Trascorrere un’intera settimana dividendo il tempo unicamente fra studiare i verbi irregolari neerlandesi e leggere Angel Sanctuary di Kaori Yuki per staccare la spina e evitare il sovraccarico può portare a fenomeni allucinanti, come pensare nel dormiveglia di dover “individuare delle regole generali di comportamento dell’apofonia nel paradigma dei nomi irregolari degli angeli… Zafkiel – Zofkiel – Gezafkiel; Djibril – Djebril – Gedjebril”. Cosa peraltro ancora abbastanza sana, se paragonata ai sogni che ho fatto la notte scorsa, svegliandomi spesso e volentieri, ripetendo paradigmi e riaddormentandomi.
Primo fra tutti, un sogno molto bucolico ambientato su una collina dalla lunga erba verde in compagnia col signor Procreatore, che non si fa sentire dalle vacanze di natale.
Risveglio, Rosiel – Rasiel – Gerosiel, nuovo sonno. Ed eccomi in treno, in viaggio per l’Italia da Trieste a Civitavecchia per tornare in Terra d’Africa, in compagnia di una persona che evitiamo di nominare (dato che non vogliamo lusingare nessuno), salvo poi trovarci sul traghetto in compagnia di Giulia e Ginevra, in gita scolastica con la loro classe, con una professoressa che fa fare loro un compito in classe di fisica e, credendomi uno dei suoi alunni, lo somministra anche a me dicendo che altrimenti non raggiungo un numero sufficiente di crediti per la laurea, e io che mi metto ad insultarla in ogni modo possibile e immaginabile.
Risveglio brusco, Barbiel – Bierbiel – Gebarbiel, e si ricomincia, stavolta su un treno ad alta velocità da Torino a Parigi, per andare a casa di Dadine (con qualche immagine frammentaria, lungo la strada, di BriarRose), salvo poi essere accolto molto malamente da sua madre (che mi odia anche nella realtà) e arrampicarmi sugli specchi per cercare di calmarla, per poi essere raggiunto dall’Unticcio, che non fa altro che lamentarsi di quanto sia brutto April Rain dei Delain e che il video del nuovo singolo Nothing Left, singolo esclusivo per la Francia (del quale informo Luisa via SMS), è orrendo, con me che faccio del mio meglio per non recidergli la carotide col coltello da cucina che mi ha lanciato la madre di Dadine cercando di colpirmi.
Nuovo risveglio, qualche altro paradigma, ed eccomi sulle rive di un lago in compagnia di Giovix, non lontano dalla collinetta erbosa del primo sogno. Solo che quello non è il Lago di Garda, dove ora si trova lui, ma il lago di Cuga in Sardegna, che nel mio sogno si è formato per le abbondanti piogge. E invece arriva il Procreatore, che mi spiega che è un lago acquistato da una delle mie zie, e mi chiede di accompagnarlo in paese per il funerale del marito di un’altra delle mie zie (che è morto davvero qualche mese fa). Solo che la zia in questione è impazzita e ha deciso di appendere il cadavere a una croce per non so quale motivo, salvo poi arrampicarcisi lei stessa, mordergli la gola e schiodarlo dalla croce. E a questo punto – ora viene la parte più truculenta – mi ritrovo con un pezzo del cadavere, pelle e carne, in bocca, e cerco di sputarlo senza dare nell’occhio, solo che qualcuno se ne accorge e mi fa: “Ma dai, non c’è bisogno che lo mangi se non ti piace, sputalo pure”. Lo sputo su un tagliere a forma di croce e, quando faccio per liberarmi di un bolo di saliva e sangue, mi sveglio sputando sul cuscino.
Dopo quest’ultimo risveglio ho rinunciato ad addormentarmi, ed è da allora che una sottile nausea non mi lascia lo stomaco. Mangiare il croissant a colazione e la pizza a pranzo è stata un’agonia.
Primo fra tutti, un sogno molto bucolico ambientato su una collina dalla lunga erba verde in compagnia col signor Procreatore, che non si fa sentire dalle vacanze di natale.
Risveglio, Rosiel – Rasiel – Gerosiel, nuovo sonno. Ed eccomi in treno, in viaggio per l’Italia da Trieste a Civitavecchia per tornare in Terra d’Africa, in compagnia di una persona che evitiamo di nominare (dato che non vogliamo lusingare nessuno), salvo poi trovarci sul traghetto in compagnia di Giulia e Ginevra, in gita scolastica con la loro classe, con una professoressa che fa fare loro un compito in classe di fisica e, credendomi uno dei suoi alunni, lo somministra anche a me dicendo che altrimenti non raggiungo un numero sufficiente di crediti per la laurea, e io che mi metto ad insultarla in ogni modo possibile e immaginabile.
Risveglio brusco, Barbiel – Bierbiel – Gebarbiel, e si ricomincia, stavolta su un treno ad alta velocità da Torino a Parigi, per andare a casa di Dadine (con qualche immagine frammentaria, lungo la strada, di BriarRose), salvo poi essere accolto molto malamente da sua madre (che mi odia anche nella realtà) e arrampicarmi sugli specchi per cercare di calmarla, per poi essere raggiunto dall’Unticcio, che non fa altro che lamentarsi di quanto sia brutto April Rain dei Delain e che il video del nuovo singolo Nothing Left, singolo esclusivo per la Francia (del quale informo Luisa via SMS), è orrendo, con me che faccio del mio meglio per non recidergli la carotide col coltello da cucina che mi ha lanciato la madre di Dadine cercando di colpirmi.
Nuovo risveglio, qualche altro paradigma, ed eccomi sulle rive di un lago in compagnia di Giovix, non lontano dalla collinetta erbosa del primo sogno. Solo che quello non è il Lago di Garda, dove ora si trova lui, ma il lago di Cuga in Sardegna, che nel mio sogno si è formato per le abbondanti piogge. E invece arriva il Procreatore, che mi spiega che è un lago acquistato da una delle mie zie, e mi chiede di accompagnarlo in paese per il funerale del marito di un’altra delle mie zie (che è morto davvero qualche mese fa). Solo che la zia in questione è impazzita e ha deciso di appendere il cadavere a una croce per non so quale motivo, salvo poi arrampicarcisi lei stessa, mordergli la gola e schiodarlo dalla croce. E a questo punto – ora viene la parte più truculenta – mi ritrovo con un pezzo del cadavere, pelle e carne, in bocca, e cerco di sputarlo senza dare nell’occhio, solo che qualcuno se ne accorge e mi fa: “Ma dai, non c’è bisogno che lo mangi se non ti piace, sputalo pure”. Lo sputo su un tagliere a forma di croce e, quando faccio per liberarmi di un bolo di saliva e sangue, mi sveglio sputando sul cuscino.
Dopo quest’ultimo risveglio ho rinunciato ad addormentarmi, ed è da allora che una sottile nausea non mi lascia lo stomaco. Mangiare il croissant a colazione e la pizza a pranzo è stata un’agonia.
O__O mamma mia che razza di sogno!!!Ci lavoro un po' e se mi viene qualche idea per l'interpretazione ti dico...In ogni caso, onoratissima di averne avuto una parte!^^
ReplyDeleteSara
o.ò
ReplyDeletebruttiiiiiissimo.