Friday 19 February 2021

Petty vs petty

È partita come una cosa apparentemente innocua. Mi sono svegliato, ho dato uno sguardo ai social media e ho trovato un messaggio vocale del moroso della Ciospa. La cosa non mi ha sorpreso più di tanto, ci siamo sentiti cordialmente svariate volte da quando io e lei abbiamo litigato. Questa però è stata la prima volta in cui l’ha nominata o ha menzionato la situazione tra noi.
Il motivo è che hanno letto la notizia di una brutale aggressione omofoba a Trieste e volevano assicurarsi che la vittima non fossi io e che stessi bene. Entrambi.
Naturalmente, la prima cosa che ho fatto è stato sfregarmi le mani e ho colto al volo l’occasione di essere petty: ho mandato un vocale a lui ringraziandolo tanto del pensiero, rassicurandolo di non essere proprio a Trieste, ringraziandolo di nuovo perché non sapevo nulla della notizia e almeno così avrei potuto sentire se era qualcuno che conosco (spoiler: purtroppo sì), e chiedendogli come stesse lui, come andasse il suo lavoro, come procedesse la sua vita. Rigorosamente al singolare, con parole ben calibrate affinché, se lei avesse ascoltato, questa distinzione fosse evidente.

E niente, sono corso a autocongratularmi, darmi pacche sulla spalla per lo scherzone ben riuscito e condividerlo con alcuni amici informati dei fatti, ma la risposta che ho ottenuto è stata inaspettata: a quanto pare, mi era sfuggito un piccino piccino sebbene cruciale dettaglino.
Almeno cinque persone diverse (più la Mater quando le ho illustrato la cosa tramite uno scenario ipotetico tra lei e una sua ex amica) mi hanno fatto notare che, se fosse stata davvero preoccupata, avrebbe messo da parte qualsiasi scusa – orgoglio, rabbia, rancore, paura che le urlassi dietro – e mi avrebbe contattato direttamente.
Ribadisco, lì per lì quest’idea non mi aveva minimamente sfiorato perché, nella mia mente, non c’è nessuna circostanza in cui lei dovrebbe farsi viva. Però un po’ è vero. Posta così, l’intera faccenda sembra molto performativa: non ha cercato di accertassi che io stessi bene, ha fatto in modo che io sapessi che ha cercato di accertassi che io stessi bene. Wow. Poi qualcuno criticava Margaery Tyrell chiamandola ipocrita.
Col senno di poi, se davvero le fosse interessato di come stessi ma per qualsiasi motivo non avesse voluto cercarmi direttamente per non “riaprire vecchie ferite” (cit.), avrebbe potuto mandare qualunque altra conoscenza comune meno sgamabile di suo moroso, chiederle specificamente di non fare il suo nome e farsi riferire la risposta. Ecco, così avrebbe fatto l’angelo custode che mi veglia da lontano ma non vuole rivelare la sua presenza.

Fatta così, né di nascosto né apertamente, in effetti sembra un po’ una performance. Che poi, la prima cosa che quasi tutti hanno commentato è che fosse una scusa per sondare il terreno – perché dai, cosa sono, l’unico finocchio da pestare a Trieste? Non lo so e non m’interessa: onestamente, l’unica cosa che mi urta è di aver sprecato dell’ottima pettiness gratuita rendendola invece una risposta giustificata. Uff.
Ps: mi chiedo cosa avrebbe commentato se fossi stato davvero io la vittima. Probabilmente che me l’ero cercata perché cosa mi aspetto che succeda stando sulle app di dating? (Già, era proprio lei quella di quel post). Bah.

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