Thursday, 30 April 2009

Silence

Sei mesi a Trieste. Sei mesi, e già mi sembra di non aver vissuto affatto prima. Alghero mi sembra un ricordo appannato. Naon sono successe tantissime cose da quando mi sono trasferito, eppure il tempo sembra essere sia volato che dilatato all’indietro.

Give me release,
Witness me
I am outside,
Give me peace.


Da quando vivo qui, ho trovato un mio equilibrio. Un equilibrio fra la tendenza all’umore oscuro e una serenità che mi pareva impossibile. Un equilibrio fra la vita reale e quella virtuale. Un equilibrio fra la mia accidia e la responsabilità di avere degli impegni improrogabili. Ho smussato molti lati fatali del mio carattere, come il voler costruire romanzi in aria a partire da dettagli insignificanti per il solo gusto di trasformare la mia vita in un’opera d’arte.

Heaven holds a sense of wonder,
And I wanted to believe that I’d get caught up
When the rage in me subsides.


Ho imparato a relazionarmi veramente con le persone in contesti reali, senza emoticons, senza azioni introdotte dal +, senza avatar e tasti. Eppure, ho imparato anche ad apprezzare il contatto con le persone che non sono fisicamente alla mia portata ma alle quali tengo, a distinguere delle semplici conoscenze che vanno bene per uscire il venerdì sera dalle vere amicizie. E mi sono liberato di un peso consistente.

Passion choke the flower
Till she cries no more.
Possessing all the beauty,
Hungry still for more.


L’unico problema è che non trovo nessuno che sia all’altezza delle mie pretese sentimentali. Né dal punto di vista fisico, né da quello intellettuale. Nessuno che abbia i miei stessi interessi, nessuno che ascolti la mia musica, nessuno che si entusiasmi come me quando avviene un leak. E neppure nessuno che sia realmente bello a sufficienza da farmi passare sopra tutto ciò pur di averlo nel mio letto. Si va dal mediocre visto attraverso le fette di salame al pessimo senza possibilità di salvezza, dal punto di vista estetico. Voglio qualcosa che sia bello. Ma non vuoto.

Heaven holds a sense of wonder,
And I wanted to believe that I’d get caught up
When the rage in me subsides.

In this white wave
I am sinking,
In this silence.
In this white wave,
In this silence
I believe.


Sì, forse sono io che sono viziato. Ma coprendomi gli occhi senza notare tutto il marcio, ho provato davvero a calarmi nel mondo normale, a sperimentare la discoteca, la non-musica, pur di esplorare il mondo di qualcun altro.

I can’t help this longing,
Comfort me.
I can’t hold it all in
If you won’t let me.


E la cosa si è si è risolta in un conflitto stagnante che mi bruciava sotto la pelle, mi scorreva nelle vene, mi corrodeva le ossa e lacerava le carni. Completa separazione della parte pensante da quella fisica, qualcosa di talmente perfetto che nemmeno lo stesso Cartesio avrebbe saputo fare di meglio. Una presenza che mi confondeva e disorientava.

Heaven holds a sense of wonder,
And I wanted to believe that I’d get caught up
When the rage in me subsides.

In this white wave
I am sinking,
In this silence.
In this silence
I believe.

Silence by *ramtha
I have seen you
In this white wave,
You are silent.
You are breathing,
In this white wave
I am free.


E, alla fine, la cosa si è conclusa in un fallimento. Da parte sua, che non ha saputo canalizzare il mio interesse e mi ha fatto scoprire quanto in realtà sia un essere sgradevole, anche sul piano fisico.
Mani orrende. Mani a dir poco orribili. Basil Hallward si rifiutò di ritrarre un uomo per via delle sue mani, perché erano brutte, per poi scoprire che era una persona orribile. Per una volta, il mio esempio è lui.

7 comments:

  1. ...lo capisco, sai?

    l'ho vissuto anch'io e lo vivo tutt'ora, sebbene i miei tran tran quotidiani mi impegnino talmente tanto che a volte non sento quel vuoto, quella fame...di bellezza, delicatezza, poesia e note...ma è solo momentanea sospensione. Il mio rimedio è stato accontentarmi di quello che per ora ho, senza perdere la speranza che questa magia possa ancora accadere. Sono e resterò sempre un'Anima d'Oceano, ma a volte divento solo un'onda tra le altre per poter sopravvivere in parte serenamente.

    Ti auguro per ora l'equilibrio... ma tu non smettere di sperare.

    ReplyDelete
  2. ...l'esperanza fa la vita...

    Ma,che fa l'esperanza?



    l'Uomo...l'Uomo e l'Amore...



    E l'Arte? L'Artista. Ma cosa è un'Artista?



    è quello che fa l'Arte ma che cosa l'Arte?



    L'Arte è la Belazza.



    Ma la Belazza non va senza vita e sentimenti...



    Perche?



    Perche se l'Artista non aveva stato in vita,Lui non abbia fatto l'Arte.



    Ma e per sentimenti?

    Ma,se l'Artista non ha il sentimento della Belazza,non potrà rappresentare la Belazza...

    ReplyDelete
  3. Passavo di qua per ringraziarti dell'invito su splinder, ma non posso fare a meno di commentare questo post.



    Mi rispecchio un poco in quanto scrivi. Anch'io mi sono trasferita da otto mesi in una città, precisamente a Milano; e provengo da un piccolo paesino sul lago, un'insulsa realtà. Questa nuova esperienza mi ha portata a riflettere -un po' come è stato per te, molto sulle amicizie e a lasciarne indietro alcune. Alcune? No, molte.

    A parte ciò mi stupisce molto leggere nel tuo post "...per il solo gusto di trasformare la mia vita in un'opera d'arte". In genere sono sempre stata contro l'estetismo su questo punto. E' mia convinzione infatti che trasformando la propria vita in un'opera d'Arte si corra un rischio considerevole: la vita e l'Arte andando a coincidere possono così perdere di significato entrambe e svuotarsi. L'Arte è e deve essere al servizio della Vita, deve esaltarla, spogliarla, mostrarla agli occhi dei poveri mortali per quello che è, in ogni sua forma, sia quella del dolore che della bellezza. Ma per realizzare ciò, non può coincidere con la vita. Sono invece portata a credere che l'artista debba compiere una trasformazione su di sè. Così come sosteneva Nietzsche, bisognerebbe diventare "fiaba", una fiaba in grado di girare su se stessa e di vedersi nella sua interezza:



    "..giacchè in quello stato egli è miracolosamente simile all'inquietante immagine della fiaba, che può girare gli occhi e guardare se stessa; in tal caso egli è contemporaneamente soggetto e oggetto, contemporaneamente poeta, attore e spettatore."



    Beh, queste poi sono mie riflessioni, che pretendono di essere solo "mie", non universali, assolute, giuste o sbagliate.





    Leggo che tu hai raggiunto un equilibrio fra l'umore oscuro e la serenità. Mi chiedo come tu ci sia riuscito, come tu l'abbia accettato. Io mi sono chiesta quanto quell'equilibrio mi sarebbe costato, su cosa sarebbe stato costruito, se sarebbe stato effettivamente vero, autentico. E per quanto riguarda il mio caso, mi sono risposta che non ne valeva la pena perchè fin dal principio sapevo che quell'inquietudine nel mio animo non se ne sarebbe mai andata. Ma, soprattutto, di quell'inquietudine sono innamorata. Ne ho bisogno per scrivere, per disegnare, per prendere in mano un pennello. E quindi, al diavolo la serenità.

    Spero che la tua situazione sia più "positiva" della mia e che quell'equilibrio ti abbia giovato. =]



    Il tuo post si intitola "Silenzio", un tema su cui recentemente sto scrivendo. Non so se proviamo la stessa cosa, ma io sento sempre più spesso il bisogno di vero Silenzio. Quel Silenzio dove tutto affonda, annega e muore. Quel Silenzio che avvolge l'animo. Un Silenzio carico e impregnato di significato contro la Vanità di tutte quelle parole che ci soffocano.



    "The sky will fall upon us and we’ll finally die,

    thanks dearest happiness,

    thanks dearest assassin.

    Now that you’re gone,

    Now that we’re gone;

    I’ll sit to the presence of the pail moon,

    I’ll sing the Silence of my Soul."





    Un caro saluto, Narciso (se così ti posso chiamare, mi è rimasto impresso il nick di DA ^_^).



    Ayl R.

    ReplyDelete
  4. Per rispondere ad Ayl, sinceramente non so: probabilmente riesco ad assimilare abbastanza gothness dalla musica che ascolto e compensare con quella il buon umore. Non so, riesco a gestire abbastanza bene la situazione. Il rovescio della medaglia, però, è che dato che ritengo che comunque il mio vero umore sia quello gloomy, spesso non lo riesco a controllare e spunta fuori al momento sbagliato, tipo mentre sono in giro con amici, ma vabbè, ho l'umore volubile, prendere o lasciare.



    Per il resto, la tendenza a romanzare la mia vita è una cosa che ho mio malgrado. Il fatto di aver riacquistato un po' di contatto col mondo reale lo considero molto positivo. Tuttavia, a volte sembro ancora un personaggio letterario o da manga, specie nel comportamento, e molte situazioni in cui mi trovo sono davvero ai confini della fiction. Ma fintanto che la cosa mi diverte, ben venga.



    Ps: Silence è il titolo di una canzone dei Delerium (quella di cui ho riportato le citazioni per tutto il post). Anche se è lontana anni-luce dal Metal, ti consiglio di ascoltarla, ne vale la pena (naturalmente, la versione dell'album, dato che i vari remix sono spazzatura).

    ReplyDelete
  5. Buona fortuna per tutto.



    La meriti per l'entusiasmo che metti in cio' che fai.





    lullaby

    ReplyDelete
  6. Non mi parlare di umore gloomy, sono piuttosto cupa anch'io e come te, spesso non lo controllo e divento insopportabile o comunque fastidiosa con amici o famiglia. Però ultimamente mi sono resa conto che, escludendo la mia famiglia e pochi amici, a nessuno interessa se io altaleno da un umore all'altro, e cosa provoca questa alternanza. Di conseguenza ho preso distanza da molte persone. Non dico di stare bene, ma almeno così mi risparmio parecchi sguardi perplessi nei miei confronti.



    Spesso anch'io romanzo la mia vita, non nel senso che la trasformo in un'opera d'Arte -altrimenti mi contraddirei con quanto ho prima affermato; ma tendo a vivere in bilico fra l'illusione e la realtà dal momento che se non lo facessi, tutto sarebbe per me noioso, comune ed esteticamente "brutto". Non mi sento neanche in colpa facendo ciò, poichè ritengo la differenza fra illusione e realtà piuttosto labile e difficilmente definita e definibile. Dopotutto ognuno porta avanti la propria realtà, e sfido chiunque a trovarne una vera ed unica al giorno d'oggi.



    Sto ascoltando la canzone, sebbene non sia il mio genere, la versione originale non è male, anzi. Mi piace molto il testo.

    ReplyDelete
  7. PsichoChrissy5 May 2009 at 18:53

    ...dimenticavo... quando vuoi, fai un salto qui... ;) la mia radura incantata, la mia vera essenza... http://nocturnalmelancholy.splinder.com/

    ReplyDelete