Ed il week end più lungo è finito.
Per riassumere in breve: Venerdì è salita la Mater a Trieste, e l’ho scarrozzata molto volentieri per la città per due giorni. Abbiamo fatto foto, sistemato alcune cose in camera mia come la spedizione dei vestiti invernali e del piumone (dato che non ce n’è più bisogno) e ci siamo goduti un po’ la reciproca presenza. Avere la Mater nel mio nuovo mondo è senza dubbio più piacevole che scendere io a trovarla, e anche a lei piace stare a Trieste. Se non fosse che è legata alla Terra d’Africa per lavoro, ho il sospetto che non lo direbbe più solo per scherzo che vuole venire a vivere qui.
Per riassumere in breve: Venerdì è salita la Mater a Trieste, e l’ho scarrozzata molto volentieri per la città per due giorni. Abbiamo fatto foto, sistemato alcune cose in camera mia come la spedizione dei vestiti invernali e del piumone (dato che non ce n’è più bisogno) e ci siamo goduti un po’ la reciproca presenza. Avere la Mater nel mio nuovo mondo è senza dubbio più piacevole che scendere io a trovarla, e anche a lei piace stare a Trieste. Se non fosse che è legata alla Terra d’Africa per lavoro, ho il sospetto che non lo direbbe più solo per scherzo che vuole venire a vivere qui.
Detto ciò, domenica mi sono svegliato prestissimo per essere a Milano in tempo utile per vedere il concerto dei Delain da un posto dignitoso e cercare di imbucarmi con Luisa all’intervista. Tralasciando i ritardi del treno, i segni beffardi del Vecchio Volpone, le incredibili fatiche della Hunziker (tipo giocare a palla, spostare le cabine della spiaggia e tirare il sole alla fune) dalle quali si riprendeva semplicemente assaggiando un Tic Tac grazie alle sue “vitamine naturali” che ho dovuto subire in loop fra un treno e l’altro, le difficoltà nel rintracciare l’albergo dove avremmo pernottato io e Luisa dopo il concerto ed il titolo del nuovo album, April Rain, che si è manifestato in tutta la sua magnificenza sulle nostre teste mentre noi, ovviamente, non avevamo portato l’ombrello, siamo finalmente arrivati allo Zoe Club. Purtroppo alla fine non siamo riusciti a farmi passare per un fotografo ed a imbucarmi così all’intervista, ma Luisa, alla quale è toccata Charlotte, ha preso in borsa i booklet dei miei CD e mi ha fatto così ottenere gli autografi. Escludendo poi il passaggio sulle scale del locale di Martijn, al quale abbiamo immediatamente allungato ogni superficie firmabile, gli avvenimenti occorsi mentre facevamo la fila non sono stati degni di particolare interesse (leggi: a questo giro non ho rimorchiato), per cui andiamo direttamente sotto il palco.
Trattandosi di un piccolo pubblico in un piccolo locale per una band che ancora non è di fama planetaria, per la prima volta mi sono trovato davvero sotto il palco senza transenne di mezzo. Il che significa che ero esattamente sotto la postazione dei vari cantanti. Vari perché prima che lo spettacolo dei Delain iniziasse ci sono state due band di supporto. I primi, i This Grace, erano i guest italiani, e ci hanno deliziato principalmente per la bella presenza del cantante, oltre che per le canzoni Industrial Metal piacevolmente ballabili. Ho apprezzato molto il look dei ragazzi, i cui vestiti mostravano che l’apparenza l’avevano curata. I secondi erano una band slovena di cui non ricordo nemmeno il nome, né ci tengo particolarmente: musicalmente erano molto americani, nel senso che a) erano vestiti orrendamente (il cantante, pelato, aveva un cappellino da baseball che non ci azzeccava nulla), e b) non si distingueva uno strumento dall’altro. Insomma, se per i This Grace ho usato un 10% delle mie energie, per questi altri sono sceso al 3%. Il motivo per cui mi sono dato al risparmio energetico era che avrei dovuto dare il massimo per i Delain.
Finita la performance dei supporter, il palco è stato allestito in maniera davvero carina: davanti al logo su sfondo nero, sul parquet in legno scuro dalle tonalità calde sono stati posizionati due schermi per il proiettore ai lati del palco, la batteria alla nostra sinistra, la tastiera sulla destra, un microfono retrò come quello della copertina dell’album fra esse ed uno normale davanti. Accanto agli schermi c’erano infine due macchine per il fumo, e le luci erano principalmente dai colori naturali, in modo da dare al tutto un tocco più “intimo”.
La setlist è stata:
0. Intro
1. Invidia
2. Stay Forever
3. Sever
4. Silhouette Of A Dancer
5. Go Away
6. The Gathering
7. A Day For Ghosts
8. On The Other Side
9. Control The Storm
10. Frozen
11. Sleepwalkers Dream
12. Nothing Left
13. Virtue And Vice
14. Pristine
Trattandosi di un piccolo pubblico in un piccolo locale per una band che ancora non è di fama planetaria, per la prima volta mi sono trovato davvero sotto il palco senza transenne di mezzo. Il che significa che ero esattamente sotto la postazione dei vari cantanti. Vari perché prima che lo spettacolo dei Delain iniziasse ci sono state due band di supporto. I primi, i This Grace, erano i guest italiani, e ci hanno deliziato principalmente per la bella presenza del cantante, oltre che per le canzoni Industrial Metal piacevolmente ballabili. Ho apprezzato molto il look dei ragazzi, i cui vestiti mostravano che l’apparenza l’avevano curata. I secondi erano una band slovena di cui non ricordo nemmeno il nome, né ci tengo particolarmente: musicalmente erano molto americani, nel senso che a) erano vestiti orrendamente (il cantante, pelato, aveva un cappellino da baseball che non ci azzeccava nulla), e b) non si distingueva uno strumento dall’altro. Insomma, se per i This Grace ho usato un 10% delle mie energie, per questi altri sono sceso al 3%. Il motivo per cui mi sono dato al risparmio energetico era che avrei dovuto dare il massimo per i Delain.
Finita la performance dei supporter, il palco è stato allestito in maniera davvero carina: davanti al logo su sfondo nero, sul parquet in legno scuro dalle tonalità calde sono stati posizionati due schermi per il proiettore ai lati del palco, la batteria alla nostra sinistra, la tastiera sulla destra, un microfono retrò come quello della copertina dell’album fra esse ed uno normale davanti. Accanto agli schermi c’erano infine due macchine per il fumo, e le luci erano principalmente dai colori naturali, in modo da dare al tutto un tocco più “intimo”.
La setlist è stata:
0. Intro
1. Invidia
2. Stay Forever
3. Sever
4. Silhouette Of A Dancer
5. Go Away
6. The Gathering
7. A Day For Ghosts
8. On The Other Side
9. Control The Storm
10. Frozen
11. Sleepwalkers Dream
12. Nothing Left
13. Virtue And Vice
14. Pristine
Lo show vero e proprio è partito quando, dopo l’intro e le prime note di Invidia, Charlotte è salita sul palco, infiammando il pubblico. Devo ammetterlo, purtroppo per lei è davvero poco fotogenica: non me l’aspettavo così bella dal vivo, è stata un'ottima sorpresa. Ma a parte l’aspetto fisico, anche la sua voce è sensazionale, e sul palco rende più che su cd. Era vestita come nella promo di cui sopra, col reggiseno nero, la maglietta in pizzo, i pantaloni in pelle e, gli stivaletti col tacco e, in più, una cintura con borchie e catenine. E' stata molto carina con il pubblico, e si è chinata spesso a stringerci la mano mentre cantava, ed in generale è stata particolarmente attiva durante tutto il concerto, headbangando, saltellando, e incitandoci ad ogni occasione buona. Inoltre, ha perfino parlato in Italiano fra la prima e la seconda canzone, presentando la band, ringraziandoci per essere venuti e introducendo la seconda canzone, scatenando così l’entusiasmo generale.
Per quanto riguarda il pubblico, posso affermare con un certo orgoglio di averlo praticamente diretto io: ho iniziato buona parte dei coretti sia durante le canzoni che fra una e l’altra, ed in generale ero particolarmente attivo e non ho concesso un attimo di riposo né alle braccia, né alla voce, né al collo (infatti il giorno dopo avevo acido lattico dappertutto e zero voce). Quello che considero l’unico incidente della serata è stato quando un gruppetto sparuto di individui ha intonato il classico coretto becero (quello che gli italiani eterosessuali di sesso maschile non possono risparmiarsi quando c'è una bella fanciulla su un palco) diretto a Charlotte, che è stato però immediatamente stroncato dal restante pubblico (sono arrivati al “olalà” e poi li abbiamo zittiti).
Charlotte è stata particolarmente brava, e oltre ad aver variato alcune parti vocali su Sleepwalkers Dream e Control The Storm (amo quando le cantanti lo fanno, è sempre una sorpresa) ed aver sfoggiato uno spettacolare acuto su A Day For Ghosts (che non ha fatto rimpiangere minimamente Liv Kristine che canta la canzone sull’album), ha sbagliato a cantare una sola volta, quando durante The Gathering ha urtato per sbaglio Roland (il chitarrista) e le è venuto da ridere. O meglio, non è che ha sbagliato, semplicemente si è persa un paio di parole mentre soffocava la risata. Fra le altre cose da segnalare, mentre cantava On The Other Side, ad una certa ha fissato lo sguardo su di me, e ne ho approfittato per soffiarle un bacio, facendola sorridere dietro il microfono (aww!).
Personalmente, il mio unico problema è stato che non sapevo se avrebbero suonato Pristine. Quando Charlotte ha annunciato che avrebbero suonato l’ultima canzone, Nothing Left, e ancora non avevano suonato la title track nonché singolo di traino di April Rain, ho avuto seriamente paura che l’avrebbero inclusa nell’encore al posto della mia preferita. E quando Roland è uscito di nuovo sul palco chiedendoci se volevamo una sola canzone o due, ed è partito con Virtue And Vice, mi è venuto un mezzo magone nonostante adori quella canzone pensando che la seconda sarebbe stata, appunto, April Rain. Ma quando poi ho riconosciuto la prima nota di Pristine, è partito il mio delirio personale e mi sono sciolto in lacrime mentre cantavo appresso a Charlotte e Roland: sentire la propria canzone preferita dal vivo è un’esperienza unica. Finita la canzone, la band ha fatto l’inchino e ci ha promesso che sarebbero scesi al banchetto del merchandising per firmare gli autografi. Prima di lasciare il palco, però, Roland mi ha praticamente piantato in mano il plettro della chitarra (magari perché ha notato che ero quello che si impegnava di più?), così ho anche un grazioso souvenir della serata.
Per quanto riguarda il pubblico, posso affermare con un certo orgoglio di averlo praticamente diretto io: ho iniziato buona parte dei coretti sia durante le canzoni che fra una e l’altra, ed in generale ero particolarmente attivo e non ho concesso un attimo di riposo né alle braccia, né alla voce, né al collo (infatti il giorno dopo avevo acido lattico dappertutto e zero voce). Quello che considero l’unico incidente della serata è stato quando un gruppetto sparuto di individui ha intonato il classico coretto becero (quello che gli italiani eterosessuali di sesso maschile non possono risparmiarsi quando c'è una bella fanciulla su un palco) diretto a Charlotte, che è stato però immediatamente stroncato dal restante pubblico (sono arrivati al “olalà” e poi li abbiamo zittiti).
Charlotte è stata particolarmente brava, e oltre ad aver variato alcune parti vocali su Sleepwalkers Dream e Control The Storm (amo quando le cantanti lo fanno, è sempre una sorpresa) ed aver sfoggiato uno spettacolare acuto su A Day For Ghosts (che non ha fatto rimpiangere minimamente Liv Kristine che canta la canzone sull’album), ha sbagliato a cantare una sola volta, quando durante The Gathering ha urtato per sbaglio Roland (il chitarrista) e le è venuto da ridere. O meglio, non è che ha sbagliato, semplicemente si è persa un paio di parole mentre soffocava la risata. Fra le altre cose da segnalare, mentre cantava On The Other Side, ad una certa ha fissato lo sguardo su di me, e ne ho approfittato per soffiarle un bacio, facendola sorridere dietro il microfono (aww!).
Personalmente, il mio unico problema è stato che non sapevo se avrebbero suonato Pristine. Quando Charlotte ha annunciato che avrebbero suonato l’ultima canzone, Nothing Left, e ancora non avevano suonato la title track nonché singolo di traino di April Rain, ho avuto seriamente paura che l’avrebbero inclusa nell’encore al posto della mia preferita. E quando Roland è uscito di nuovo sul palco chiedendoci se volevamo una sola canzone o due, ed è partito con Virtue And Vice, mi è venuto un mezzo magone nonostante adori quella canzone pensando che la seconda sarebbe stata, appunto, April Rain. Ma quando poi ho riconosciuto la prima nota di Pristine, è partito il mio delirio personale e mi sono sciolto in lacrime mentre cantavo appresso a Charlotte e Roland: sentire la propria canzone preferita dal vivo è un’esperienza unica. Finita la canzone, la band ha fatto l’inchino e ci ha promesso che sarebbero scesi al banchetto del merchandising per firmare gli autografi. Prima di lasciare il palco, però, Roland mi ha praticamente piantato in mano il plettro della chitarra (magari perché ha notato che ero quello che si impegnava di più?), così ho anche un grazioso souvenir della serata.
A quel punto, la band è uscita ed è ripartito il delirio, nel senso che, dopo aver recuperato un po’ di idratazione e la Figliola, mi sono dato alla caccia dei singoli membri per recuperare gli autografi che ancora non avevo. Durante il processo, ho deciso di mettere a frutto i miei studi e tentare di sparare qualche frase in Neerlandese. Il primo che ho pescato è stato Martijn (vedete le foto sopra per orientarvi), anche se mi sono impappinato e abbiamo deciso di parlare in Inglese per facilitarci la vita (però è rimasto sorpreso: “Wow, that’s Dutch!”). L’unico rimpianto è stato di non avergli chiesto di che parla precisamente Pristine (il testo l'ha scritto lui). Dopo di che, è stato il turno di (Roland al quale ho dovuto cercare un pennarello, visto che ne era sprovvisto), Sander e Rob. Infine, è scesa pure Charlotte.
Dopo aver fatto una doverosa fila, ho esordito ringraziando in Neerlandese Charlotte per aver suonato Pristine, dicendo che era la mia canzone preferita e (da qui sono passato all’Inglese) mi emoziona molto. Il suo primo commento è stato un sorpreso “Dat is Nederlands”, e poi mi ha ringraziato per i complimenti. Tornando al Neerlandese, le ho detto che sono un loro fan sin dal 2006, dall’esordio, e che sapevo che avevano le carte in regola per avere successo. Foto di rito, abbraccio e ci siamo salutati. E così si è praticamente conclusa la serata.
Il giorno dopo è riassumibile in: ho comprato il digipack di Illumination dei Tristania in centro a Milano, un paio di pantaloni nuovi (di cui abbisognavo tassativamente) con corsettatura ai lati ed un cappottino gotico in un negozio dark, e poi ho subito la solita trafila di ritardi di Trenitalia prima di riuscire a tornare a casa. In tutto ciò ero ancora preda dell’estasi post-concerto, motivo per cui sono riuscito a sopportare tutto senza troppe lagne. E con questo si concludono le mie avventure milanesi.
Dopo aver fatto una doverosa fila, ho esordito ringraziando in Neerlandese Charlotte per aver suonato Pristine, dicendo che era la mia canzone preferita e (da qui sono passato all’Inglese) mi emoziona molto. Il suo primo commento è stato un sorpreso “Dat is Nederlands”, e poi mi ha ringraziato per i complimenti. Tornando al Neerlandese, le ho detto che sono un loro fan sin dal 2006, dall’esordio, e che sapevo che avevano le carte in regola per avere successo. Foto di rito, abbraccio e ci siamo salutati. E così si è praticamente conclusa la serata.
Il giorno dopo è riassumibile in: ho comprato il digipack di Illumination dei Tristania in centro a Milano, un paio di pantaloni nuovi (di cui abbisognavo tassativamente) con corsettatura ai lati ed un cappottino gotico in un negozio dark, e poi ho subito la solita trafila di ritardi di Trenitalia prima di riuscire a tornare a casa. In tutto ciò ero ancora preda dell’estasi post-concerto, motivo per cui sono riuscito a sopportare tutto senza troppe lagne. E con questo si concludono le mie avventure milanesi.
Wow, splendido blog, la cultura gotica mi affascina molto...
ReplyDeletegrazie per il resoconto, mi sto ancora mangiando le mani per non esserci potuta essere. sigh* :(
ReplyDeleteOh, deve essere stato magnifico. Dovevo andarci anch'io, ma sono stata male il giorno prima e ho dovuto rinunciare al concerto T______T Quanto ti invidio!
ReplyDeleteAyl Rose.
MA MA MA MA NON è GIUSTO!!!!! Voglio stato anche!!!!è.é AAAAAAA.... Stupenda... Tu sei troppo troppo FORTUNATO UOMO!!!!
ReplyDeleteBA! in Francia,Quando Delain serà qui,(un giorno,no?) andro!XD
Senza tu!!!!XD
NA!:p
l'ho detto io. mancavo solo io ç_ç
ReplyDeletevi siete divertiti tu e luisetta alla faccia mia eh =(
Non avrei mai immaginato di trovare Velvet Goldmine qui.
ReplyDelete