Friday, 1 April 2016

Rundown delle cotte adolescenziali

Devo confessare una cosa: mi secca parecchio che Mattia non abbia mai accettato la mia richiesta d’amicizia su Facebook. E che non l’abbia nemmeno rifiutata, fra l’altro, ma l’abbia lasciata a penzolare lì su Facebook già da probabilmente un paio d’anni.
Mattia, aka il mio primo ragazzo, quello del primo bacio, della storia uber-idealizzata dei miei diciassette anni, della rottura in circostanze misteriose e degli infiniti post di piagnisteo nei mesi successivi che ommioddio quanto ero una fottuta drama queen (fra l’altro l’avevo conosciuto proprio grazie al blog).
Non che mi ricordi di lui in altri termini che “btw, ottimo primo bacio, grazie mille” e mi aspettassi un ritorno di fiamma: mi sarebbe più che altro piaciuto fare due chiacchiere amichevoli, parlare di dove ci ha portati la vita negli ultimi otto (beh, ormai quasi dieci) anni, farci due risate ripensando alla nostra “storia”, a quanto fossimo cretini, a quanto fosse assurdo che io l’avessi presa così sul serio e me ne fossi lagnato per mesi, o a quanto io mi sia fatto bellino mentre lui ha iniziato a stempiare. Insomma, intrattenere rapporti neutro-civili in memoria di un bel pomeriggio di tanti anni fa senza prenderci troppo sul serio. But alas, evidentemente a lui non va (e non posso nemmeno dargli torto – a rileggere quei post me ne sarei fuggito pure io). La cosa che mi urta è il sospetto che sia così perché pensa che io ci stia ancora male, o di aver avuto un impatto sulla mia vita o chissà cosa, ma quella si chiama paranoia.

Il motivo per cui ho rispolverato la storia di Mattia è che, chiacchierando con un amico, abbiamo fatto un rundown delle nostre cotte, storielle e storie importanti con tanto di ricerca su Facebook. E mi sono reso conto improvvisamente che ricordo nei dettagli tutte le mie cotte fino a circa i vent’anni, mentre dopo è tutto sfuocato, a meno che non mi sforzi tanto.
Fino a un certo punto posso elencare tutti, partendo da Vanessa a sei anni; poi Veronica, che mi ha lasciato perché “sei troppo intelligente per me”; Manuela, che aveva già il seno alle elementari; Francesca, Daria e la loro amica col nome troppo sgamabile, più o meno intercambiabili alle medie; Mariapaola, che si vantava di darla via come se non fosse neanche sua; Federica per due anni buoni al liceo; Veronica (THE Veronica), l’ultima ragazza di cui mi sia innamorato; poi l’epopea di Dario; Mattia e i piagnistei; i nove mesi con Matteo, annessi e connessi; poi l’ultimo che ricordo distintamente, l’Uomo Lusingato, anche lui protagonista di post e post, così chiamato perché quando ci provai dopo che si era dato per single e aveva guardato il culo di tutti i ragazzi di Trieste mi rispose che era “lusingato ma impegnato”, salvo poi cornificare il ragazzo a ogni buona occasione (con chiunque non fossi io). Da una parte, il casino che era la loro situazione mi aiutò a farmi passare la cotta a suon di disgusto, dall’altra, fare da spettatore alla difunzionalità della loro relazione (visto che eravamo tutti nello stesso gruppo di amici) penso sia stato il momento in cui mi sono detto: “Ma seriamente, chi cazzo me lo fa fare?”. Ed è da allora che sguazzo nel reame delle amicizie con benefit: l’unica cosa vagamente assimilabile a una storia che ho avuto da allora è stata, appunto, un’amicizia con benefit di tre mesi e mezzo da cui non sono fuggito a gambe levate proprio perché il presupposto era che nessuno dei due voleva che diventasse una cosa seria.
E sì, in questi anni ho avuto le mie tre, forse quattro cottarelle, ma sono state delle cose molto fumose che ho vissuto per lo più nella mia testa e che non hanno lasciato un vero impatto. Non le ricordo né col sorriso da “ah, i bei tempi”, né col facepalm da “che cavolo stavo pensando?”. Anzi, se vado a rileggere i post di allora ho anche bisogno di concentrarmi un momento per ricordarmi di chi parlavo.

Ora, è vero che la causa recondita di tutto ciò ha radici molto più profonde, risale perfino a prima di Vanessa e sto facendo molta autoanalisi per sbrogliarla; ma a pensarci, è proprio triste che la causa occasionale della mia costipazione sentimentale sia stato assistere a una storia disfunzionale nemmeno mia. Ah, dannate Gemelle Olsen.

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