sogno in cui avevo dimenticato la mascherina? È diventato il mio nuovo incubo ricorrente: sto andando da qualche parte, a metà strada mi accorgo di non averla, ma a quel punto è troppo tardi per tornare a casa a metterla, quindi non so che fare. Lo scenadio è di volta in volta sempre leggermente diverso, ma sono già sei o sette volte che ricordo di aver fatto qusto sogno.
E sì, probabilmente sentire la responsabilità di non peggiorare la situazione perfino in sogno è un po’ eccessivo, ma mi rende ancora più indigesta la gente che invece ignora la propria.
 
On a side note, oggi mi sono reso conto di quanto io non sia pronto al vaccino. Non sono pronto a sentire le lagne di chi vorrebbe che questa situazione finisse ma “nOn SaPpIaMo CoSa Ci MeTtOnO dEnTrO”, chi non vorrà farlo per puro spirito di contraddizione, per sentirsi il più furbo e intelligente di tutti perché ha scoperto il complotto, perché è più facile lagnarsi che impegnarsi a contribuire alla soluzione. Prevedo mesi di blast attivo ovunque, perché c’è un limite a quanto disprezzo si può provare prima che tracimi.

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