Saturday 4 April 2009

Tutte le strade portano a Milano

I’m waiting for another day:
The last one was so desperately disappointing.


Dire che sono esausto equivale ad usare un eufemismo. Sono letteralmente un vegetale. Ieri notte sono rincasato tardissimo, ho perso tempo prima di coricarmi, ho impiegato moltissimo tempo ad addormentarmi con la testa nelle condizioni in cui era ( ovvero troppi pensieri e niente alcool a tenerli a bada, dato che ieri notte ho bevuto un sorso di limoncello e nient’altro), e stamattina mi sono dovuto svegliare ad un orario decente per andare a mangiare in un tempo adeguato da poter seguire la lezione importante di fotografia. E dato che domani dovrò alzarmi all’alba per essere pronto alle 9:30 a seguire la seconda parte del seminario, ne consegue che è con entusiasmo che ho declinato l’invito ad andare a ballare stasera con la compagnia di ieri. Se non altro, la giornata odierna ne trarrà beneficio e sarà meno sgradevole della precedente, nonostante vari intermezzi di ironia del Vecchio Volpone. E si spera che domani vada anche meglio, dato che programmo di fare vita di clausura in casa e passare il mio tempo ascoltando April Rain (e guardandola pure fuori dalla finestra, ma questo è un altro discorso), preparandomi a cantare le canzoni a squarciagola, oltre che psicologicamente all’arrivo delle vacanze.


I’m waiting for a holiday,
I’m waiting for myself.

Do you remember why we started running?
Do you remember why we’re running at all?
I would die to get away,
But I fear to even more.


Sarà che l’università è iniziata a novembre, ma quest’anno accademico è letteralmente volato. Siamo già ad aprile e nemmeno me ne sono accorto. Inoltre, gli impegni pressanti delle scorse settimane mi hanno letteralmente spompato, e la pausa pasquale è una vera manna dal cielo. Anche se la parte principale di tutto ciò è che vacanze = disintossicazione. Partono via un po’ tutti, e se c’è gente della quale non mi frega nulla, per altra sono ben felice di tenermela lontana intanto che tiro fuori il cervello e lo metto un po’ sotto l’acqua corrente per lavare via le ragnatele, la muffa e le lusinghe (sì, perché voi non lo sapete, ma ora sono lusingato anche io).


If I dared, I’d choose to swim,
But it’s safer on the shore.


Per il resto, come accennato sopra, oggi ho avuto un interessante convegno di fotografia tenuto da un professorone con trenta e passa anni di aneddoti da raccontare, che ci parlava del lato espressivo delle foto. Tralasciando gli attacchi di falsa modestia che si faceva venire, tralasciando che sono bastate le mie conoscenze base di psicologia del marketing (per le quali ringrazio Luisa) a farmi capire che era palese che volesse farci pensare che la fotografia artistica è qualcosa di morto e finto mentre quella realistica è vitale e vera, tralasciando che ho visto certe foto che morirei per saper fare io, salvo poi scoprire che sono fatte con obiettivi da 80 cm di lunghezza che costano un occhio, un rene e una parte di fegato, ho imparato molte cose utili ed interessanti sulla prospettiva, sebbene una di esse avesse uno dei navigli di Milano come soggetto. E ah, sì, tralasciando pure che il professorone in questione è milanese lui stesso e quindi, per fargli uno scherzo e prenderlo un po’ in giro, la direttrice del circolo ha proiettato a fine lezione varie foto di Milano scattate all’inizio dell’anno.


I would rather stay here the rest of my life,
Then close my eyes and start swimming.


E poi c’è l’evento più importante del mese, ovvero il concerto dei Delain. Domenica 26 aprile, anche a costo di uccidere io sarò lì in prima fila a headbangare e strillare (per questo ho necessità di una certa preparazione canora, entro il mese dovrò sapere tutti i testi di Lucidity e April Rain a memoria. Per il primo sono apposto, devo solo dare un ripasso, mentre col secondo ho ancora da lavorare). Inoltre, cercherò di scandagliare il pubblico di darkettoni e metallari alla ricerca di qualcuno di bell’aspetto da rimorchiare, puntando sulla fortuna che mi portano i concerti metal in tal senso. In fondo, il mio problema principale è mancanza di valide alternative che soddisfino il mio gusto estetico, che stavolta rischia davvero di trascinarmi nella tomba. Unico dettaglio: il concerto si terrà, indovinate un po’, a Milano. Perché, e risaputo, tutte le strade portano a Milano. Ah, ah, ah. Bravo, Vecchio Volpone, complimenti.

2 comments:

  1. tutte le strade portano a roma.





    sta milano la sto odiando con le sue checche isteriche e pseudobiondicce.



    LE PASSIVACCE DI MERDAAAA.



    per quanto riguarda la fotografia continua ad impegnarti seriamente.. è un ordine.

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  2. Passivacce lusingate, sottolineiamolo.



    E sì, per le foto mi ci metto anima e corpo, così quanto andremo assieme a Torino potrò fare delle splendide foto sia di te che di Lucifero! *ç*

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