Monday 15 February 2021

L’indomani scongelato

La buona notizia: il Mac funziona anche senza batteria, crisi sventata.

La notizia così così: il processore riduce automaticamente la potenza della CPU addirittura della metà in assenza di una batteria funzionante, quindi già anche solo navigare su internet è una seccatura. Probabilmente, più che per la scheda SD datata o la polvere nelle ventole, è per questo che a ottobre, quando la batteria era del tutto andata, il computer perdeva così tanti colpi. Ad ogni modo, questo significa che dovrò sentire gli amici tecnici e sottolineare che questa è una soluzione temporanea che mi faccio andare bene a patti che non duri altri tre mesi e mezzo, e di attaccarsi al telefono se la batteria non arriva nei tempi previsti.

La notizia orribile: i Delain sono implosi. Vero che sono sempre stati una revolving door band da far invidia agli Evanescence (della line-up che avevo visto a Milano nel 2009 erano rimasti letteralmente solo Martijn e Charlotte), ma a questo giro se n’è andata anche lei. Martijn ha annunciato di non voler mollare il colpo e proseguirà “Delain” come progetto solista in studio, facendo partecipare vari ospiti alla registrazione degli album senza però portarli in tour o avere una line-up fissa.
Che in sostanza è ciò che i Delain dovevano essere fin dall’inizio, solo che la partnership artistica con Charlotte si è rivelata talmente solida e Lucidity un album di tale successo che ben presto si è formata una band intorno a quel nucleo iniziale e da lì le cose sono cambiate. Così come è impossibile pensare ai Delain senza Martijn – secondo Otto è stata una delle opzioni considerate – visto che la visione musicale di base è la sua, è altrettanto assurdo immaginarli senza Charlotte, visto che non è una Liv Kristine qualunque che fa solo bella figura e non contribuisce nulla in fase di scrittura (e quando lo fa, il Signore ce ne scampi).
In sostanza, non vedo nessuno scenario in cui la magia possa rimanere intatta. Parte di me desidera quasi che Martijn lasci perdere e inizi un nuovo progetto con un nuovo nome, così da non compromettere con qualcosa di potenzialmente alieno l’eredità dei Delain, che, con un ottimo album come Apocalypse & Chill, potrebbero invece dire di aver concluso il loro percorso in bellezza.
Ma la vedo improbabile perché, stando a Otto, ancora oggi si lagnava che i Delain non fossero più solo il suo progetto personale: se in quindici anni non è riuscito a mollare la presa su quell’idea, difficilmente mollerà il nome.

Per inciso, un po’ mi sento di avergliela tirata io sia stappando lo spumante quando Marko Hietala ha annunciato il suo ritiro dalla musica (specificamente perché così non avrebbe più rovinato le canzoni dei Delain con comparsate dei suoi latrati), sia soprattutto rivangando la foto con la Ciospa. Cioè, pubblico una nostra collaborazione ispirata a una loro canzone, e cinque giorni dopo annunciano che la band si è sfaldata pezzo per pezzo perché Martijn ha fondamentalmente dato per scontato gli altri, ignorato quanto loro tenessero alla musica che suonavano, il valore del loro contributo alla band, deciso che le cose si dovevano fare quando, come, dove e se voleva lui, e poi menato la faccenda avanti e indietro con promesse che si sono poi rivelate vane. Sounds familiar?

Shade a parte, sono davvero dispiaciuto. Escluso Amenity, il demo registrato in garage nel 2002, sono stato lì con loro dal primo giorno. E la loro musica è stata con me in molti momenti importanti: tanto per cominciare, li ho scoperti proprio intorno al periodo in cui ho aperto questo blog e iniziato a fare foto su DeviantArt, per cui mi ricordano quello. Ho scritto qui dei primi tempi in cui li ascoltavo (drama queen alert), li ho imbucati nelle mie prime cotte e delusioni affettive, e ho bellissimi ricordi di quando finalmente riuscii a trovare il primo CD, Lucidity, durante una vacanza in Campania, di quando lo ascoltavo e sfogliavo il booklet una mattina assolata nel bel salotto degli amici che mi ospitavano. C’è stato poi anche il periodo in cui April Rain mi è venuto in soccorso quando ero disilluso dagli Evanescence e mi serviva una colonna sonora per l’ultima grande delusione affettiva (tutti i relativi post sono linkati lì per chi è curioso). E poi ci sono stati mille altri momenti qua e là, più piccoli e già non più annotati sul blog: viaggi a Milano, passeggiate a Trieste, conversazioni con gli amici, qualche foto.
Ma in generale, i Delain sono stati la band che è arrivata a rompere il monopolio della Sacra Trinità, Evanescence, Within Temptation e Naituiss. Prima non ascoltavo davvero metal, ascoltavo quelle tre band (beh, principalmente le prime due) e, sotto sotto, avevo paura di guardarmi intorno e scoprire che ci fosse qualcuno di più bravo o che mi piacesse di più (come è poi effettivamente successo con i Naituiss). I Delain sono stati talmente irresistibili che hanno spalancato la porta per tutti gli altri.
È per questo che ho voluto buttare giù questa specie di eulogia.
 
Che poi, magari va tutto per il meglio. Magari Charlotte e gli altri si riorganizzano e fanno le loro cose, e magari anche Martijn riesce a trovare qualcun altro con la pazienza di photoshoppargli le naso-labiali dei guest con cui ricreare la magia e i prossimi album saranno sempre Delain. Staremo a vedere.

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